Crisi coniugali

L’amore ai tempi del coronavirus

cuori

di Giovanna Abbagnara

In Cina è boom di divorzi e in Italia? Replicheremo il modello cinese? Meglio essere vigilanti e custodire l’amore e la vocazione ricevuta.

Uno degli effetti del coronavirus è aver costretto le coppie a ripensare al loro rapporto e a riorganizzare i tempi: la gestione familiare, gli spazi da condividere, l’organizzazione per lo smart working, per la spesa e le altre cose essenziali. Dalla Cina arriva una notizia, riportata dal quotidiano Global Times: dopo la quarantena c’è un boom di richieste di divorzi al punto che a Xi’an e in altri distretti, come quello di Yanta, si registrano sportelli intasati di pratiche e di persone in attesa di separazione. La convivenza forzata e i nuovi ritmi di lavoro hanno messo a dura prova la relazione coniugale. Perché? Replicheremo anche in Italia il modello cinese?

Non sono una sociologa, né una psicologa, mi limito a registrare in questo tempo nella mia famiglia e anche nelle case di tanti amici un innalzamento di tensione. È normale. Bisogna rivedere tempi e spazi della vita familiare e per quanto possibile trasformare questo tempo di emergenza in tempo di opportunità. Se lasciamo entrare la paura, il disagio, l’insofferenza, la mancanza di abitudini a noi care, è chiaro arrivare in poco tempo sul baratro del conflitto. 

Le coppie forse si rivedono dopo tempo. Non in senso fisico si intende, è lo sguardo che cambia e quasi costringe a fare una verifica del rapporto di coppia e della relazione con i figli. Troppo spesso infatti, e questo accade maggiormente alle coppie che hanno alle spalle alcuni anni di matrimonio, siamo caduti in una pacifica convivenza dove si cerca di mantenere un apparente equilibrio e si gestisce il rapporto e la famiglia come una bella e ordinata azienda dove insieme al bilancio quadra anche la relazione coniugale. 

Le crisi, interne o esterne, rimettono in gioco il perché e invitano a ripensare anche a come si vive e si risponde alla vocazione al matrimonio altrimenti è facile cadere nella logica del condominio in cui, salvo alcune regole comuni, tutto il resto è lasciato alla scelta del singolo. Il matrimonio è una dolorosa e continua conquista dell’amore dove il premio è la costruzione del noi. Un cammino non semplice che richiede impegno e sacrificio. Più che soccombere dunque alle logiche della sociologia meglio affidarsi alle cure della fede in questo tempo e darci in questo nuovo planner della vita familiare, spazi e tempi opportuni per la relazione di coppia. 

Possiamo considerare questo tempo un nuovo inizio. L’emergenza può separare ancora di più o riavvicinare, costringendo gli sposi a fare i conti con quell’amore ricco di sogni e di progetti che riempivano i pensieri durante il tempo del fidanzamento e riguardare il proprio sposo, la propria sposa come un dono di Dio. Non dimentichiamo che l’amore non è solo sentimento e passione, desiderio ed emozioni ma è un atto della volontà mediante il quale la persona decide di camminare insieme ad un altro. Il desiderio della comunione e della condivisione si traduce in una serie di impegni che costruiscono la comunione. 

Quali sono questi impegni? Fare a gara nel mettere l’altro al primo posto, pregare insieme chiedendo a Dio il dono dell’unità, riservarsi spazi dove alla luce della Parola comunicarsi pensieri, sogni e preoccupazioni, condividere la fragilità dell’altro se interviene la paura per questo brutto virus, aiutare l’altro a riorganizzare gli spazi del lavoro. Apparentemente può sembrare che questo tempo favorisca l’intimità, parola chiave nella relazione di coppia, ma la vera intimità cresce attraverso i sentieri del dialogo, dell’accoglienza, della pazienza, della delicatezza. 

Alcuni anni fa ho letto un libro di Susanna Tamaro, Per sempre, che racconta la storia di Matteo che perde la sua amata Nora e il figlio Davide in un incidente stradale e ripercorre gli anni e l’amore vissuto per la moglie. Ad un certo punto racconta di una incomprensione nel loro rapporto: “«Quando ci si rinfaccia le cose» ripetevi girando smarrita per casa «non si è più in due nel rapporto ma in tre – tu, io e il tarlo che ha cominciato a rodere la nostra storia. Nell’oscurità della materia, i tarli lavorano con discrezione, scavano gallerie per anni e, a parte qualche minuscolo fastidio, non ti accorgi di niente. Poi un giorno posi una tazza sul tavolo e il legno cede, sprofonda e, in un istante, la superficie solida che conoscevi si trasforma in un cumulo di soffice segatura»” (pag. 133). Se non restiamo vigilanti è facile che il virus dell’indifferenza entri e scavi ferite nel nostro amore. “Non c’è niente di più difficile del camminare uno accanto all’altro” aggiunge Mattia.  

La vita matrimoniale è un pellegrinaggio fatto di tappe. Questa emergenza costituisce una di queste. Sta a noi scegliere come viverla custodendo l’amore nella prova. È il tempo della responsabilità sì ma soprattutto verso la vocazione ricevuta.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.