Restiamo Umani
Ripartiamo senza indugio ma verso una società più equa…
di Ludovico di Lemma
La Pasqua mi costringe a riflettere sul sepolcro vuoto. Una testimonianza vivente che il bene è possibile. In questi giorni in cui abbiamo dovuto contemplare tanti sepolcri una considerazione si fa urgente: è necessario ripartire sì ma in una maniera del tutto nuova.
La Pasqua è una gioia grande per noi credenti. Uno squarcio di luce talmente potente che nei giorni successivi non puoi non continuare a pensarci. Soprattutto in questi giorni in cui, dato l’isolamento domestico, abbiamo molto tempo in cui pensare. Lo sgomento per la perdita del Maestro e il desiderio di non volersi definitivamente staccare da Lui, portarono le donne, di buon mattino, a recarsi al sepolcro per restare vicino a Colui che era stato per loro il fare di tante giornate. La meravigliosa scoperta della pietra rotolata via dall’ingresso del sepolcro, del sepolcro vuoto, fu l’occasione per trasformare un’iniziale tristezza in una straripante felicità che doveva essere a tutti i costi condivisa.
Con quel sepolcro vuoto si aveva la conferma che la vita aveva vinto la morte, che la speranza di vincere il male non è vana se si vive animati da carità e amore. Il senso di quel sepolcro vuoto torna impetuosamente di attualità in questi giorni dove la pandemia da Covid-19 sta provocando molte vittime e generando le condizioni per una crisi economica globale.
Il lockdown ha imposto la chiusura di molte fabbriche e esercizi commerciali portando tanti individui e famiglie a non avere risorse economiche adeguate per continuare a vivere dignitosamente. Quel sepolcro vuoto ci insegna però che se viviamo con carità e amore allora il bene vince il male, la vita vince sulla morte e si può contribuire alla realizzazione di un mondo più solidale.
La curva dei contagi comincia a calare, seppur lentamente, e si guarda già alla ripresa. Riprendere è importantissimo, ma per fare in modo che tutto il dolore delle vittime non vada perduto, è importante riprendere in una maniera del tutto nuova. La crisi da cui siamo stati investiti impone ai potenti del mondo una revisione delle politiche sociali ed economiche. Il profitto indiscriminato non potrà rappresentare l’elemento essenziale alla realizzazione di un mondo più giusto. Non basta prevedere sussidi per le persone in difficoltà o congelare i debiti dei paesi poveri per sperare in un mondo più equo. È necessario pensare ad un nuovo modello di stato sociale, una civiltà dove al centro ci sia l’uomo e non il denaro.
Una società dove egoismo e indifferenza lascino il posto a carità e amore. Quel sepolcro vuoto ci crea così notevole imbarazzo perché ci impone una scelta. Se siamo pienamente consapevoli della novità annunciata da questo evento, non possiamo restare vittime del nostro egoismo, dobbiamo invece ripartire senza indugio. È necessario vivere e testimoniare l’amore, contribuendo tutti insieme alla civiltà dei diritti e della libertà.
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