Messa con popolo

“Padre ci riconosci con queste mascherine?”

mascherina

di don Gianluca Coppola

Abbiamo dovuto osservare mentre il mondo cercava un farmaco contro il virus, neutralizzando l’unico vero rimedio: l'Eucaristia. Ma ora il popolo è tornato a Messa ed io continuo a pensare alle parole di Gesù a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.

A tratti sembra di stare in uno di quei film apocalittici che parlano di pandemie catastrofiche che sono tanto piaciuti ai più (paranoici) e che durante il lockdown sono andati in onda sulle reti nazionali e sulle piattaforme streaming, giusto per rasserenare gli animi, ovviamente… E di cose “rassicuranti” come queste i mass media ne hanno fatte davvero tante! Abbiamo assistito a un vergognoso combattimento tra reti televisive e canali di informazione, di ogni specie, all’ultima ansia. Una staffetta continua al passaggio del testimone della paura e della negazione della speranza. Il tutto mentre si cercava di neutralizzare l’unico farmaco reale, efficace e clinicamente testato contro la paura della morte: l’Eucaristia. 

Così ci è sembrata all’inizio la prima domenica celebrata col popolo. Nel giorno dell’Ascensione al cielo di Gesù abbiamo ricominciato a celebrare insieme alla nostra gente il più grande evento dell’umanità: la Santa Messa. Tra gli invitati non erano presenti Donald Trump, Giuseppe Conte, anche se entrambi sedicenti “cristiani”, insieme ai grandi nomi della finanza mondiale, ignari del fatto che, a detta di un tale san Pio da Pietrelcina: “Ad ogni Messa si decidono i destini terreni dell’uomo… tutto si decide lì”. Presenti invece le persone comuni, per lo più anziani e famiglie, chiusi dietro i dispositivi di sicurezza anti Covid-19 e pronti a subire qualsiasi “angheria” e limitazione pur di sedere ancora in quei banchi, ascoltare la Parola che salva, nutrirsi del “farmaco d’immortalità”. Poi ci vengono a dire che la fede è morta, che “Dio è morto”, io direi solo che è migliorata in qualità a scapito, grazie a Dio, della quantità… ma questo è un altro discorso.

Prima della Celebrazione vado all’ambone per salutare tutti e porgere un benvenuto insieme ad alcune raccomandazioni, quando, in un impeto di gioia, col cuore conteso tra la paura, l’evidente imbarazzo e quello strano impulso che spinge in avanti chi si sente depositario di qualcosa che non può tacere, Rita si alza e grida dall’assemblea: “Padre ci riconosci con queste mascherine? Siamo noi!” e una lacrima le scende dagli occhi bagnandole la “bautta”. In quel momento il mio cuore non ha potuto tacere e gli ho gridato: “Certo, siete le mie pecorelle, il pastore consce le sue pecore, sempre. Vi riconosco dalla voce”. In quel momento, facendo molta fatica a trattenere la commozione, ho sentito che niente di ciò che la Chiesa ha ricevuto da Dio si può cancellare. Ho pensato all’est comunista in cui per diversi decenni si è sistematicamente vietata la celebrazione dell’Eucaristia e come dopo tanti anni tutto è rinato più forte di prima, dato che oggi dall’est ci viene una grande lezione di fedeltà a Dio e al magistero della Chiesa. Basti pensare alla Polonia, dove non si è mai negata la partecipazione del popolo alla Messa, anche nella fase più acuta delle restrizioni e dove lo stesso Primo ministro ha partecipato ogni giorno all’Eucaristia e non ci sono stati contagi nelle Chiese. Ma soprattutto è stato uno dei paesi meno colpiti. 

Inizia la Celebrazione e tra mascherine, gel igienizzanti e tante lacrime di commozione esplode dall’assemblea un canto dirompente. Questa Ascensione, allora, mi dico, è stata un Pasqua. La Pasqua del popolo desideroso di Dio, desideroso di vita eterna. E ancora una volta sono andato col pensiero alle parole di Gesù, quelle dette a Pietro, forse le più belle mai pronunciate dal Maestro al capo degli Apostoli: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Niente potrà mai distruggere ciò che Gesù ha edificato! 

Coraggio, andiamo avanti, senza paura. E tutto questo ci sia di insegnamento. La Messa non è un di più. La Messa è il primo “genere” necessario all’uomo. Perché solo Dio può salvare questo mondo e nell’Eucaristia, Lui è presente.




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