29 agosto 2020
29 Agosto 2020
Quando ci pentiremo degli aborti commessi?
di Giovanna Abbagnara
USA – Entrano nel vivo le elezioni presidenziali previste per il 3 novembre. La settimana scorsa si è tenuta la convention democratica e questa settimana quella del Partito Repubblicano, entrambi hanno rispettivamente visto l’accettazione della nomination da parte di Joe Biden da un lato e di Donald Trump dall’altro. A caratterizzare la convention del presidente in carica, c’è stato l’intervento di Ivanka, figlia del noto Trump che nell’introdurre il discorso di accettazione del padre ha affermato: «Mio padre si batte per le famiglie, non per le elite, è il difensore del buon senso, il paladino della gente comune». Tra le relazioni più significative vorrei segnalare anche quella di Abby Johnson, quarantenne, nel passato una convinta abortista tanto da essere per lunghi anni direttrice di una clinica della Planned Parenthood in Texas. Nel 2009 si è trovata ad assistere un medico durante una procedura di aborto su un bambino alla tredicesima settimana: in quell’occasione, vedendo il piccolo nel grembo materno muoversi disperatamente e cercare di fuggire dall’aspiratore che tentava di risucchiarlo, ha capito che fino ad allora aveva sbagliato tutto, era vissuta nella menzogna e ha dato una svolta radicale alla sua esistenza, tanto che oggi è una paladina internazionale della difesa della vita.
Non sono mancati i commenti delle fervide giornaliste. Prima tra tutte Guia Soncini, che tra le pagine di Linkiesta definisce Abby Johnson una “fanatica trumpiana” e riconosce in Costanza Miriano la sua “omologa italiana”, che tra l’altro si è sentita onorata del paragone con una donna che lotta per la vita e il riconoscimento dei bambini nel grembo materno. Qui leggi l’articolo della Soncini: https://www.linkiesta.it/2020/08/abby-johnson-convention-repubblicana/?fbclid=IwAR0urgXZiFLRTneE6-Anc3XWjCLlMy6c0mPsnIu9zVsMOUh67jxe38MbgDw.
Il tono sarcastico, pungente e molto irridente della cara Soncini mi fa sorridere (in realtà vorrei piangere, certamente non mi arrabbio come lei si auspica) e ancora una volta mi fa pensare a quanto noi donne siamo state usate e continuiamo ad esserlo, da una cultura che ci vuole impavide nel soddisfare i nostri desideri, spietate e combattive verso i nostri mariti, decise ad accogliere o meno una vita, senza il parere del proprio marito…etc. Insomma, uomini con la gonna.
Non sono una grande esperta di politica. Mi limito a giudicare i fatti da donna cristiana e mi sembra che il programma di Trump contenga: difesa della vita nascente, cura della donna e sua vocazione nel piano di Dio, centralità della famiglia basata sull’unione di un uomo e una donna. Tra coloro che ho sentito parlare alla convention oltre ad Abby, c’è stata suor Dede Byrne, della comunità delle Piccole lavoratrici del Sacro Cuore di Gesù e di Maria, che vive il suo ministero fra i malati di Haiti e dell’Africa ma anche di Wahsington Dc e infine Kayeigh McEnany, giovane portavoce della Casa Bianca che ha voluto raccontare la fede con cui ha vissuto la malattia genetica che la portò ha sottoporsi ad una mastectomia nel 2018: “Avevo paura, ma il giorno dopo con mia mamma, papà, marito e Gesù Cristo al mio fianco”.
Tra i sostenitori del premier democratico: padre James Martin, il gesuita sponsor delle unioni arcobaleno e suor Simone Campbell, commissariata e redarguita dal Vaticano insieme alle religiose, abortiste ed eretiche, della Lcwr.
Non devo aggiungere altro, decisamente.
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1 risposta su “Quando ci pentiremo degli aborti commessi?”
Nei consultori italiani non ti propongono un’alternativa all’aborto si limitano a chiederti se sei sicura che il tuo compagno o i tuoi familiari possono aiutarti. Ovvio che no altrimenti non lo farei