Cannabis e contraccettivi ormonali

I sospetti sui benefici della cannabis e dei contraccettivi erano fondati? Pare di sì, lo dice la scienza…

di Gabriele Soliani

Contraccettivi ormonali e uso terapeutico della cannabis possono nuocere gravemente alla salute sia mentale che fisica. Spesso i pazienti sono poco informati, ma alcuni studi stanno provano a fare chiarezza.

I sospetti sulla salute e sui benefici erano fondati. Stiamo parlando dei contraccettivi ormonali e dell’uso terapeutico della cannabis. Per la cannabis terapeutica l’efficacia sui disturbi mentali è ancora da dimostrare. Si dice che i cannabinoidi possano svolgere un ruolo terapeutico nei pazienti affetti da disordini psichiatrici. Un’analisi di oltre 80 ricerche scientifiche mostra invece che non ci sono abbastanza prove a supporto dell’azione terapeutica del THC nel trattare i sintomi di malattie mentali.

Secondo una meta-analisi condotta da un gruppo di ricercatori australiani, e pubblicata sulla rivista The Lancet Psychiatry, sono necessari ulteriori studi clinici prima di approvare l’uso di medicinali a base di cannabinoidi per il trattamento di disturbi mentali. Sembra infatti che le ricerche condotte finora non abbiano dimostrato l’efficacia del THC e del CBD (cannabidiolo) nel ridurre i sintomi psichiatrici ed anzi, a volte, queste molecole sembrano aggravarli. I ricercatori hanno analizzato 83 ricerche per un totale di 3.000 partecipanti. Gli studi, pubblicati e non, sono stati condotti tra il 1980 e il 2018, e di questi 40 erano trial controllati randomizzati. L’obiettivo era di valutare l’impatto dei cannabinoidi su sei condizioni mentali: depressione (42 studi), ansia (31 studi), disturbo da deficit di attenzione/iperattività (3 studi), sindrome di Tourette (8 studi), disturbo da stress post-traumatico (12 studi) o psicosi (11).

La maggior parte degli studi che fornivano dati su ansia e depressione erano in realtà condotti per valutare l’efficacia del THC, da solo o combinato con il CBD, su altre condizioni patologiche come la sclerosi multipla. Queste ricerche suggeriscono che la somministrazione di THC sia associata ad un miglioramento dei sintomi di ansia e depressione, ma, come osservano gli autori, questo risultato potrebbe essere dovuto a un miglioramento delle condizioni mediche del paziente. Occorrono dunque ulteriori ricerche che valutino l’effetto dei cannabinoidi esclusivamente su ansia e depressione. Il THC terapeutico sembra invece peggiorare i sintomi psicotici negativi e non avere nessun effetto sulle altre condizioni mentali esaminate, se comparato al placebo. “I medici e i consumatori dovrebbero essere avvertiti della scarsa quantità e qualità delle prove a supporto dell’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento dei disturbi mentali e dei potenziali rischi di effetti collaterali”, ha commentato la Professoressa Louisa Degenhardt, del National Drug and Alcohol Research Centre di Sydney, autrice principale della pubblicazione. E ha aggiunto: “Fino a quando non saranno disponibili prove da studi randomizzati controllati, non è possibile elaborare linee guida cliniche sull’uso dei cannabinoidi nei disturbi di salute mentale”.

Per quanto riguarda i Contraccettivi ormonali, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che controlla l’efficacia, la messa in commercio e gli effetti collaterali dei farmaci, ha emesso una nota per un aggiornamento sulle avvertenze per la depressione.

Al termine di una valutazione sui rischi di comportamento suicidario e di suicidio, associati a depressione in pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali, è stato deciso l’aggiornamento del bugiardino e del Rcp dei contraccettivi ormonali con una nuova avvertenza su tale rischio. Ne dà informazione l’Aifa e le aziende titolari di Aic di medicinali che rientrano nella categoria dei contraccettivi ormonali. Nella nota informativa dell’Agenzia si legge che sono in corso di aggiornamento le informazioni sul prodotto, Rcp e foglietto illustrativo, che riportavano alcuni disturbi psichiatrici come effetti indesiderati, con la seguente avvertenza: l’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati ben noti dell’uso di contraccettivi ormonali. La depressione può essere grave ed è un fattore di rischio ben noto per il comportamento suicidario e il suicidio. Alle donne va consigliato di contattare il medico in caso di cambiamenti d’umore e sintomi depressivi, anche se insorti poco dopo l’inizio del trattamento.

Infatti, dice l’AIFA: “Alcune donne che usano contraccettivi ormonali hanno segnalato depressione o umore depresso. La depressione può essere grave e a volte può portare a pensieri suicidari. Se si verificano cambiamenti d’umore e sintomi depressivi, si rivolga al più presto al medico per ricevere ulteriori consigli medici”. La nota ricorda che in Italia i contraccettivi ormonali sono autorizzati nelle forme farmaceutiche compresse, cerotto transdermico, dispositivo vaginale, dispositivo intrauterino (la spirale), impianto per uso sottocutaneo ed anello vaginale. Ed elenca i circa 42 principi attivi e combinati raggiunti dalla modifica. Senza dilungarci in note tecniche possiamo dire che rispettare e amare la fisiologia del corpo, che è meravigliosa, mantiene la salute fisica, psichica e spirituale perché l’essere umano creato non è fatto solo di cellule.   




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