Orientamento scolastico di Piero Del Bene “Se non sai di essere un’aquila, ti muoverai sempre come un pollo” 6 Novembre 2019 Avete mai sentito, nelle nostre assemblee domenicali, di una intenzione di preghiera per la scelta dell’indirizzo di studi da seguire per i nostri giovani? Probabilmente no. Io mai. E questo è un grave male, vuol dire che non ci stiamo occupando bene di loro. Come aiutarli ad orientarsi dunque? Riflettiamoci insieme. Dalla cattedra, soprattutto in una terza media, riesci a vedere tanti incroci. E vedi anche gli sguardi smarriti di chi non sa dove andare. Scorgi l’espressione interrogativa in fondo all’anima di questi ragazzi alle prese, forse per la prima volta nella loro vita, con una domanda difficile da rispondere. Quando, dalla cattedra, scorgo queste ansie, il mio pensiero ritorna alla scena finale di un film del 2000. Cast Away racconta la storia di un ingegnere che lavora per FedEx. A Natale, deve abbandonare il pranzo con i parenti per partire urgentemente. Una violenta tempesta, però, si abbatte sul suo aereo che precipita in mezzo all’Oceano. Sopravvive miracolosamente all’incidente, si mette in salvo e scopre di essere l’unico superstite su un’isola deserta. Con lui, sulla spiaggia, finiscono anche un cadavere (il pilota) e alcuni pacchi. L’uomo è, così, costretto a fare di tutto per sopravvivere sull’isola: impara a nutrirsi, a lavarsi, a dissetarsi, a vivere, nonostante lo strazio della solitudine e i mille pensieri che lo opprimono. Trova un “amico”: una palla, su cui disegna il viso e a cui dà il nome di Wilson. A fargli compagnia c’è anche un misterioso pacco che decide di non aprire lasciando che rimanga un mistero. Passano quasi cinque anni e, ormai rassegnato a vivere sull’isola senza che nessuno possa trovarlo, un giorno, riesce a partire finendo alla deriva in mare aperto. Si è quasi arreso alla morte, quando viene trovato da una nave e portato alla salvezza. Qualche tempo dopo, tornato a casa, si reca personalmente in Canada per consegnare il pacco che gli ha fatto compagnia tanto tempo. Sul pacco lascia un biglietto in cui spiega che gli ha salvato la vita. Allontanandosi si ferma a un incrocio. Il film finisce col protagonista fermo al centro dell’incrocio che guarda il quadrivio, mentre sul suo volto appare un sorriso. Questa scena finale, più delle altre, mi torna in mente guardando, dalla cattedra, questi ragazzi così piccoli per prendere decisioni così importanti. Hanno, come il protagonista della scena descritta, davanti a loro molte strade che, però, non lasciano intravedere una meta sicura. Come scegliere? Cosa scegliere? Da cosa farsi aiutare in questo momento? Da chi? Come? Sono tutte domande alla cui risposta la Scuola cerca di contribuire attraverso un insieme di attività cosiddette di orientamento che dovrebbero portare i ragazzi a scegliere una scuola “superiore” con una certa consapevolezza entro il prossimo gennaio, quando verrà aperta la piattaforma apposita. La Scuola, a dire il vero, non è la sola agenzia a doversi fare carico di questo accompagnamento: più di essa è impegnata la famiglia. Ma anche le comunità sociale ed ecclesiale dovrebbero fare la propria parte. Leggi anche: La Scuola è laica, ma che vuol dire? Chi ha figli in questa fase conosce il dramma che talvolta si vive. La paura comune è condensata nella domanda: e se sbaglio che succede? In certi casi si scomoda persino l’angoscia. Va detto che questi casi sono, comunque, da preferire rispetto a quelli di coloro che si avvicinano a questo difficile passo con superficialità. Cosa fare, dunque? E cosa non fare? Cominciamo da questa domanda. Sicuramente, come adulti (docenti o genitori) bisognerebbe stare alla larga dai propri desideri (peggio ancora se insoddisfatti in gioventù!) e comunque non proiettarli sulle fragili spalle dei ragazzi. Se un papà, per capirci, da giovane non è riuscito a realizzare un proprio sogno, non glielo deve realizzare il figlio! Se ad una mamma, altro esempio, non è stato concesso in gioventù di realizzare un proprio desiderio, non deve essere la figlia a compierlo! O almeno non necessariamente. Se un docente intravede in un suo studente un brandello del proprio passato, non deve riportarlo in vita attraverso il ragazzo. Ogni persona è unica. Per dirla con la metafora del film, ognuno di noi ha il “proprio pacco da consegnare”. E può farlo solo lui e a modo suo. Sono convinto che non sia vero che nessuno sia indispensabile. Credo che, nella visione vocazionale della vita che mi permea, ognuno sia indispensabile, ognuno abbia una propria missione sulla Terra, ognuno abbia un proprio motivo per esistere. Indipendentemente da eventuali visioni fideistiche della vita. Senza scomodare la fede, Cristiano Ronaldo sta facendo ciò per cui è nato? Non credo che sia un pesce fuor d’acqua, quando calca i terreni di gioco. Quando Giacomo Leopardi scriveva era senza dubbio un pesce in acqua! E nessun altro avrebbe potuto scrivere ciò che ha scritto lui, come lo ha scritto lui! Lo pensiamo di queste grandi personalità, perché non lo dovrei pensare di ogni mio alunno? È un fatto di attitudini. E questo ci riporta alla prima delle due domande: cosa fare? Innanzitutto, aiutare il ragazzo a leggersi dentro. Ciò non si fa negli ultimi mesi: dovrebbe essere un’attitudine esistenziale proposta al ragazzo fin dai primi anni. La Scuola lo fa, nei migliori casi, proponendo test psicologici, letture, incontri con personalità accattivanti. I maestri della primaria potrebbero stuzzicare la riflessione dei piccoli con domande sui propri progetti “da grande”. Prima ancora, tuttavia, andrebbe proposta l’idea di una progettualità nella vita: si tratta di un grande dono che si fa ai ragazzi in un mondo in cui il presente è ipertrofico! I giovani di oggi vivono in un presente gigantesco che copre sia il passato che il futuro e questo non è un bene perché non permette loro di vedere bene chi sono. Ai ragazzi della mia scuola, leggerò un breve racconto dell’aquila che si credeva un pollo e il motivo è proprio questo. Se il giovane non sa di essere un’aquila fin dalla nascita, non proverà mai a spiccare il volo alla maniera “imperiale” che gli sarebbe propria. Il fatto di appartenere al genere umano lo deve spingere a ricercare grandi cose. Se, poi, uno ha buoni esempi da ammirare, lo fa anche con più convinzione e facilità. Questo ci conduce alla riflessione sull’importanza di mostrare a questi giovani, esistenze piene, gratificanti, soddisfatte, realizzate, appaganti. Ci riusciamo? Temo di no. E questo è un problema. Se qualche volta i nostri giovani non ci piacciono, probabilmente, è perché non ci piacciamo noi che siamo i loro modelli a cui tanto assomigliano. C’è molto da riflettere. Scendendo più nel tecnico, contemporaneamente a questo lavoro di auto-lettura delle proprie attitudini, va presentato con completezza il panorama delle possibilità di scelta: ciò contribuirà ad una maggiore libertà di. L’ignoranza delle tante possibilità non rende veramente liberi di scegliere. Bisogna poi ricordare al ragazzo che si sceglie la scuola in base a ciò che questa offre, non soffermandosi su ciò che non ha: è sbagliato, per esempio, scegliere il Liceo Scienze opzione scienze applicate perché “non c’è il latino” oppure il Liceo classico “perché non c’è la matematica”, cosa che, tra l’altro, non è vera! Va ricordato ai genitori che non esistono solo i licei ma anche i professionali o gli istituti tecnici. C’è, infine, un aspetto poco tecnico di questo discorso che vorrei sottolineare: pregare per i nostri giovani perché se scelgono bene per il loro futuro, la comunità e la Nazione funzioneranno meglio. Per i credenti, tutto questo discorso ha a che fare anche con la vocazione e la chiamata cristiana: si tratta di un momento di forte discernimento. Cosa vuole Dio da ognuno? Gli insegnanti credenti e i genitori possono accompagnare quest’opera di discernimento anche con la preghiera. Ma potrebbe fare questo anche una comunità: avete mai sentito, nelle nostre assemblee domenicali, di una intenzione di preghiera per la scelta dell’indirizzo di studi da seguire per i nostri giovani? Probabilmente no. Io mai. E questo è un grave male, perché vuol dire che non ci stiamo occupando bene di loro. Questo accompagnamento è fondamentale, perché scegliere vuol dire per forza di cose lasciare qualcosa: imboccare una strada significa non percorrere le altre. Lasciare una possibilità senza conoscerla fino in fondo, cioè senza sapere dove conduce una strada (ricordate la scena finale del film?) è un rischio, una scommessa. Don Tonino Bello, probabilmente, nel suo immaginifico modo di scrivere, avrebbe chiosato dicendo: orientarsi, voce del verbo scommettere! E non avrebbe torto. Quante responsabilità abbiamo noi adulti! Queste considerazioni, in particolare, rendono la cattedra un luogo molto scomodo, ma anche terribilmente affascinante. Per questo essere un insegnante non è un lavoro per tiepidi che vogliono restare comodi. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!