Coppia E vissero felici e contenti! Sì, ma come? Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 14 Ottobre 2020 Nessun commento su E vissero felici e contenti! Sì, ma come? di Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta Uno dei principali motivi della difficoltà di comunicazione nella coppia è semplicissimo: i coniugi si dimenticano di aver sposato una persona del sesso opposto e non una persona dello stesso sesso. Ci si dimentica che uomini e donne sono diversi, funzionano in modo diverso, hanno bisogni e desideri diversi. Non sono un terapeuta di coppia eppure, nel corso degli anni, ho potuto farmi un’idea dei motivi che causano l’attuale crisi del matrimonio e della coppia. Il principale è strettamente legato al motivo per cui le persone si sposano: se si sposano per i motivi sbagliati, è quasi inevitabile che il matrimonio finisca male. Ma questo è un tema che potremo approfondire in un’altra occasione. Per il momento concentriamoci sulla comunicazione di coppia: come mai, tanto spesso, la comunicazione di coppia si trasforma in un litigio? È possibile evitarlo? Scopriamolo. Uno dei principali motivi della difficoltà di comunicazione nella coppia è semplicissimo: i coniugi si dimenticano di aver sposato una persona del sesso opposto e non una persona dello stesso sesso. Insomma ci si dimentica che uomini e donne sono diversi, funzionano in modo diverso, hanno bisogni e desideri diversi. Sembra un’ovvietà, ma spesso, i coniugi, se ne dimenticano. Facciamo qualche esempio? Facciamolo! L’uomo ha il bisogno di risolvere i problemi, di essere efficace. Se non lo fa, si sente inutile, umiliato. Quindi, quando la donna gli presenta un problema, nel giro di qualche minuto ha già elaborato una soluzione. È il suo lavoro, lo sa fare bene. Peccato che non sia quello che vuole la donna. La donna, di fronte ad un problema, non vuole la soluzione: vuole essere ascoltata, capita, vuole condivisione; non soluzioni. Ecco una delle differenze tra uomini e donne che, se trascurata, può portare a interminabili e dolorosi litigi. Suggerisco, a questo proposito, la lettura del celebre libro di John Gray Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere. Leggi anche: Come prendersi cura della relazione di coppia? Un secondo problema è un meccanismo tipico delle relazioni umane. Di fronte ad un problema, la tendenza generale è quella di cercare i torti degli altri (quello che gli altri hanno o non hanno fatto), invece che i propri. L’altro, accusato, come reagirà? Nello stesso modo. Accusando il coniuge, dando via a una escalation di accuse reciproche sempre più gravi e dolorose. In questo caso basterebbe ricordarsi di un branetto evangelico molto semplice e chiaro: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello» (Lc 6, 41-42). Ce ne ricordassimo quando ci sono dei problemi nella coppia… Procediamo. La spazzatura la portiamo in casa da fuori? Oppure la prendiamo dalla casa e la portiamo fuori? Di solito scegliamo la seconda opzione. A nessuno fa piacere stare in un ambiente sporco e puzzolente, giusto? Eppure, talvolta, scegliamo la prima opzione. Al mondo diamo il meglio di noi (lei: minigonne, trucco, eleganza; lui: simpatia, attivismo, impegno…). In casa portiamo tutti i problemi che incontriamo nel mondo. Portiamo, cioè, in casa, tutta la spazzatura del mondo. Ecco perché ci sono sempre più persone che non hanno voglia di tornare a casa la sera: li aspetta un ambiente fatto di musi lunghi, problemi, pretese… Eppure, fuori casa, sono tutti così simpatici, carini, educati. Bene: proviamo almeno a evitare di portare in casa le schifezze del mondo, e rendiamo casa nostra un ambiente dove è piacevole stare. Diamo il meglio di noi alla famiglia, invece che al mondo. Proviamo. L’abbiamo già visto: la reazione più spontanea, di fronte ad una accusa, è un’altra accusa uguale e contraria. Come se due torti si pareggiassero, invece di sommarsi… C’è una alternativa? Certo! Di fronte ad una accusa del coniuge, proviamo a domandarci: ha ragione? Mi sta accusando di una cosa vera oppure no? Se la risposta è affermativa (mi sta accusando di una cosa vera) non dovrei arrabbiarmi: dovrei ringraziarla/lo. Mi sta insegnando qualcosa su di me. Se la risposta, invece, è negativa (mi sta accusando di una cosa falsa) non dovrei arrabbiarmi. Semplicemente… non è una accusa. E l’incipiente incendio è spento fin dall’origine. Ricordiamocelo: il coniuge è il nostro miglior alleato, non il nostro peggior nemico. Bisogna difendersi dai nemici, non dagli alleati. Ok, non accuso il coniuge… ma come faccio a dirgli che quel suo gesto, quella sua parola, mi ha ferito mortalmente? E che sono offesa/o, delusa/o, mortificata/o? Come posso evitare che questa cosa si ripeta? Semplice. Partiamo dal presupposto che l’altro non è nostro nemico, quindi non possiamo pensare che abbia cattive intenzioni nei nostri confronti. Se ci ha ferito, dunque, non è stato intenzionale. Possiamo quindi, semplicemente, parlare di noi (non accusare l’altro), di come ci sentiamo, dei nostri sentimenti. Scommettiamo che, non sentendosi accusato, l’altro reagirà scusandosi e riconoscendo il proprio (involontario) errore? Questo suggerimento vale soprattutto per le donne… Quante volte, nella vita di coppia, abbiamo sentito la frase «Doveva venire da te?» Un esempio: «È tanto che non mi porti al cinema». «Ok, cerco un film e mi organizzo!». «Lascia stare… doveva venire da te…». Care signore, ricordatevi del primo suggerimento: gli uomini non sono donne leggermente modificate. Sono esemplari di un’altra specie. Non possiedono l’intuito femminile, la sensibilità donnesca, la perspicacia tipica del bel sesso. Se volete qualcosa da un uomo, dovete fare la fatica di mettervi davanti a lui e chiedergliela direttamente, scandendo bene le parole. Un disegnino aiuta (fidatevi). Altrimenti resterete deluse… Spero che questi semplici suggerimenti possano migliorare la vita coniugale dei lettori. Per approfondire l’argomento leggi il libro: “E vissero felici e contenti. Manuale di sopravvivenza per fidanzati e giovani sposi” del professor Roberto Marchesini. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag coppia, dialogo ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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