I gesti liturgici

Che importanza ha il bacio nella Celebrazione Eucaristica?

Altare

di Giovanna Pauciulo

Nell’esperienza affettiva di due sposi il bacio è il simbolo inequivocabile della natura della loro relazione. Se è così nell’esaltante esperienza dell’amore e della vita coniugale, non può che esserlo altrettanto nella celebrazione dell’Eucaristia in cui si sigilla un patto, un’alleanza tra Cristo e la sua sposa, la Chiesa.

Se domandiamo ad un cristiano praticante: “Come comincia la Celebrazione Eucaristica?” probabilmente la risposta è del tipo: “Con il saluto del celebrante, ovvero: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. In realtà il primo gesto che viene compiuto dal celebrante non è di natura verbale. Egli prima di salire alla sedia presidenziale e fare il saluto, si inchina di fronte all’altare e lo bacia. Così comincia la Celebrazione Eucaristica: con il bacio all’altare, e così anche si conclude. 

Nell’esperienza affettiva di due sposi il bacio è il simbolo inequivocabile della natura della loro relazione.  Il bacio esprime la comunione delle anime, cioè la comunione dei due “io”. Gli sposi ne fanno esperienza continua.  Baciandosi, i volti – la parte più espressiva della persona – per così dire si legano, gli occhi spontaneamente si chiudono e, a causa del contatto delle labbra, i due sperimentano una coinvolgente e piacevole sensazione, che li introduce in una dimensione ben diversa da quella che ci caratterizza abitualmente. Col bacio i due “io” dicono e diventano un “noi”: superano, senza negarla, la loro individualità ed entrano insieme in una comune piacevole esperienza. La prossimità dei visi esprime l’intimità, gli occhi dolcemente chiusi esprimono il superamento dell’individualità e l’abbandono fiducioso all’altro, la comune piacevole sensazione li fa entrare insieme in un’altra dimensione. Col bacio i due “io” scrivono il “noi”. È la comunione dei due “io”, la comunione delle anime.

Se è così nell’esaltante esperienza dell’amore e della vita coniugale, non può che esserlo altrettanto nella celebrazione dell’Eucaristia in cui si sigilla un patto, un’alleanza tra Cristo e la sua sposa, la Chiesa. Il Messale romano così prescrive: “Il sacerdote sale all’altare e lo bacia in segno di venerazione. Poi, secondo l’opportunità, lo incensa tutt’intorno”. Che bella immagine vedere il sacerdote che bacia l’altare. Non è un gesto devozionale è un gesto carico di fede, di affetto e di venerazione. L’altare è Cristo, il sacerdote perciò bacia Cristo a nome dell’intera assemblea, quel gesto raccoglie l’amore della Chiesa lì radunata e quel bacio, che apre e chiude la celebrazione, è l’immagine più forte per dire contatto e distanza, appagamento e desiderio. Il bacio del sacerdote all’altare perciò rende reale, palpabile il desiderio di congiungere la nostra umanità con la divinità di Cristo, di compiere l’eterno desiderio di amare ed essere amati, di riposare in Cristo di consegnarsi a Lui solo. Il bacio raccoglie il desiderio di essere una cosa sola con Lui, a cui rivolgiamo tutta la nostra attenzione e venerazione, consapevoli della Sua preziosità e della nostra povertà, timidamente e teneramente lo adoriamo baciandolo. Secondo il Messale c’è un intimo legame tra il bacio e la venerazione e questo non riguarda solo il celebrante ma attraverso i suoi gesti e le sue parole tutta l’assemblea, e perciò in maniera del tutto speciale riguarda gli sposi, che all’interno del popolo di Dio hanno ricevuto un dono proprio e sono chiamati a entrare nello stesso misterioso e amoroso incontro.

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I baci all’interno della celebrazione eucaristica sono tre. Ai baci di cui abbiamo già parlato si aggiunge quello all’Evangeliario. Oltre ad essere segno di venerazione, il bacio crea e mantiene l’atmosfera adeguata alla preghiera, ovvero il desiderio di entrare in relazione profonda con Dio. E così mentre l’assemblea festante proclama “Lode a te o Cristo” perché è appena stato proclamato il Vangelo, il celebrante, a nome di tutta l’assemblea ivi compresi i coniugi, bacia l’Evangeliario concretizzando la gioia per aver accolto la Parola che salva.  Il bacio all’Evangeliario è sintesi del contenuto affettivo, orante e di ringraziamento per Cristo Parola che si è reso accessibile, che si è posto in dialogo. La verità eterna contenuta nella Parola ascoltata parla al cuore e genera un desiderio di adesione rendendo tutti i partecipanti più uniti e riconoscenti. In particolare, per i coniugi la mensa della Parola posta al centro della Celebrazione Eucaristica ricorda l’importanza del dialogo coniugale.  Se esso viene a mancare è come minata alla base la vitalità e la sopravvivenza dell’amore. Gli sposi che partecipano all’Eucaristia perciò si impegnano in un duplice dialogo: con Dio e fra di loro, nella consapevolezza che non ci può essere il secondo senza il primo.

Il bacio all’Evangeliario è sigillo di fedeltà, di riconoscenza degli interlocutori e condizione per la relazione tra chi ha parlato e chi ha ascoltato. Nella memoria dei coniugi partecipanti sono rievocate le occasioni, le omissioni, le modalità del dialogo coniugale.  Accade, non raramente, nel dialogo tra coniugi che quanto più la comunicazione è autentica tanto più la risposta immediata di chi ascolta si arricchisce di qualche gesto di tenerezza; a volte un bacio, all’interno di un dialogo confidente, rappresenta un modo per dire all’altro “grazie per avermi aperto il tuo cuore, per avermi svelato le ragioni più profonde, per avermi consegnato le ragioni del cuore”. Solitamente la differenza tra una comunicazione superficiale e un dialogo profondo sta nel dare se stessi piuttosto che dire di sé. Quando i coniugi pongono le condizioni per un dialogo autentico, i gesti affettivi si alternano alle parole sussurrate. Quante volte accogliendo il proprio coniuge che comunica tutto il dolore per aver ferito la relazione coniugale ci si ritrova a baciare le sue lacrime o quante volte di fronte ad una dichiarazione d’amore del tipo “Tu sei prezioso per me” la risposta è un abbraccio seguito da un bacio appassionato, riconciliante e consegnante. Un dialogo così crea la comunione, si nutre di gesti affettivi, come il bacio, che completa e a volte supera quanto si riesce a dire con le parole. Se nell’Eucaristia il bacio all’Evangeliario esprime il desiderio di corrispondere alla Parola ascoltata allo stesso modo all’interno del dialogo coniugale il bacio aiuta i coniugi a ritrovare l’unità, sigilla l’intensità del loro amore e  conferma in loro il desiderio di aderire e realizzare quanto si sono detti e perciò di costruire la casa del noi coniugale.

I baci posti nella Celebrazione Eucaristica svelano il linguaggio sponsale della liturgia eucaristica e permettono agli sposi partecipanti di rinnovare l’alleanza intima e nuziale tra di loro e in Gesù Cristo partecipando intimamente e interiormente ai baci dati dal celebrante.




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