Papa Francesco

“I primi educatori del bambino sono sua madre e suo padre”, a dirlo è papa Francesco

a cura della Redazione

In occasione dei 75 anni di vita delle Nazioni Unite, papa Francesco ha inviato un videomessaggio all'Assemblea generale riunita virtualmente. “Imploro le autorità civili affinché prestino particolare attenzione ai bambini a cui vengono negati i loro diritti e la loro dignità fondamentali, in particolare il loro diritto alla vita e all’educazione”.

Un videomessaggio prezioso e pieno di spunti per una riflessione approfondita quello che il Santo Padre, Francesco, ha inviato alle Nazioni Unite in occasione del 75° anniversario della nascita dell’Istituzione. 

In questo contesto il Papa non perde occasione per difendere la famiglia: “I primi educatori del bambino sono sua madre e suo padre, la famiglia che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani descrive come «il nucleo naturale e fondamentale della società»[15]. Troppo spesso la famiglia è vittima di colonialismi ideologici che la rendono vulnerabile e finiscono col provocare in molti dei suoi membri, specialmente nei più indifesi — bambini e anziani — un senso di sradicamento e di orfanità. La disintegrazione della famiglia riecheggia nella frammentazione sociale che impedisce l’impegno per affrontare nemici comuni. È tempo di rivedere e d’impegnarci nuovamente con i nostri obiettivi. E uno di questi obiettivi è la promozione della donna. Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della Conferenza di Pechino sulla Donna. A tutti i livelli della società le donne svolgono un ruolo importante, con il loro contributo unico, prendendo le redini con grande coraggio al servizio del bene comune. Tuttavia, molte donne rimangono indietro: vittime della schiavitù, della tratta, della violenza e dello sfruttamento e di trattamenti umilianti. A loro e a quelle che vivono lontano dalle loro famiglie esprimo la mia vicinanza fraterna, e al tempo stesso richiedo maggiore determinazione e impegno nella lotta contro queste pratiche perverse che denigrano non solo le donne, ma tutta l’umanità che, con il suo silenzio e la mancanza di azioni concrete, diventa complice”.

Emerge con forza poi l’attenzione verso i più piccoli e il secco no all’aborto visto come negazione del diritto fondamentali di un essere umano: il diritto alla vita. “Non possiamo ignorare le conseguenze devastanti della crisi del Covid-19 sui bambini, compresi i minori migranti e rifugiati non accompagnati. Anche la violenza contro i bambini, includendo l’orribile flagello dell’abuso infantile e la pornografia, è drammaticamente aumentata.

Inoltre, milioni di bambini non possono tornare a scuola. In molte parti del mondo questa situazione minaccia un incremento del lavoro minorile, lo sfruttamento, gli abusi e la malnutrizione. Purtroppo, i paesi e le istituzioni internazionali stanno anche promuovendo l’aborto come uno dei cosiddetti «servizi essenziali» nella risposta umanitaria. È triste vedere quanto sia diventato semplice e conveniente, per alcuni, negare l’esistenza di vita come soluzione a problemi che possono e devono essere risolti sia per la madre sia per il bambino non nato.

Imploro pertanto le autorità civili affinché prestino particolare attenzione ai bambini a cui vengono negati i loro diritti e la loro dignità fondamentali, in particolare il loro diritto alla vita e all’educazione. Non posso fare a meno di ricordare l’appello della giovane coraggiosa Malala Yousafzai, che cinque anni fa nell’Assemblea Generale ci ha ricordato che «un bambino, un maestro, un libro e una penna possono cambiare il mondo»”.

Per leggere il testo del videomessaggio clicca qui




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