Senza categoria Educare al piacere o educare all’amore? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 25 Novembre 2020 Nessun commento su Educare al piacere o educare all’amore? di Pierluigi e Mariagiovanna Beretta Pochi giorni dopo la pubblicazione del nostro primo articolo, ci siamo imbattuti in un libro dal sottotitolo accattivante “La prossima rivoluzione sessuale”. Sul frontespizio, otto nomi, otto ragazzi ventenni, indicati come autori. Chi sono questi giovani? E qual è il tipo di rivoluzione sessuale che vogliono operare? Esiste una strada che conduce ad una sessualità davvero libera e, di conseguenza, ad una vita vissuta in modo autentico? Si chiudeva con questa domanda il nostro primo articolo sulla Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II. Pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, ci siamo imbattuti in un libro dal sottotitolo accattivante “La prossima rivoluzione sessuale”. La prima citazione nel risvolto di copertina ci aveva positivamente colpito: “Vorrei che ci raccontassero quanto è bella e meravigliosa la sessualità e non solo quanto è pericolosa”. Sul frontespizio, otto nomi, otto ragazzi ventenni, indicati come autori. Chi sono questi giovani che vogliono anche loro fare una nuova rivoluzione sessuale? Finalmente qualcuno reclama un bisogno di rinnovata autenticità nell’amore umano? Una proposta ambiziosa Il titolo del libro in questione è “Making of love – parliamo di sesso” ma la freschezza delle premesse svanisce presto: il testo che abbiamo tra le mani è parte di un progetto ideato da un professore universitario milanese, che si definisce “sessantottardo non pentito”, con la collaborazione di una coppia di registi liguri. Gli otto giovani sono stati selezionati tramite un casting per la realizzazione di un documentario a tema. Il progetto ambisce ad imporsi come corso di educazione sessuale “modello” in tutta Italia. Questo mese di novembre avrebbe dovuto celebrare l’avvio su scala nazionale di questa “nuova rivoluzione sessuale”, tramite l’uscita nelle sale cinematografiche di un film ideato ed interpretato da questo gruppo. Le nuove restrizioni dovute alla pandemia in corso hanno imposto una pausa, ma siamo sicuri che il progetto non verrà certo accantonato. Leggi anche: La rivoluzione sessuale del XXI secolo sarà cristiana? Quale contenuto educativo? Le premesse, come dicevamo, sono comunque interessanti e condivisibili. Il progetto è nato per: Creare “uno spazio innovativo, che non sia contaminato da una prospettiva esclusivamente medica”. “Scoprire la sessualità con uno sguardo positivo che aiuti a diventare individui che hanno più consapevolezza di sé e del rapporto con gli altri”. “Alla base di ciò che penso valga la pena portare ai giovani, c’è un discorso profondo sull’Amore e sul Sesso come via di piacere, conoscenza, realizzazione, libertà e… felicità!”. Dopo le premesse, tuttavia, si passa alla descrizione dell’“offerta formativa”, e si sente subito qualche nota stonata: “C’è bisogno di una nuova prospettiva educativa. I ragazzi devono insegnare ai ragazzi”. “Insegnare ai ragazzi il piacere”, parlando di un’educazione “improntata a valorizzarne le sensazioni, le emozioni e tutta quella serie di dettagli, intellettivi e fisici, che costituiscono la totalità dell’esperienza [della sessualità]”. Questa educazione è funzionale alla “terza rivoluzione sessuale: un approccio emotivo al piacere”. Questa visione del piacere come “mezzo redentivo” non porta in sé grandi novità in quanto richiama strettamente l’ideologia che, a partire dagli anni ‘30, fece da sfondo alla rivoluzione sessuale degli anni ‘60. Da qui in avanti il libro si allontana clamorosamente dalle premesse, e si svela piano piano come un manuale di variegate pratiche erotiche (omo-, auto-, sadomaso, sex toys, sexthing), con qualche inserto autobiografico dei protagonisti e qualche “avvertenza per l’uso”. Nei contenuti pratici il libro arriva a contraddire la maggior parte delle premesse che si poneva. Ma il piacere può rendere autentiche le relazioni? E poi, c’è davvero bisogno di uno sforzo educativo per seguire gli impulsi sessuali? Un adolescente in piena tempesta ormonale non ce la fa da solo? Il piacere può “redimere” le relazioni umane? Per rispondere a queste domande, ci facciamo nuovamente guidare da Karol Wojtyla, e più precisamente dal libro “Amore e responsabilità”, scritto nel 1960 dall’allora quarantenne Vescovo di Cracovia. Tale testo nasce della frequentazione del Vescovo polacco con un gruppo di giovani, prima fidanzati e poi sposi, nel corso degli anni ‘50 del Novecento. In esso il futuro Papa ci accompagna in una riflessione sull’etica dell’amore umano a partire da tre concetti base: persona, impulso sessuale, amore. Tale riflessione filosofica non nasce dal nulla, ma si innesta su una storia bimillenaria di pensieri e rivelazioni sul tema dell’amore. La sessualità umana, a partire dalla fisicità maschile e femminile, è segno evidente che l’essere umano è creato per la comunione: fare di due una carne sola. Solo la creazione di una comunione, di un “noi”, può sconfiggere il più grande male di tutti: la solitudine. E la comunione può essere creata solo a condizione che si impari a volere bene all’altro nel senso di “volere il bene dell’altro”, e non “volere l’altro perché è un bene per me”. La ricerca del piacere va in questa direzione? Leggiamo cosa ne pensa Karol Wojtyla: «Le cose si presentano in modo diverso se due persone, o anche se una di esse soltanto, adotta nell’amore reciproco solo un atteggiamento utilitario – infatti – non si può avere fiducia di una persona se si sa che essa tende esclusivamente al godimento e al piacere. Non si può averla neppure se siamo noi ad agire così. Immediatamente nascono sospetti e gelosie. La donna e l’uomo possono essere l’una per l’altro una fonte di piacere sessuale e di vantaggi, ma né il piacere da solo, né la voluttà sessuale, possono essere un bene che unisca e leghi le persone a lungo. Resteranno uniti soltanto per tutto il tempo che essi rimarranno, l’uno per l’altro, la fonte di questo piacere e questo vantaggio. Nel momento stesso in cui cesseranno di esserlo, la ragione del loro “amore” scomparirà, e con essa l’illusione della reciprocità». E l’approccio emotivo? Le emozioni, pur necessarie nell’orientare lo sguardo e l’intelletto dell’uomo e della donna, nascono però spontaneamente, ed altrettanto spontaneamente possono dissolversi. E «questo può rivelarsi molto pericoloso per l’amore. Infatti, passata la reazione emotiva, il soggetto che aveva basato su di essa e non già sulla verità, tutto il proprio atteggiamento verso quella data persona si ritrova nel vuoto, privato di quel bene che credeva di aver trovato». Dunque, se vogliamo affidarci alle reazioni affettivo-emotive per vivere l’attrazione sessuale, ci aspetta prima o poi l’abisso del vuoto, del non senso. Ed il passo logico seguente di Wojtyla mette i brividi per la sua portata profetica: «Da questo vuoto e dalla delusione che l’accompagna nasce spesso una reazione emotiva opposta: l’amore puramente affettivo si trasforma in odio, altrettanto affettivo e diretto contro la stessa persona». Secondo Wojtyla, dunque, fondare sessualità e amore sul piacere o sui sentimenti non porta a realizzare l’autenticità delle relazioni. Come è possibile che partendo da premesse positive si giunga ad una proposta controproducente? Cosa manca dunque nella visione della realtà di “Making of love”? Lo scopriremo insieme a partire dalla prossima tappa. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. 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