Suicidio assistito
La Corte costituzionale: non è punibile chi agevole il suicidio assistito. Immediata la reazione del mondo cattolico
a cura della Redazione
Per i giudici della Suprema Corte è lecito l'aiuto al suicidio nei casi come quelli del dj Fabo. La Cei: “I Vescovi italiani esprimono il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale”. MpV: “Una prepotenza che avrà purtroppo i suoi effetti nefasti sulla solidarietà”.
“La Corte ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. Con queste parole diffuse da un comunicato stampa, il suicidio assistito si fa largo nell’ordinamento del nostro Paese.
Ieri sera sul tardi la decisione dei giudici della Suprema Corte sulla compatibilità con la Costituzione dell’articolo 580 del Codice penale che punisce l’aiuto e l’istigazione al suicidio con la reclusione fino a 12 anni. È lecito l’aiuto al suicidio nei casi come quelli del dj Fabo. La Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni. In attesa di un “indispensabile intervento del legislatore”, la Corte Costituzionale ha “subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Ssn, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”.
Intanto si sollevano le polemiche, il vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), Giuseppe Battimelli, annuncia all’ANSA quale sarà la risposta dei camici bianchi iscritti all’associazione ad un’eventuale legge sulla materia. “Almeno, 4mila medici cattolici sono pronti a fare obiezione di coscienza nel caso in cui, a seguito della pronuncia della Consulta, il Parlamento italiano legiferasse a favore del suicidio medicalmente assistito”. Ma “la grande maggioranza dei medici italiani – afferma Battimelli – è sulla nostra posizione”.
Gli fa eco il Movimento per la Vita Italiano che in una nota scrive: “Condividiamo lo sdegno e l’amarezza di tanti per questa grave sconfitta civile di cui si è fatta responsabile la Corte Costituzionale. Una sconfitta per tutta la società. La Corte, dalle scarne informazioni appena ricevute, ha calpestato le regole della democrazia arrogandosi un potere che non le compete. Gravissimo anche il fatto che non siano stati ascoltati i forti inviti e i richiami a portare il dibattito in seno alle istituzioni che rappresentano i cittadini. Una prepotenza che avrà purtroppo i suoi effetti nefasti sulla solidarietà. Verranno meno le ragioni profonde della prossimità e dell’assistenza. Con tutte le drammatiche conseguenze sul SSN. La sofferenza non si combatte con il farmaco letale, ma con la terapia del dolore e le cure palliative. È chiaro che dietro l’introduzione sociale del suicidio assistito come dell’eutanasia c’è una cultura che non sa riconoscere la dignità umana nei malati, nei disabili, negli anziani e strumentalizza il tema della libertà. È la cultura dello scarto. È necessario reagire e non soccombere. Che il Parlamento intervenga almeno per evitare le peggiori derive, che la coscienza dei medici si rifiuti di collaborare ad atti che cagionano la morte, che la medicina palliativa e la terapia del dolore sia davvero diffusa su tutto il territorio nazionale, che si rinforzino autentici legami e relazioni di autentica solidarietà, perché come abbiamo detto tante volte la morte si accetta e non si cagiona. Questo è civiltà”.
Immediata anche la reazione della Cei che in una nota dichiara: “I Vescovi italiani esprimono il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale. La preoccupazione maggiore è relativa soprattutto alla spinta culturale implicita che può derivarne per i soggetti sofferenti a ritenere che chiedere di porre fine alla propria esistenza sia una scelta di dignità. I Vescovi confermano e rilanciano l’impegno di prossimità e di accompagnamento della Chiesa nei confronti di tutti i malati. Si attendono che il passaggio parlamentare riconosca nel massimo grado possibile tali valori, anche tutelando gli operatori sanitari con la libertà di scelta”.
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1 risposta su “La Corte costituzionale: non è punibile chi agevole il suicidio assistito. Immediata la reazione del mondo cattolico”
DJFabo non chuedeva cure palliative perche il problema non era il dolore fisico
a voi fa comodo tenere le persone in quello stato per riempire i santuari