Cosa dice la Quaresima ai genitori?
Cari genitori, la Quaresima vi chiede di mostrare il volto misericordioso di Dio e di favorire, più che in altri tempi liturgici, la conversione dei figli. Ma ricordate: per educare alla fede bisogna avere una fede grande.
Il tempo che stiamo vivendo è attraversato da grandi stravolgimenti culturali, morali ed etici. Non occorre essere un osservatore attentissimo per accorgersene. La sensibilità morale è legata ad una scala di valori che trova nell’uomo e non in Dio il riferimento decisivo. È un fenomeno che coinvolge anche il mondo cattolico, sicché ci sono degli ambiti in cui la fede, anche per i credenti, non riesce ad essere il faro che orienta le scelte. Si creano così le condizioni per cadere in tentazione e peccare.
Sì peccato, una parola quasi scomparsa anche dal vocabolario dei genitori cristiani. Sono sempre di meno i genitori che si preoccupano di educare al senso del peccato e anche al catechismo se ne parla poco ormai. Il peccato originale? Non è altro che un racconto antico.
È giusto insistere sulla misericordia del Padre ma la certezza del perdono non deve alleggerire la colpa. Al contrario, io credo che è proprio a partire dalla consapevolezza della colpa che possiamo sperimentare l’abbondanza del perdono. Cari genitori, la Quaresima è proprio il tempo in cui permettere ai figli di sperimentare la condizione creaturale sottoposta al peccato ma anche redenta dal sacrificio di Cristo.
I nostri figli, più di noi, sperimentano la forza del secolarismo dominante. Vivono in un mondo che elimina il senso religioso e perciò annulla anche la coscienza del peccato. Chi non fa riferimento a Dio rimane travolto dall’impegno del mondo, prigioniero del fare, del produrre, alla ricerca del piacere. Finisce per perdere il senso dell’errore e anche di ciò che è giusto. L’unico modo che abbiamo per cercare di proteggere i nostri figli è proporre Dio come orizzonte esistenziale. “Se Dio non esiste, tutto è permesso”, diceva il grande romanziere russo Dostoevskij. Senza Dio non c’è nessuna norma di riferimento e così si finisce per giustificare o minimizzare ogni scelta in base a criteri del tutto parziali se non addirittura soggettivi che non possono farci costruire il bene comune.
I nostri figli, più di noi, sperimentano il relativismo etico in cui i valori religiosi e morali hanno perso la loro forza. Se tutto è relativo niente è assoluto e di conseguenza non ci sono atti intrinsecamente cattivi, perché tutto è spiegabile e motivabile. Purtroppo anche la fede è diventata una cosa relativa, un fatto di opinioni personali. Infine, cari genitori, dobbiamo riconoscere che la coscienza del peccato è fortemente indebolita dalla concezione di libertà. Un valore assoluto, direi quasi il dittatore moderno che non può essere limitato da nessuno neanche da Dio.
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Il tempo quaresimale è un tempo propizio per i genitori perché chiede loro di mostrare il volto misericordioso di Dio e favorire, più che in altri tempi liturgici, la conversione dei figli a partire dall’esame di coscienza.
Ecco allora alcuni suggerimenti:
Darsi appuntamento per la preghiera serale (quando tutti sono a casa) ed in questo spazio assicurare un tempo all’esame di coscienza. I genitori sono invitati a cogliere l’occasione della loro richiesta di perdono per spiegare anche le ragioni per cui chiedono perdono a Dio facendo così una catechesi sul significato e il senso del peccato.
Durante la richiesta di perdono è opportuno aiutare il figlio a rileggere la giornata, gli incontri che ha fatto, il modo in cui si è comportato.
Infine si può poi chiedere al figlio di scrivere un diario spirituale in cui annotare il suo esame di coscienza.
Ogni anno la Quaresima ci offre l’occasione per educare i nostri figli alla consapevolezza della veste bianca battesimale, l’abito con il quale potremo entrare in paradiso. Accompagnare i nostri figli durante la Quaresima significa aiutarli a porsi delle domande esistenziali. Proviamo a chiedere se riconoscono di essere bisognosi della salvezza di Cristo?
Ricordate: il Vangelo deve apparire fin dall’inizio come una sfida affascinante e faticosa, una provocazione che richiede un cambiamento. Se però noi genitori non siamo davvero disponibili a cambiare, non faremo nessun passo con decisione né potremo accompagnare i nostri figli a farne alcuno. La Quaresima per i genitori è un insistente invito ad essere testimoni e a chiedere ai nostri figli una fede decisa. Ricordate sempre che per educare alla fede bisogna avere una fede grande. Solo accogliere Cristo, vivere in Lui e per Lui, ci libera dal maligno. La Pasqua ci indica la strada del compimento ma rimaniamo ancora in cammino. Restiamo saldi nella fede.
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