Cardinale Robert Sarah

Cardinale Sarah: “La radice della crisi della civiltà, della Chiesa e del sacerdozio sta nel declino della fede in Gesù Eucaristia”

di Ida Giangrande

La crisi della Chiesa e dei sacerdoti, la rinascita che passa dai monasteri, dalle famiglie, dalla dottrina e dalla preghiera: tutto nel discorso con cui il cardinal Robert Sarah, ha presentato nei giorni scorsi a Milano il suo libro "Si fa sera e il giorno ormai volge al declino".

Non ha dubbi il cardinal Robert Sarah, arcivescovo guineano, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti: quella che stiamo vivendo è una crisi. La crisi della fede, la crisi della Chiesa e dei sacerdoti ma soprattutto, la crisi spirituale. La causa di tutto? Il declino della fede nella presenza effettiva di Gesù Eucaristia è al centro dell’attuale crisi e declino della Chiesa, specialmente in Occidente”. Le parole chiare ed incisive del cardinale ci arrivano dall’evento organizzato dalla Nuova Bussola Quotidiana in collaborazione con Cantagalli editore, dove il Prefetto del Culto Divino, ha presentato il suo ultimo libro “Si fa sera e il giorno ormai volge al declino”.

Nessuno sconto, Sarah ne ha per tutti: “Noi Vescovi, sacerdoti e fedeli laici siamo tutti responsabili della crisi sacerdotale e della decristianizzazione dell’Occidente. […] Invece di affrontare la questione cruciale della fede e la missione fondamentale della Chiesa che è la proclamazione del Vangelo e il nome di Gesù Cristo unico Salvatore del mondo, passiamo molto tempo a parlare di fenomeni sociali: omosessualità, accoglienza dei migranti, dialogo, cambiamenti climatici, questioni socio-economiche e politiche, sono diventate centrali non solo nel dibattito politico, ma anche in quello ecclesiale. È tutta una strategia di pressione, organizzata per cambiare l’insegnamento della Chiesa sul celibato e la morale sessuale”.

La prospettiva? È la seguente: “Se la fede non riacquisterà una nuova vitalità diventando una profonda convinzione e una forza reale attraverso l’incontro personale e intimo che si stabilisce con Gesù Cristo, tutte le riforme della Chiesa che intraprendiamo rimarranno inefficaci e vuote e noi ci avvieremo alla rovina. Questa perdita del senso di fede è la fonte e la radice della crisi della civiltà, della crisi della Chiesa e del sacerdozio, che stiamo vivendo oggi”.

In questa corrente di relativismo etico, dove tutto è stravolto “l’uomo separato da Dio è ridotto alla sua unica dimensione orizzontale. […] Questa amputazione è proprio una delle cause fondamentali del totalitarismo che ha avuto conseguenze tragiche nel XX secolo. Oscurando il riferimento a Dio, lasciamo spazio al relativismo e a una concezione ambigua della libertà, che finisce per collegare l’uomo agli idoli. Se Dio perde il suo carattere centrale, l’uomo perde il suo posto legittimo, non trova più il suo posto nella creazione, nei rapporti con gli altri. Il moderno rifiuto di Dio ci racchiude in un nuovo totalitarismo: quello del relativismo e del liberalismo assoluto che non ammettono nessuna legge diversa da quella del profitto”.

Da qui le tragiche conseguenze che la nostra società ben conosce: “Il deficit cronico del tasso di natalità soprattutto in Occidente, la programmata demolizione delle fondamenta della famiglia e del matrimonio, i vizi contro natura, gli atti di pedofilia o abuso sui minori, gli atti omosessuali e gli orrori della pornografia che dissacrano e avviliscono il corpo maschile e femminile. Tutto ciò manifesta una profonda crisi antropologica. Tutto ciò manifesta un senso di tenebrosa solitudine nella quale l’uomo è caduto. […] L’aborto è diventato un “diritto” delle donne. Gli anziani o i malati possono venire legalmente eutanasizzati in alcuni Paesi, anche europei, e così anche i più piccoli che possano soffrire di qualche disturbo che non riescono a “sopportare” o che non li rende accettabili per la società. Non è abominevole tutto questo? Quando l’unico signore sulla vita e sulla morte dovrebbe essere Dio stesso! Mentre combattiamo ovunque contro le mutilazioni genitali, una pratica disumana diffusa in alcuni Paesi, stiamo legalizzando congiuntamente ogni strumento di intervento sul corpo affinché le persone possano cambiare sesso in Occidente, se lo desiderano”.

L’ideologia del gender è un rifiuto luciferino di ricevere da Dio una natura sessuale. Dico che il transumanesimo è l’avatar definitivo di questo movimento. Colui che cambia di sesso si ribella contro Dio. In Francia mi hanno presentato il caso di un seminarista trans, che da donna si è fatto uomo. Sono dovuto intervenire fermando l’ordinazione diaconale”. 
Chiaro anche sulla questione celibato sacerdotale: “Gesù ha detto: «La messe è molta, pregate». Non ha detto: «Organizzatevi in un qualche modo», ma ha detto di pregare. Come ha spiegato molto bene Benedetto XVI partendo anche dalla Sacra Scrittura. Ognuna della 12 tribù di Israele aveva un territorio, solo i leviti non avevano territorio perché il loro territorio era Dio. Quando nel popolo ebraico si era chiamati alla carica sacerdotale si doveva lasciare la famiglia e vivere il celibato. Anche nell’Antico Testamento abbiamo l’esercizio del celibato sacerdotale. Quindi dico che nessun bisogno può cancellare il celibato sacerdotale. Sarebbe un danno terribile per la Chiesa. Ecco perché invito i sacerdoti a venerare il loro celibato”.  

E ancora: “Vedo i preti che vengono a concelebrare col Papa nelle grandi messe. Hanno nella destra la Santa Eucarestia e nella sinistra tengono il telefonino. Questi preti non credono! E la gente così li vede! Aiutateci allora a trattare bene l’Eucarestia perché è la sorgente della vita cristiana. Se danneggiamo l’Eucarestia, danneggiamo la fede”. 

Cosa fare dunque? La risposta del Cardinale è chiara: pregare. “Colui che prega si salva, colui che non prega è dannato, ha detto Sant’Alfonso. Una Chiesa che non porta la preghiera come bene più prezioso corre verso la perdita di sé stessa. Se non riprendiamo il senso delle veglie lunghe e pazienti con il Signore, lo tradiremo. Gli Apostoli lo fecero: crediamo noi stessi di essere migliori di loro? Non si tratta di moltiplicare le parole. Si tratta di fare silenzio e di adorare. Si tratta di inginocchiarsi. Vi dico senza esitazione: Volete elevare la Chiesa? Allora inginocchiatevi! L’uomo non è grande e raggiunge la sua nobiltà più alta solo quando si inginocchia davanti a Dio. L’uomo alto è umile e l’uomo umile è in ginocchio! Un uomo in ginocchio è più potente del mondo! È un baluardo inespugnabile contro l’ateismo, il pensiero dominante e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio scuote l’orgoglio di Satana!”.




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