Lutto perinatale

Mi dispiace non c’è battito…

tristezza

di Giovanna Abbagnara

Il 15 ottobre in Italia come in tanti altri Paesi del mondo si celebra la Giornata per i bambini mai nati. Stiamo attenti però, i bambini che muoiono nel grembo della mamma o subito dopo il parto non hanno una dignità maggiore di quelli che vengono volontariamente abortiti. La discriminante non può essere bambino desiderato-bambino non desiderato.

“Sento un dolore così profondo, un’assenza che mi ferisce ogni qualvolta il mio pensiero si rivolge a lui. Sai Giovanna, non si è madre per un giorno o per quarant’anni. Si diventa mamme prima ancora di saperlo e quando arriva la notizia si accende una luce che vorresti proteggere da tutto e da tutti. Perdere mio figlio, quando ancora era nel mio grembo è stato come spegnere una luce nel mio cuore. Improvvisamente ogni cosa ha smesso di avere il suo colore. Sono certa un giorno di rincontrarlo. Ci aspetta l’eternità ma ora il dolore non si cancella così facilmente”. Quando ricevetti la lettera di Paola alcuni anni fa, avevo anche io subito un aborto spontaneo. Deglutivo a fatica ogni sua parola. Era come rivivere il dramma di quei giorni trascorsi tra la gioia della maternità e la notizia dell’assenza di battito. Due donne accomunate da uno stesso dolore. Silenzioso profondo. Per il mondo finché la pancia non è evidente o addirittura il bambino non nasce vivo, non hai diritto di stare male. È un pudore falso che risente molto di una cultura che non vuole riconoscere al bambino nel grembo della madre una sua dignità. 

Il 15 ottobre in tutto il mondo si celebra la “Giornata mondiale della consapevolezza sulla perdita perinatale e infantile” (International BabyLoss Awareness Day), portata in Italia nel 2007 dall’associazione scientifico–assistenziale CiaoLapo onlus. Una luce per ricordare tutti i bambini mai nati o scomparsi prematuramente: i bimbi morti nella pancia della mamma e quelli nati morti, oppure i bambini venuti a mancare dopo la nascita. Sono in programma manifestazioni in 60 città d’Italia e sulla pagina facebook babyloss è partito da tempo il progetto social “Mettiamoci la faccia: il lutto perinatale è…”, dove si raccolgono libere testimonianze sul lutto perinatale sotto forma di fotocartelli.

babyloss

I dati parlano di cinque milioni di famiglie ogni anno in tutto il mondo coinvolte nel lutto del proprio bambino considerando solo i dati relativi alle perdite che avvengono dalla seconda metà della gravidanza in poi. Se consideriamo tutti i nove mesi, il numero sale vertiginosamente. L’associazione CiaoLapo nasce per costruire una rete di sostegno e di formazione continua, così da aiutare sempre più operatori sanitari a acquisire le giuste competenze per sostenere e sostenersi. “Il lutto perinatale riguarda tutti e colpisce tutti: famiglie in lutto, operatori sanitari, familiari, datori di lavoro, colleghi” si legge nella mission di questa associazione.  

Dunque, se ho capito bene l’associazione inglese International Stillbirth Alliance e di conseguenza l’associazione italiana CiaoLapo definiscono la perdita perinatale un evento traumatico, un lutto vero e proprio che può avere delle conseguenze gravi specie nelle donne se non vengono adeguatamente aiutate a superare questo momento. Di qui anche un’azione mirata per i papà e addirittura i nonni. 

Fin qui niente da eccepire, la sindrome post aborto è una realtà scientificamente definita. Quello che non riesco a comprendere è la differenza delle conseguenze tra un aborto spontaneo e un aborto procurato. Mi sfugge qualcosa. Qual è l’elemento discriminante? Il voler o non volere quel figlio? La mancanza o meno del desiderio di un figlio?

I bambini voluti hanno una dignità superiore di quelli non voluti? Essi hanno il diritto di avere una giornata tutta per loro mentre gli altri possono essere gettati via nel cassonetto dei rifiuti speciali?

Questa sera alle 19 anche io accenderò la mia candela per l’onda di luce che in tutto il mondo attraverserà il pianeta per ricordare i bambi mai nati e morti nel grembo materno ma continuerò a lavorare ogni giorno per dare voce alle migliaia di bambini che ogni anno in tutti le nazioni del mondo vengono abortiti volontariamente perché anche per loro sia assicurato un International BabyLoss Awareness Day.




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