Scuola Infrastrutture scolastiche vecchie e fatiscenti. Non aspettiamo tragedie, interveniamo ora… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 7 Febbraio 2020 Nessun commento su Infrastrutture scolastiche vecchie e fatiscenti. Non aspettiamo tragedie, interveniamo ora… di Ida Giangrande I nostri figli trascorrono nelle strutture scolastiche mediamente dalle 5 alle 8 ore al giorno. Ma qual è lo stato di salute degli ambienti scolastici in Italia? Non è la prima volta che succede! Con l’inverno, si sa, arrivano anche i fragorosi maltempo, sempre più violenti e devastanti negli ultimi anni, complice anche il surriscaldamento globale. Tuttavia mi sorprende che basti un brusco temporale o qualche raffica di vento per devastare le strutture scolastiche. Quando me lo raccontavano, arricciavo le labbra un po’ incredula, ma stamattina è accaduto a me. Una delle rare occasioni in cui non è la sveglia a svegliarmi ma il fischio del vento che si intrufola ovunque. Ti chiedi se è il caso di far alzare le bambine che dormono accucciate sotto i loro piumoncini colorati, poi ti fai coraggio e le chiami. La scuola è un diritto. Il loro diritto. E così via, si parte, salvo leggere sulla chat della sezione che i termosifoni in una delle giornate più fredde di febbraio, non funzionano. Parliamo di una scuola elementare e quindi di bambini ancora piccoli già decimati dai vari virus e controvirus che girano senza sosta. Ebbene accompagni tua figlia a scuola, pensando che risolveranno il problema e invece, quando arrivi in classe ti accorgi che, non solo non funzionano i riscaldamenti, ma i vetri delle finestre sono rotti. E allora non ne puoi più, in un attimo di follia, viene fuori la parte peggiore della madre che si sente toccata sul vivo. Vai in segreteria, chiedi spiegazioni, ma guarda caso, nessuno sa niente. Tutti bravi a dire: “Non è mia responsabilità”; “non sono io l’addetta”. Non è la prima volta che succede come dicevo prima ed evidentemente non è accaduto solo a me. I nostri figli trascorrono nelle strutture scolastiche mediamente dalle 5 alle 8 ore al giorno. I dati forniti dal XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole di Cittadinanzattiva, traccia un quadro molto chiaro della situazione attuale. Gli edifici monitorati sono 75, sparsi in 10 regioni, da Nord a Sud della Penisola. Secondo i dati forniti da Cittadinanzattiva e riportati da Skuola.net, le strutture scolastiche italiane non godono sempre di buona salute. Il caso più emblematico è, sicuramente, quello delle aule che presentano più di un problema: il 26% di queste presenta distacchi di intonaco e il 30% è a rischio fatiscenza con muffe e infiltrazioni alle pareti. Partendo da queste premesse appare quasi superfluo elencare le altre cose che non vanno. Nel 73% delle classi mancano porte-antipanico, non obbligatorie ma importanti soprattutto per gli ambienti comuni. Il 66% degli istituti non dispone di biblioteche, il 27% non è dotato di palestre. 1 aula su 4 ha spigoli non protetti (25%) e il 13% presenta una pavimentazione difforme. Meglio non stanno gli arredi interni delle aule che risultano danneggiati (o non a norma) nel 36% delle classi. Il 10% di queste ha, poi, finestre rotte e il 36% è senza persiane e tapparelle. Per quanto riguarda gli impianti elettrici sono a norma solo 1 aula su 4 (appena il 31% delle aule è in regola). Dati sconfortanti per un contesto dove la luce naturale è necessaria, se non altro perché in particolari giornate può diventare un elemento fondamentale. Questa la situazione generale, ma sono andata a fare altre ricerche e ho scoperto altre cosine interessanti. Sono circa 40 mila gli edifici scolastici monitorati nell’ambito dell’accordo siglato – lo scorso gennaio – tra il Miur, l’Agenzia spaziale italiana e il Consiglio nazionale delle ricerche e con l’Istituto nazionale di fisica nucleare per una rilevazione satellitare delle deformazioni degli edifici pubblici a uso scolastico censiti nell’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica. Cosa ne è emerso? Che gli edifici ‘attivi’ sono per l’esattezza 40.160, mentre quelli inattivi sono 3.042 e gli inattivi per calamità risultano 34. Ma il bello deve ancora venire: circa il 40% degli edifici scolastici – 15.439 – è stato edificato dal 1976 in poi, ma ce ne sono anche 582 che risalgono a prima del 1800, 944 costruiti tra il 1800 e il 1920, 3.099 tra il 1921 e il 1945, ben 11.969 tra il 1961 e il 1975. La maggior parte degli edifici, oltre 21 mila, non hanno certificato di agibilità che hanno invece 15.689; molti sono anche gli edifici scolastici che non hanno fornito l’informazione. Anche sul fronte della prevenzione degli incendi, solo 9.824 edifici hanno la certificazione adeguata, ben 23.799 non hanno certificazione. A tragedia consumata gridiamo facilmente allo scandalo, ma è questo il momento per prevenire e dobbiamo farlo per il bene dei nostri figli che non sono un fatto privato, ma il bene comune. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Infrastrutture, scuola ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Life skills”: strumento per combattere e prevenire le dipendenze nei giovani Papa Francesco: “La Madonna ci fa vedere Gesù. Lei ci apre le porte, sempre!” Famiglia con undici figli insultata sui social: “Dovete avere dei disturbi psicologici!” Lo Spirito Santo “non resiste” alla preghiera: noi preghiamo, Lui viene. Parola del Papa Dilexit nos: perché il Papa ci incoraggia a tornare al Cuore di Gesù? Papa Francesco: come fare perché la Cresima non doventi “l’estrema unzione”? La maternità surrogata reato universale. 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