Televisione

L’ultima sul matrimonio religioso? Secondo una fiction Rai sarebbe un “rito tribale”…

Matrimonio

di Gabriele Soliani

Claudio e Alice dell’“L’allieva 3” finalmente si sposano. Ma il matrimonio cristiano proprio no. È un “rito tribale”. Una finzione è sempre una finzione, eppure in tempi di pandemia, dove il clima è già teso e cruento, forse sarebbe meglio recuperare un po’ di buon senso anche nelle fiction.

È da poco tornata sulle reti Rai, la fiction “L’allieva”, serie televisiva in onda dal 2016, trasmessa da Rai 1 che ormai è giunta alla sua terza stagione. Al centro della trama la storia d’amore travagliata tra il medico legale Claudio, uomo ombroso e dal carattere dispotico e la sua buffa allieva, Alice, rispettivamente interpretati da Lino Guanciale e Alessandra Mastronardi.
Inutile dire che la serie ha avuto un ottimo successo e la love story, ricca di alti e bassi e di colpi di scena, ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di telespettatori, ma ora i due sembrano essere arrivati ai pedi dell’altare, o così sembrerebbe.
Il buon Lino Guanciale, infatti, che nella fiction interpreta la parte dello scorbutico medico legale Claudio, appunto, chiede ad Alice di sposarlo. La ragazza acconsente ma propone il matrimonio in chiesa. Claudio risponde deciso di no perché il matrimonio in chiesa è per lui un “rito tribale”. Che vuol dire? Mi sono domandato. È pur vero che si tratta di una fiction, e vedremo poi come andrà a finire, ma fa un certo effetto la sottomissione di Alice che, di fronte a questa affermazione, semplicemente tace, subisce e non dice nulla. Come se quella del “rito tribale” avesse un fondo di verità. Sorridendo devo ammettere che le avevo sentite proprio tutte sul matrimonio religioso, ma “rito tribale” proprio non mi era mai capitato.
Ora tralasciando il fatto che nella fiction c’è anche una relazione lesbica finita in mezzo a tante altre relazioni passeggere, e una responsabile capo della Polizia che guarda gli uomini come possibili prede sessuali e che usa termini (come si diceva una volta) da osteria, in tempi di aggressività verso le donne, questo silenzio di Alice sembra una stonatura. Oggi come oggi si sa, vanno di moda fiction di medicina legale, che ricalcano quelle americane, con scene cruente di autopsie e cadaveri nudi in bella mostra. È il moderno horror televisivo che sembra fare audience a tutte le ore del giorno e della notte. Tuttavia in orario protetto, anche per gli adulti che desiderano passare qualche ora serale davanti alla TV, preferirei il buon don Matteo che con garbo affrontava anche tematiche scabrose. Nei tempi angosciosi della pandemia non sarebbe meglio usare un po’ più di buon senso anche nelle fiction?




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.