Fecondazione assistita
Fecondazione assistita: tutta la verità
di Ida Giangrande
Qual è la differenza tra fecondazione in vitro e inseminazione artificiale? E tra fecondazione eterologa e omologa? Ne parliamo con Renzo Puccetti, bioeticista e medico.
Una delle grandi piaghe della società di oggi è la disinformazione. Sembrerà un controsenso ma nel caos delle notizie su temi importanti, come bioetica e vita, le persone non sanno cosa stanno realmente facendo. Così può capitare di confondere l’inseminazione artificiale con la fecondazione in vitro, ci spiegherebbe la differenza tra le due tecniche?
Nell’inseminazione il liquido seminale maschile viene raccolto, eventualmente trattato per concentrarlo, arricchirlo, o selezionare mediante ionoforesi il cromosoma sessuale degli spermatozoi, o ancora per depurarlo di eventuali agenti infettivi e successivamente, mediante un’apposita pipetta esso viene inserito nelle vie genitali della donna. Il concepimento eventuale si verifica nel corpo della donna. Il prelievo degli spermatozoi può avvenire mediante masturbazione, oppure raccogliendo il liquido seminale con condom normale o ancora con un forame apposito. Solo in questo caso la procedura è moralmente lecita non andando a separare i significati unitivo e procreativi dell’atto coniugale. Nel caso della fecondazione in vitro i gameti prelevati sono sia quelli della donna che quelli dell’uomo e la loro unione avviene in provetta, mediante tecnica FIVET o più frequentemente ICSI.
Fecondazione eterologa e omologa: cosa le distingue?
Nella fecondazione omologa i gameti impiegati per la produzione degli embrioni appartengono alla coppia, mentre in quella eterologa uno, o entrambi i gameti sono di una persona estranea, definita donatore, termine che cela la transazione economica che normalmente soggiace, meglio espressa dalla locuzione “parte venditrice”.
Sempre più spesso sento parlare di surrogazione di maternità. Qualcuno ancora rabbrividisce di fronte all’idea di affittare l’utero di una donna e autorizzare la compravendita di bambini. Ma vendere un ovulo non è più o meno la stessa cosa? In altri termini la fecondazione eterologa si può definire la madre della gestazione per altri?
Lei ha perfettamente ragione. Il principio base di stampo prettamente divisionista è lo stesso, considerare il corpo una cosa estranea alla persona, un’appendice da vendere, o noleggiare. Il figlio nella fecondazione eterologa e con la surrogazione subisce una doppia lacerazione, è reso orfano geneticamente non potendo risalire in parte o in toto alle sue origini genetiche e successivamente è reso orfano gestazionale, dal momento che colei che lo ha tenuto in grembo e con cui ha intessuto il complesso dialogo prenatale, lo consegna come un pacco postale.
Leggi anche: Fecondazione assistita: viaggio nella fabbrica dei bambini
Tornando alle tecniche di procreazione assistita. Ci spiegherebbe che cos’è la Fiv Genetic?
È la combinazione della fecondazione in vitro con lo screening genetico pre-impianto mediante biopsia di uno o due blastomeri a cui l’embrione viene sottoposto prima di trasferirlo nel corpo della donna. Se l’embrione è sano, ok, altrimenti lo si butta via.
Mi sembra di capire che solo alcune delle tecniche di cui sopra è finanziata dallo Stato, quando parlo di riproduzione assistita posso dunque pensare ad un mercato molto redditizio, ma quanto costa tutto questo in termini umani? C’è ancora un’etica in questo settore?
In Italia le coppie hanno diritto a 3 trattamenti di fecondazione in vitro finanziati dal sistema sanitario nazionale. Ovviamente vi è un florido mercato privato che affianca il settore pubblico.
L’economista della Columbia University Deborah Sparr ha dedicato ad esaminare questo mercato in un libro dal titolo che non lascia margine alla fantasia, “The baby business”.
Alla base di tutto c’è una logica spesso perversa: il diritto ad avere un figlio. Ma avere un figlio è proprio un diritto?
È un desiderio che le società democratiche per auto-mantenersi sono costretti a trasformare in diritti. Fare del figlio un diritto trasforma il figlio, un essere umano, in un manufatto. Se è un manufatto, se è un prodotto che posso acquistare in una transazione economica, ho tutto il diritto di pretendere nel contratto le clausole di salvaguardia del tipo soddisfatti o rimborsati.
Proviamo a delineare i contorni della Bioetica? Quanto è importante in settori come questo? La Bioetica nasce come scienza del limite etico a fronte delle possibilità che la tecnologia mette a disposizione; nasce per dire dei no a ciò che si potrebbe tecnicamente fare e lo fa sulla scorta dell’esperienza degli esperimenti nazisti, dove la classe medica della nazione più scientificamente evoluta non era stata capace di porsi da sola dei limiti.
Se potesse parlare direttamente alle coppie che hanno appena scoperto di non poter generare la vita biologicamente cosa direbbe?
Che il loro desiderio del figlio è bello e santo, che il loro dolore è lacerante, ma che non è giusto e non è degno dell’uomo trattare la sorgente della vita come un processo industriale. C’è un altro modo per essere padri e madri, possiamo esserlo spiritualmente, intellettualmente, e per chi ha maturato la necessaria apertura, lo si può diventare accogliendo i figli che già esistono, ma non hanno più un papà e una mamma.
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1 risposta su “Fecondazione assistita: tutta la verità”
GIUSTISSIMO CONSIGLIO NELLE ULTIME RIGHE DELL’ARTICOLO: APRIRE IL CUORE AD ACCOGLIERE BAMBINI CHE I GENITORI BIOLOGICI NON HANNO VOLUTO
PERSONALMENTE UNA SOLA VOLTA HO ESEGUITO LA FIVET, MA MI SONO SENTITA SOLO UNA CAVIA DA LABORATORIO;
CON LA SCELTA MATURATA DELL’ADOZIONE HO AVVERTITO UNA ENORME GIOIA , MA E’ UNA GIOIA DOPPIA, SIAMO FELICISSIMI IO E MIO MARITO E SONO FELICISSIMI I NOSTRI FIGLI CHE HANNO TROVATO FINALMENTE GENITORI CHE LI AMANO E CHE LORO HANNO SEMPRE DESIDERATO!!!
GRAZIE PER QUESTO PREZIOSO ARTICOLO