Madre/Figlio

Il volto di una madre che aiuta a diventare grande…

mamma

di Gabriele Soliani

Stavo tornando in funicolare e l’immagine di un bambino mi ha colpito: era sereno, non usava il telefonino e soprattutto era felice come la sua mamma.

Capita sempre più raramente di vedere un bambino che sia bambino o che faccia il bambino. Mentre, qualche pomeriggio or sono, salivo con la funicolare ho notato vicino a me una mamma col suo bambino di 6/7 anni. Il motivo per cui ho notato proprio lui? Non solo perché era piccino, ma anche perché era calmo e aveva il volto sereno vicino alla sua mamma. Non maneggiava il telefonino e guardava le persone con lo sguardo arguto e interessato.

Ogni tanto lanciava qualche occhiata fuori dal finestrino. Non era agitato e nervoso: forse perché non era in “astinenza” da telefonino e quindi vuol dire che ne fa pochissimo uso, come dovrebbe essere normale per un bambino della sua età. Naturalmente anche la mamma non guardava il telefonino, ed è questa la novità. La mamma silenziosa ogni tanto gli prendeva la mano e lui se la lasciava prendere avvicinandosi a lei in atteggiamento di fiducia e abbandono, come dovrebbero fare tutti i bambini (specialmente i maschi). Anche lei, la mamma, aveva un volto sereno e disteso senza l’ansia di leggere l’ultimo messaggio Whatsapp. Ho notato che il figlio la osservava a lungo e il suo sguardo si riposava nella calma serenità della madre. Che bella immagine! Dovrebbe essere così per tutti i bambini.

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Gli studi, e l’esperienza, affermano che l’unico modo per acquistare la sicurezza di base è proprio lo sguardo che il bambino ha per la mamma e in particolare per il suo viso. Dal viso infatti passano i sentimenti e le emozioni più segrete che il piccolo assorbe per la sua vita. Il compito e il dono di essere madre è straordinariamente importante e le mamme dovrebbero avere il tempo e la preparazione per metterlo in pratica. Il futuro della società passa proprio da questi atteggiamenti. La controprova sono gli atteggiamenti inquieti e apatici dei bambini dipendenti dal telefonino. E più sono piccoli meno sono in grado di controllare la compulsione ad usarlo. Sembrano silenziosi e concentrati ma in realtà diventano schiavi del telefonino e disattenti a tutto ciò che li circonda. Disattenti agli altri, ai genitori, alla natura e ai loro propri sentimenti. Poi assumono atteggiamenti svogliati e aggressivi perché la visione dei video o dei giochini sul telefonino li fanno rimanere alla superfice del loro mondo psichico. Tutto ciò che li circonda è, ovviamente, meno eccitante del telefonino e questo li manda in ansia. La noia è il passo successivo insieme all’apatia che rende difficile lo studio scolastico, la lettura, la curiosità e anche il gioco. Non dimenticherò il volto di quel bambino in funicolare con la sua mamma che, come vera educatrice, lo stava preparando alla vita futura.




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