Restiamo umani Chi pensa ai sacerdoti contagiati o uccisi? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 18 Marzo 2020 Nessun commento su Chi pensa ai sacerdoti contagiati o uccisi? di Ida Giangrande Ogni giorno il bollettino di guerra ci dice che sono sempre di più i contagiati tra medici e infermieri. Qualcuno inneggia, come è giusto che sia, anche alle altre categorie sociali esposte al pericolo perché non ci manchi nulla, tra queste anche i sacerdoti. Bergamo, i sacerdoti morti a causa del contagio sono 10 tra cui monsignor Tarcisio Ferrari, ex segretario dell’arcivescovo Gaddi. A Parma sono 5 i sacerdoti morti. A Cremona se ne contano due. A Milano è scomparso ieri don Marco Barbetta, 82 anni, cappellano del Politecnico, figura nota nel movimento di CL. Nella diocesi di Lodi è morto don Carlo Patti, 66 anni. Una vittima anche in diocesi di Brescia, due nelle diocesi del Piemonte. Sono decine i sacerdoti positivi, alcuni in condizioni anche molto gravi. A giudicare da questo bollettino di guerra, sembra proprio che le chiese non abbiano chiuso se non formalmente. Li abbiamo visti camminare per le vie delle città deserte in sella ad un furgoncino imbracciando un Rosario e un megafono. Li vediamo ogni giorno celebrare la Santa Messa da soli in chiese vuote. Cercano di raggiungere i fedeli usando le dirette Facebook, si fanno sentire attraverso WhatsApp. L’ultima proviene da Siracusa in Sicilia. Sulla porta della chiesa parrocchiale dedicata a San Paolo Apostolo e in tutto il rione, da qualche giorno è comparso un foglio con questa scritta: “Per evitare la diffusione del virus, anche la parrocchia di S. Paolo evita incontri ed assembramenti di persone. Tuttavia, oltre a fornire assistenza, vi lasciamo i nostri numeri telefonici a cui potete chiamare se vi sentite soli. Se avete qualcosa da segnalare, se semplicemente volete fare due chiacchiere”. A firmare il parroco, padre Rosario Lo Bello. Seguono i nomi di tre ragazzi e i loro rispettivi numeri di cellulare. Sono Giuseppe, Aleksander e Francesco in prima linea nel portare avanti una sorta di call center dedicato alle persone più sole del quartiere di Ortigia. La solitudine è infatti uno dei rischi e, probabilmente, una delle condizioni di tanti in questi giorni. I ragazzi fanno parte di un bel gruppo di liceali che collaborano con le iniziative della parrocchia. Iniziative che a San Paolo sono tante, prima fra tutte la preparazione e la distribuzione di pasti caldi ai più poveri a cui i giovani contribuiscono, alternandosi con il gruppo degli adulti. E ora mettendo a disposizione il loro tempo per rispondere a chi chiama il loro numero, anche solo per fare una chiacchierata. “In un momento come questo – ci dice padre Rosario – , ho avvertito il rischio che la comunità si spezzetti e allora ho pensato che, non potendoci incontrare, dovevo essere io e i miei collaboratori a raggiungere soprattutto i più soli, tramite il telefono e così abbiamo messo in piedi due servizi: uno fatto dai ragazzi che ricevono le telefonate di chi appunto ha bisogno, mentre gli adulti della comunità chiamano gli anziani di cui abbiamo i numeri e che già conosciamo”. “Il mio problema in questo momento – sottolinea don Rosario – e lo dico anche a qualche confratello che mi ascolta, è la credibilità della Chiesa che deve dimostrare che c’è. Noi stiamo scommettendo molto. Se in questo momento noi non siamo presenti nel nostro tessuto, il rischio è che la gente pensi che la Chiesa serve a poco. È quello che ha fatto il Papa: camminare per strada, normalmente, perché la gente ha bisogno del conforto della Chiesa, ha bisogno di sentire che la Chiesa in Italia è ancora capace di costruire un tessuto sociale. La gente ha bisogno di percepire la Chiesa come chiesa di popolo”. Quando si dice una “Chiesa in uscita”! In questo clima di incertezza generale dunque è importante trovare o ritrovare la forza per ringraziare e tra tutti non dimentichiamo un ringraziamento speciale anche ai nostri presbiteri perché nonostante il virus si fanno eco di una Chiesa vicina alla sofferenza dell’uomo. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Coronavirus, sacerdoti ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Life skills”: strumento per combattere e prevenire le dipendenze nei giovani Papa Francesco: “La Madonna ci fa vedere Gesù. Lei ci apre le porte, sempre!” Famiglia con undici figli insultata sui social: “Dovete avere dei disturbi psicologici!” Lo Spirito Santo “non resiste” alla preghiera: noi preghiamo, Lui viene. Parola del Papa Dilexit nos: perché il Papa ci incoraggia a tornare al Cuore di Gesù? Papa Francesco: come fare perché la Cresima non doventi “l’estrema unzione”? La maternità surrogata reato universale. No, affittare l’utero non è come donare un rene Più vita e più famiglia contro la solitudine, una primavera demografica per ritrovare la speranza 15 ottobre, giornata internazionale della consapevolezza del lutto prenatale «Sanità e santità»: un binomio da approfondire e da curare Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!