Aborto Donna muore in casa. La causa? L’aborto “fai da te” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 14 Maggio 2020 Nessun commento su Donna muore in casa. La causa? L’aborto “fai da te” di Ida Giangrande Succede in India. Una madre muore insieme al piccolo che portava in grembo a causa di un sovradosaggio del farmaco abortivo. Un errore fatale, fin troppo prevedibile, a cui molte donne sono esposte. Come mai nessuno ne parla? Una donna in India è morta insieme al suo bambino non nato dopo aver assunto farmaci abortivi a casa. Lo apprendiamo grazie ad un articolo di Life News. La donna era alla sesta settimana di gravidanza ed è morta per una emorragia causata da un sovradosaggio di farmaci abortivi. […] Gli aborti sono legali in tutta l’India. Non è chiaro perché la donna possa aver cercato di abortire a casa. Anche se i rapporti non lo suggeriscono, c’è la possibilità che possa essere stata forzata o costretta a farlo. Questa triste vicenda irrompe sulla scena internazionale proprio ora che, a causa della pandemia, si è parlato spesso dell’aborto “fai da te” come di una soluzione per non recarsi in ospedale ed evitare così il rischio contagio. Leggi anche: Agire chimicamente sul corpo della donna significa “liberarla”? La notizia, ovviamente, è finita nel calderone delle cose meno importanti, di quelle che non hanno diritto di cronaca soprattutto ora. Pensare che una delle ragioni alla base della legalizzazione dell’aborto è proprio la salute della donna dato che del bambino non si parla mai! Mi chiedo come sia possibile che nessuno pensi a quanto può essere pericoloso un aborto tra le mura domestiche. Se bisogna attenersi alle prescrizioni del medico per l’uso degli antibiotici, come non farlo per una pratica così delicata come un’interruzione di gravidanza? Quanto è facile commettere un errore di dosaggio del farmaco? Un rapporto della Food and Drug Administration (FDA), ente governativo statunitense, riferisce che “dal 2000 al 2018 almeno 24 donne sono morte, 97 hanno avuto gravidanze ectopiche, 1.042 sono state ricoverate, 599 hanno avuto trasfusioni di sangue e 412 infezioni (di cui 69 gravi), per un totale di 4.195 eventi avversi segnalati”. Sono dati che riguardano l’aborto legale, praticato in strutture sanitarie, con tanto di medici, infermieri e tutto l’occorrente per intervenire nel caso qualcosa andasse storto. A quanto salgono le possibilità di rischio per la donna, in un aborto domestico? Come mai nessuno ne parla? Da questa drammatica vicenda emerge poi un altro spettro, quello più nascosto e insidioso che abita ai confini della civiltà, dove povertà e maschilismo si mescolano in una miscela esplosiva. La fonte dell’articolo lascia intendere chiaramente che la donna potrebbe essere stata costretta a praticare un aborto “fai da te”. Ebbene sì, sappiamo tutti che esistono zone nel mondo in cui molte donne sono ancora obbligate a fare quello che non vogliono, anche a costo di rimetterci la vita come in questo caso e, spesso, si tratta di stratagemmi per sfuggire alle fauci della povertà. Penso alla maternità surrogata ad esempio. Sullo sfondo poi, come se fosse la cosa meno importante, la vita del bambino. La più piccola e fragile, quella nascosta agli occhi del mondo, assolutamente incapace di difendersi o di farsi sentire. Vite innocenti inghiottite dall’oblio, selezionate in base alla qualità, vendute su ordinazione, eliminate nelle fognature del mondo. Per fortuna non è tutto così nero come sembra e a fare da contraltare alle brutte notizie ce ne sono altre di quelle che fanno rallegrare il cuore. Sempre Life News racconta la storia di una madre che ha rifiutato l’aborto pur sapendo che suo figlio sarebbe nato senza braccia né gambe. “Camden ha cambiato la mia vita nel miglior modo possibile. […] Lui ha dimostrato che l’amore può farti superare qualsiasi ostacolo”. Queste le parole con cui Whiddon commenta la storia di suo figlio. Quando scoprirono della malformazione, c’era ancora la possibilità di abortire il bimbo, i medici stavano per convincerla a farlo, parlando dell’aborto come di un atto di compassione nei confronti del nascituro. Ma quel piccolo è nato ed è la dimostrazione vivente che gli uomini non sono solo corpi perfetti e motori a più velocità, sono soprattutto anime che non hanno bisogno di perfezione per esprimersi. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, vita ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Life skills”: strumento per combattere e prevenire le dipendenze nei giovani Papa Francesco: “La Madonna ci fa vedere Gesù. Lei ci apre le porte, sempre!” Famiglia con undici figli insultata sui social: “Dovete avere dei disturbi psicologici!” Lo Spirito Santo “non resiste” alla preghiera: noi preghiamo, Lui viene. 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