Eucaristia, miracolo d’amore!

Santa Messa

(Foto: Di l i g h t p o e t - Shutterstock.com)

di Lidia Lanzione

Cosa spinge un uomo o una donna immerso nelle preoccupazioni di ogni giorno, tra lavoro, studio, figli, casa ad aggiungere la partecipazione all’Eucaristia quotidiana agli altri impegni? La certezza che lì è racchiuso il segreto della santità.

Malcom Muggeridge, giornalista della BBC, nel 1969 venne inviato a Calcutta per realizzare un documentario sulla vita eroica di Madre Teresa e delle sue suore. Andò subito a visitare la prima casa della santa fondatrice delle Missionarie della Carità: due enormi stanze in cui venivano con amore assistiti i moribondi raccolti per le strade. Un luogo impressionante che veniva riscaldato e illuminato dalla tenerezza di quelle suore. Il giornalista chiese a Madre Teresa “Dove trovate la forza per vivere qui, in mezzo a tanto dolore e a tanta miseria?”. Da non credente, fu sorpreso dalla risposta della Madre: “La nostra forza è l’Eucaristia!”. Alcuni anni dopo Malcom si fece battezzare e divenne cattolico. Dichiarò: “Ho chiesto il battesimo e desidero diventare cattolico per ricevere quell’Eucaristia che in quelle suore produce il miracolo dell’amore: voglio viverlo anch’io”

Un miracolo d’amore che avvolge, sostiene, impegna numerosi laici, giovani e sposi che scelgono di fare dell’Eucaristia il pane quotidiano, il cuore pulsante di ogni giorno. Un miracolo contemplato nella scorsa solennità del Corpus Domini, quando un gruppo di laici durante la Celebrazione Eucaristica che si è svolta all’aperto presso la Cappella Martin ad Angri (SA) ha fatto promessa eucaristica aggiungendosi ad altre cento persone che dal 2007 testimoniano che non si può stare dentro la vita quotidiana e dentro la storia con amore senza l’Eucaristia! Né si può celebrare l’Eucaristia senza mettersi al servizio degli altri. 

È il carisma eucaristico che la Fraternità di Emmaus vive e annuncia con passione. Ogni anno nella cornice liturgica che richiama la presenza reale di Cristo, un numero sempre più crescente di laici, vive la promessa eucaristica, un patto che invita alla messa quotidiana, all’adorazione eucaristica frequente e all’annuncio della grandezza di questo dono. Essa è il sigillo maturo di una più ampia esperienza di fede. 

La promessa eucaristica nasce dallo slancio del cuore, è frutto e segno di quella sovrabbondanza di amore che Dio ha seminato nella nostra vita. Ritrovarsi ogni giorno attorno all’altare del Signore significa vivere la fede come un patto definitivo, è segno di una scelta che appartiene intimamente alla persona, di un legame che tocca tutte le fibre dell’essere che veste tutta l’esistenza. La promessa spinge a camminare nella santità con coerenza e decisione. Un popolo eucaristico fatto di laici, giovani e per lo più sposi che fanno i conti ogni giorno con mille cose da fare e seguire, studio, lavoro, famiglia, figli, impegni ecclesiali e sociali ma in tutto questo c’è un primo posto, ed è riservato a Gesù Eucaristia. 

Un popolo eucaristico che anche durante la pandemia ha cercato di restare fedele a questo dono in tutte le forme possibili e sono tante le testimonianze che potrei raccontare.

Ho chiesto ad una cara amica e sorella nella fede (di cui non riporto il nome per motivi di riservatezza) di raccontarci cosa significa per la sua vita di sposa, di madre e di servitore dello Stato questa promessa eucaristica. La sua testimonianza semplice ha riscaldato il mio cuore e credo farà lo stesso con voi. 

“L’Eucaristia quotidiana è prima di tutto l’espressione del desiderio profondissimo di abbeverarsi alla vera sorgente, quella che ha nutrito i primi passi in coppia già durante il tempo del fidanzamento, quando sostavamo a lungo in silenzio davanti a Gesù Eucaristia: questa esperienza illuminava, ispirava e arricchiva i contenuti del nostro dialogo, nutrendo i nostri sogni di servire nella società e nella Chiesa e di formare una famiglia cristiana. Più di tutto la contemplazione dell’Eucaristia rafforzava e rinvigoriva il nostro amore, proiettandolo in una dimensione di eternità. Ne svelava la natura più umana e al tempo stesso più divina, ovvero la sua aspirazione all’infinito e a durare nell’OLTRE di Dio. Il matrimonio non ha offuscato nessuno di questi santi ideali, ma ci ha quotidianamente fatti confrontare da adulti con fatiche, problemi, sofferenze, trepidazioni educative, ingiustizie sociali e professionali.

Oggi con il nostro sì all’Eucaristia quotidiana – arricchiti e plasmati dalla vita matrimoniale – diciamo a Gesù che vogliamo mettere Lui al centro di ogni scelta, di ogni necessario discernimento, di ogni più santo desiderio di Bene, nella consapevolezza che solo in Lui i nostri ideali possono trovare compimento, e che il nostro amore chiede ardentemente di nutrirsi in Lui e di Lui. Vogliamo assaporare sempre più in profondità e verità l’esperienza di scorgere Gesù nel volto dell’altro, in una catena inesauribile che ci unisce a Lui ed unisce le nostre anime in un’unica presenza unificante: la Sua. Scegliamo l’Eucaristia perché il nostro amore viene da Dio e a lui ritorna, perché riconosciamo che non appartiene a nessuno, nemmeno a noi stessi: nella Messa quotidiana lo rimettiamo a Lui perché lo rafforzi e ne faccia un moltiplicatore di bene. 

Per me, come donna, l’impegno di andare a Messa ogni giorno impone un più razionale utilizzo della risorsa più preziosa: il TEMPO. Conciliare gli impegni di cura della casa e dei figli, la vigilanza sulle fatiche di mio marito, la gioia di interrompere ogni impegno per intrattenermi con un amico in difficoltà, triste, o soltanto desideroso di una chiacchiera, la tensione costante a svolgere con scrupolo e coscienza un lavoro difficile e totalizzante, privo del balsamo di un orario di inizio e di fine: questa è l’immane sfida quotidiana, che se, da un lato, non si può vincere senza un sovrappiù di grazia, dall’altro sento che verrà facilitata dalla necessità di trovare più tempo per Gesù. Correre a Lui ogni giorno, ne sono sicura, mi costringerà ad utilizzare meglio il poco tempo che ho. Ma darà anche un significato diverso alle innumerevoli vocazioni e trepidazioni dell’oggi: tutto è importante, ma tutto si potrà ogni tanto sospendere per poi riprendere con la forza che viene dall’Eucaristia. Chiedo a Gesù la grazia di fare sintesi tra azione e contemplazione, tra opere e preghiera.

Come mamma, il desiderio di Bene per le anime dei miei tre figli è la molla che sempre più insistentemente mi spinge verso Dio, verso la sua Luce, la sua Grazia, il suo Corpo, il suo insegnamento, il suo Volere. Generare, allevare, educare e ri-generare un figlio è impresa per la quale non può bastare il mio impegno; solo Gesù può aggiungere all’esperienza della maternità ciò che la mia povertà mi impedisce di essere e di donare. 

Come donna delle Istituzioni e servitore dello Stato, a cui ho dedicato e dedico con passione e intensità la parte più consistente delle mie energie, anche a scapito talvolta – almeno apparentemente – di quanto dovuto a genitori, figli e marito, vorrei (ma non si può in poche battute) spiegare quale dialogo continuo con Dio sostiene il mio usurante lavoro. Dico soltanto che da sempre ogni volta che mi accosto all’Eucaristia vivo la Comunione dei Santi con i colleghi, in particolare Paolo Borsellino e Rosario Livatino, che hanno fatto della fedeltà a Dio e dell’amore per la POLIS la spinta propulsiva del loro impegno nell’amministrare la giustizia, trovando in queste sorgenti la forza e la motivazione per fare della loro vita un dono totale per gli altri, come del resto possono testimoniare i loro cari e soprattutto i loro scritti”.

Caro lettore, questi sono i miracoli d’amore che l’Eucaristia compie, un miracolo che può interpellare anche te!




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