Padre

“La figura del padre resta fondante per la personalità del bambino”, a dirlo è l’Accademia nazionale di Medicina

padre e figlio

di Ida Giangrande

«Concepire in modo deliberato un bambino senza padre costituisce una rottura antropologica importante che non è senza rischi per il suo sviluppo psicologico e per la sua crescita». Così la comunità scientifica in Francia, sull’estensione della fecondazione assistita a donne sole e coppie lesbiche.

Francia – Non ci sono dubbi per l’Accademia nazionale di Medicina, legittimo «il desiderio di maternità di tutte le donne a prescindere dalla loro situazione», ma bisogna «tenere conto del diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre laddove è possibile». Un intervento preciso e inequivocabile quella della comunità scientifica francese che, con queste parole, si è inserita nel dibattito sulla possibilità di estendere la fecondazione assistita a donne sole o a coppie di lesbiche. «La figura del padre resta fondante per la personalità del bambino come ricordano gli psichiatri infantili, i pediatri e gli psicologi. È nostro dovere sollevare un centro numero di riserve legate alle possibili conseguenze mediche» della legge.

La “Pma per tutte”, ribattezzata anche “Pma senza padre”, permetterà a ogni donna tra i 18 e i 43 anni, anche in assenza di problemi legati all’infertilità, di concepire un figlio a spese dei contribuenti con l’aiuto di un donatore anonimo. Il donatore non comparirà nell’atto di nascita e i bambini risulteranno anche legalmente figli di due madri. La legge, osteggiata dall’82 per cento dei francesi secondo un sondaggio Ifop, autorizza per la prima volta la nascita di bambini «progettati» per non avere un padre. 

Non è d’accordo, ovviamente, il ministro della Salute francese, Agnes Buzyn, che ha accusato l’Accademia, di aver detto cose «false e datate» sottolineando che «gli studi a nostra disposizione sui bambini cresciuti in famiglie monoparentali non sono affatto inquietanti». Buzyn nei suoi commenti elude abilmente il punto: il problema non è infatti che un bambino cresca in una famiglia con un solo genitore, ma che venga fatto nascere volontariamente e grazie all’aiuto della tecnica senza il padre.

Tuttavia l’intervento dell’Accademia riflette i timori di parte della maggioranza parlamentare francese. La deputata macroniana Marie Tamarelle-Verhaeghe aveva depositato in commissione un emendamento, respinto, nel quale proponeva di limitare l’estensione della fecondazione solo alle coppie di donne e non alle donne single. Secondo la militante Lrem bisogna riconoscere che «la nascita di un bambino è legata a un progetto condiviso da due persone», solo questo impegno «permette la necessaria alterità e garantisce la presenza di un terzo nella relazione madre-bambino».

Nel caos generale c’è da chiedersi: a che serve invocare l’intervento della Scienza, salvo mettere in discussione il suo parere quando si esprime in modo chiaro come in questo caso? È lecito ridurre l’intervento dell’uomo nella creazione di altri esseri umani a puro “donatore di materiale genetico”? Inoltre che fine ha fatto la letteratura neuro-scientifica che da secoli certifica quanto sia importante per un bambino crescere in un contesto affettivamente equilibrato formato da padre e madre? Una sola cosa sembra chiara: nella guerra dei diritti gli unici ad essere sistematicamente ignorati sembrano quelli dei bambini.




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