Genitori

di Miriam Incurvati, psicologa

La prima campanella sta per suonare… genitori iniziamo con il piede giusto!

11 Settembre 2019

scuola

Si riaprono le scuole, i gruppi delle chat delle classi riprendono vita, un nuovo anno prende il largo e molti genitori festeggiano ma fate attenzione, la Scuola non può sostituire mamma e papà.

Drin drin… drin drin… Ci siamo, il suono della campanella è alle porte. Sta arrivando il momento tanto atteso: l’inizio della scuola. Sono settimane ormai che si respira l’aria di settembre. Pubblicità di zaini, diari e astucci sbocciano ovunque. I gruppi delle chat delle classi che sono rimasti (forse) silenti per alcuni mesi, ora riprendono vita. Gli istituti scolastici riaprono i cancelli. Mi hanno divertito le varie vignette spiritose sui genitori che accompagnano i figli il primo giorno di scuola: lo sguardo triste nel viaggio di andata, sostituito rapidamente da scatti di euforia appena i pargoli varcano la soglia di ingresso della scuola. Evviva, inizia la festa! Fuochi d’artificio, brindisi tra le mamme e papà finalmente liberi. 

In effetti, da mamma comprendo chiaramente quali siano le difficoltà di gestire i figli h24, impegnargli la giornata, sopportare i capricci, tollerare i litigi tra fratelli o con gli amichetti. Ma non vi nascondo che simili immagini mi lasciano un non so che di amaro in bocca. Sembra quasi che, una volta entrati i figli a scuola, si sciolgano le nostre catene. I figli sono dunque le nostre catene? Magari approfondirò questo tema in un altro articolo, ma al di là di tutto credo che le immagini satiriche rappresentino solo una piccola parte della realtà. Seppur si manifesta un certo sollievo nell’affidare i nostri figli ad un ambiente sicuro, al tempo stesso non si esauriscono i compiti genitoriali. 

Credo che una delle sfide di questo tempo sia proprio trovare l’integrazione tra i vari agenti educativi. Ne abbiamo già parlato in precedenti articoli, ma oggi vorrei ragionare con voi su due rischi che a mio avviso corrono i genitori che accompagnano i loro figli nel percorso scolastico. Il rischio di delegare totalmente alla Scuola l’educazione dei figli, lasciarli lì come fossero pacchi o meglio dei vasi da riempire. Nella nostra società dove la cultura assume un ruolo di notevole rilevanza, dove la persona di scienza è considerate autorevole, si potrebbe correre il rischio di pensare che i nostri figli abbiano bisogno solo di questo, che lo studio sia la cosa più importante della vita, che solo persone di cultura possono sapere cosa veramente serve. C‘è un secondo tipo di genitore che corre questo rischio: quelli che hanno poco tempo, quelli che pensano che il proprio figlio debba imparare a sbrigarsela da solo il prima possibile o che la Scuola debba sostanzialmente provvedere a fare le loro veci.

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Mi sembra ci sia una falla in entrambi gli approcci descritti. Alla prima tipologia di genitore sento di dover dire che i figli hanno necessità innanzitutto dei loro genitori, hanno necessità di una coerenza, presenza, accoglienza ed autorevolezza. Una capacità educativa con simili caratteristiche va al di là dei limiti culturali, questa funzione può essere svolta da un genitore qualunque a prescindere dal suo livello d’istruzione. Un rapporto che prescinde quindi dal ceto sociale di appartenenza ma che ogni essere umano può costruire purché desideri seguire il suo bisogno di amare ed essere amato. Desiderare quindi di dedicare tempo, energie, fallimenti e successi educativi. 

Arriviamo al secondo tipo di genitore. A loro, mi vien voglia di ricordare che la funzione educativa che possono svolgere in famiglia è importantissima, così come confermato da vari studi sulla teoria dell’attaccamento che mettono in evidenza come le esperienze primarie del bambino con le figure di riferimento siano la base dell’esperienza affettiva del futuro adulto. Comprendo la difficoltà di partecipare alle riunioni scolastiche, di seguire i figli nello studio ma in fondo quello di cui hanno più bisogno i bambini è del vostro sostegno nell’affrontare le esperienze emotivo- affettive che colorano la loro vita. Chi gli dirà quanto valgono? Chi li incoraggerà quando non riusciranno nelle loro imprese? Chi gli asciugherà le lacrime quando saranno abbattuti? Chi li indirizzerà a fare chiarezza nei loro pensieri nebulosi quando dovranno prendere decisioni?  

C’è una immagine che mi salta in mente: una mamma che cammina in strada e la figlia che vola nel cielo aggrappata a tanti palloncini colorati. La ragazzina saluta la mamma dicendogli: “Ciao mamma io vado” e la mamma risponde: “Vai pure amore”. Tuttavia, tra i cuori delle due figure rimane un filo che le tiene legate. Quanto pensate che andrà lontano quella figlia? L’altra tipologia di genitori che si possono incontrare ai nostri giorni è rappresentata da quelli che fanno fatica a lasciare andare i figli, che non riescono ad assumere un ruolo di accompagnatore. Sono gli adulti che si sostituiscono ai figli nel rispondere ad un amichetto o nel fare i compiti, quelli che li seguono “troppo” nello studio, che dicono loro cosa devono o non devono fare facendo perdere ogni fiducia nelle proprie capacità di risolvere i problemi. La sfida per loro è assumere un ruolo non primario, non sostitutivo ma invece di supporto. 

Volendo a tutti i genitori potremmo proporre una funzione di presenza ma a distanza, lasciare che cadano ma essere pronti a fare da supporto. Oggi mi sono dilettata a proporvi una serie di immagini. Allora finiamo mantenendo lo stesso stile. Vi propongo al riguardo una scena degli Incredibili dove la mamma è andata a salvare il papà, ma i figli di nascosto la seguono. I nemici li stanno attaccando, tirano razzi contro il loro aereo che improvvisamente esplode. Mamma, elastic-girl per la cronaca, si trasforma in un paracadute, lascia che i suoi figli cadano ma li accompagna nella caduta e poi soprattutto nella ripresa quando li incoraggia a tirar fuori i loro superpoteri e ad esprimersi a pieno per salvare se stessi, il loro papà e tutta la famiglia. 

Chiudo questo articolo con un modello simpatico, un cartone animato che lancia spunti di riflessione e auguro buon inizio anno a tutti. 




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