Coronavirus
Uno spazio dove è possibile raccontarsi ai tempi del Coronavirus: #restiamoumani
Di Giovanna Abbagnara, direttore
Punto Famiglia lancia un hashtag per inaugurare uno spazio per le tante esperienze sommerse di persone che vivono nelle zone rosse e non. Perché in mezzo a questo delirio crescente è bene ricordare di restare umani.
L’emergenza coronavirus è esplosa in un Italia che sta vivendo ore di angoscia e di apprensione. Famiglie devastate dalla preoccupazione per un loro familiare, per i figli troppo piccoli, per il lavoro e il danno economico che a breve potrà essere conteggiato. I giornali fanno una buona informazione ma spesso generano panico e allarmismi che non aiutano. In questa situazione vorrei dare voce alla gente, alle famiglie che vivono nelle zone rosse, che con grande pazienza e coraggio stanno affrontando questo momento di crisi. Sarà uno spazio dove anche i sacerdoti potranno scrivere come stanno vivendo questo tempo straordinario, alcuni con il divieto delle Celebrazione cum populo. Oltre i numeri, oltre le statistiche, oltre le critiche ai politici di turno, ci sono volti, nomi, esperienze che dovremmo conoscere per restare umani.
Ed è per questo che ho pensato di lanciare con il nostro quotidiano Punto Famiglia.net un hashtag: #restiamoumani. Sarà uno spazio aperto dove ciascuno può raccontare la storia di come sta vivendo queste ore e questi giorni straordinari di emergenza coronavirus.
Sarà possibile scrivere a questo indirizzo mail: restiamoumani@puntofamiglia.net. La prima storia è giunta in redazione da Piacenza:
Piacenza, 27 febbraio 2020
Ciao Giovanna,
noi qui stiamo attraversando un momento di grande sofferenza. Siamo chiusi in casa, non possiamo mandare i nostri figli a scuola, né noi a lavoro. In questa situazione però vorrei raccontarti di una mia amica che ieri ha partorito nell’ospedale del mio paese, Piacenza, e che è stata contagiata dal Covid-19. Il bambino sta bene e non risulta contagiato. La mamma che era così preoccupata ora è contenta anche se forse per un tempo non potrà vedere il suo bambino. Io le avevo detto che in Cina, durante il picco dell’epidemia, molte donne avevano partorito bambini sani e in piena salute ma una mamma, tu lo sai, queste cose le comprende con il cervello ma il cuore è in ansia sempre per la vita dei suoi figli.
In questo momento noi stiamo cercando di tranquillizzare soprattutto i figli più piccoli. Se è una bella giornata di sole, li portiamo al parco a giocare un po’. Sono spensierati e felici di poter approfittare di questo tempo per stare più vicini a noi. Mio figlio di tre anni mi ha detto: “Mamma ma questo vilus mi piace, posso stare più tempo con voi!”. Quasi mi sono commossa nella tragedia. Ti abbraccio, a presto.
Valeria
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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