Scuola

In classe con plaid e guanti… a scuola fa freddo

freddo

a cura della Redazione

Termosifoni spenti o quasi spenti, studenti obbligati a tenere su il cappotto e i guanti durante le ore di lezione. È la situazione denunciata dagli studenti ai microfoni di Skuola.net.

In classe fa freddo. È quanto denuncia uno studente su tre tra i 10 mila intervistati da Skuola.net. Con il Sud che soffre ancora di più: qui è il 40% dei ragazzi a lamentare disagi. La causa di tanto gelo? In quasi 9 casi su 10 i caloriferi non funzionano come dovrebbero. Il 31% degli studenti alle prese con le aule fredde dice che i termosifoni riscaldano solo in alcune aree del proprio istituto. Subito dietro c’è l’accensione a singhiozzo, per risparmiare sui costi di gestione: nel 28% dei casi i caloriferi vengono azionati solo poche ore al giorno. Più di un ragazzo su 10 – il 12% – riporta che l’impianto è addirittura rotto. Ma i termosifoni non sono gli unici imputati. Ad alimentare il gelo delle scuole intervengono anche altri elementi strutturali: è così per il 13% degli intervistati, che parla soprattutto di porte e finestre che non chiudono bene, disperdendo il calore di impianti già affaticati di loro.

Il 62% degli studenti, per evitare il congelamento, rimane con giubbini, guanti e cappelli per tutta la giornata; nei casi più estremi ci si aiuta con plaid, coperte e stufette elettriche. Qualcuno però non ci sta e rimane a casa (11%). Rarissimo che la scuola venga chiusa a causa del freddo (4%), che si spostino i ragazzi negli ambienti più caldi (4%) o che si proceda all’orario ridotto (2%). 

In oltre la metà dei casi (57%) si sono levati cori di protesta, quasi sempre (34%) da parte dei soli studenti ma non mancano gli episodi in cui si sono uniti a loro anche i professori (19%) o sono stati direttamente questi ultimi a farsi portavoce del malcontento (4%). Tra le forme di protesta, il 26% ha scritto una lettera alle istituzioni scolastiche, il 23% ha scioperato silenziosamente. In più di un caso su 4, però, si è passati alle vie di fatto: con assemblee straordinarie (8%), autogestioni (7%), manifestazioni (5%), occupazioni (4%) e sit-in (3%). 




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