Aborto
La 194 è una legge “intrinsecamente immorale”: lo dissero i vescovi nel 1978 e le conseguenze oggi lo dimostrano
di Gabriele Soliani
Se è possibile, per legge, sopprimere un essere umano, cosa può essere negato? A cascata tante derive saranno ammesse, basta vedere cosa si chiede allo Stato...
I vescovi italiani all’indomani dell’approvazione della legge, il 22 maggio 1978, espressero un “chiaro giudizio morale sulla legge civile che autorizza l’aborto: è una legge intrinsecamente e gravemente immorale“, spiegando che “quando autorizza l’aborto lo Stato contraddice radicalmente il senso stesso della sua presenza e compromette in modo gravissimo l’intero ordinamento giuridico, perché introduce in esso il principio che legittima la violenza contro l’innocente indifeso“.
Mai parole più dure furono espresse per una legge dello Stato. La legge 194 sull’aborto volontario dunque è integralmente iniqua. Il titolo “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” sembra che cerchi di sviare l’attenzione sul vero significato della legge. Anche l’articolo 1, “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite” sembra fatto per addolcire la questione ed avere il massimo consenso possibile. Non è un mistero affermare che si volle, allora come oggi, l’appoggio dei cattolici e addirittura del clero. Infatti fu proprio così perché la legge 194 fu approvata per solo 12 voti di maggioranza con il voto dei “cattolici democratici”. Altrimenti non sarebbe passata. Un altro specchio per le allodole fu la “preoccupazione” dello Stato per il “controllo delle nascite”, citato nell’articolo 1. Ma l’intento non era, e non lo è neppure oggi, il controllo delle nascite bensì la libertà di fare ciò che si vuole e quando si vuole.
Affermare che la 194 “pone dei paletti” è falso, così come è falso credere che la 194 abbia delle “parti buone” e che almeno quelle “potrebbero essere applicate” che rende la legge accettabile o addirittura un “buona legge” “la migliore in Europa”. Alla donna infatti è data, dopo una settimana di ripensamento, la possibilità di sopprimere in ogni modo il concepito (cioè il bambino); anzi se non sussistono condizionamenti e minacce o induzioni contro la sua volontà la donna compie un gesto secondo la legge. Un gesto di “civiltà” (dicono) pagato dallo Stato senza nemmeno un ticket sanitario. L’ubriacatura dei “diritti” cominciò proprio con questa legge. Se infatti è possibile per legge sopprimere un nascituro essere umano (umano!) vivente perché “io voglio così” quale altro “diritto” può essere negato? A cascata tanti altri diritti individuali, cioè “io voglio così” saranno ammessi. Ed oggi sappiamo cosa si chiede allo Stato…
Se nel 1978 si pensava che lo zigote umano fosse un grumo di cellule (e così ingannarono migliaia di donne) oggi anche la scienza non ha più dubbi divulgativi. La tesi di dottorato del ricercatore Steve Jacobs dell’Università di Chicago ha attirato l’attenzione dei media negli Usa. Il parere del 97 % dei biologi di tutto il mondo sul momento in cui inizia la vita umana è chiaro: inizia con la fertilizzazione, cioè dal concepimento. Tra gli americani c’era un’ampia maggioranza di atei, democratici e favorevoli all’aborto, che dichiaravano quanto la loro scienza e dottrina chiedeva di affermare: che la vita umana inizia dalla fecondazione di ovulo femminile da parte dello spermatozoo maschile. Su 5.577 biologi (professori universitari, esperti ricercatori etc.) il 97% dichiarava che la vita umana inizia dalla fertilizzazione, cioè dal concepimento. Cioè non quando i cromosomi paterni e materni si fondono ma da quando lo spermatozoo tocca la parete dell’ovulo ed inizia a penetrare nella membrana. Da lì infatti inizia la storia di un essere umano che non si interromperà mai più. Si sente parlare oggigiorno in Italia della formazione politica di un partito di ispirazione cristiana che bilanci, così dicono, le derive di “destra”, ma un partito di ispirazione cristiana non potrà parlare solo di tassazione, di piani industriali o immigrazione… Dovrà affrontare per forza la difesa della vita umana dal concepimento e opporsi all’interruzione volontaria della gravidanza.
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