Anello nuziale

“Ricevi questo anello…”, il valore delle fedi

anelli

di Gabriele Soliani

Gli sposi dovrebbero sempre portare al dito l’anello nuziale come segno distintivo che manifesta la nostra scelta, esattamente come consacrate e sacerdoti indossano l’abito. Perché dunque oggi la fede all’anulare è cosa abbastanza rara?

Durante il rito sacramentale cattolico del matrimonio, dopo la promessa “di esserti fedele sempre e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”, lo sposo e la sposa si consegnano a vicenda l’anello dicendo: “Ricevi questo anello segno del mio amore e della mia fedeltà”. Parole bellissime e importanti che suggellano il patto inscindibile, proprio come gli anelli che, uno nell’altro, formano una catena che non si può più sciogliere. Nel lato interno dell’anello sono incisi nell’oro il nome della sposa e dello sposo e la data del matrimonio.

Anche il quarto dito della mano, di solito quello sinistro, riceve il nome proprio dall’anello che porta. Si chiama appunto l’anulare. Vederlo nella propria mano sinistra ci ricorda continuamente quel gesto, quel giorno e quelle promesse. A volte mentre si fanno i lavori domestici o si batte la mano sul tavolo si sente il metallo prezioso che fa come un piccolo tintinnio o rumore. Il metallo prezioso è inossidabile, malleabile e sempre lucido, proprio come il gesto che rappresenta. Gli sposi dovrebbero sempre portare al dito l’anello nuziale come segno per se stessi e per gli altri. È giusto che anche gli altri e le altre lo vedano. Non si resta indifferenti nel vederlo perché dimostra il legame che la persona sta vivendo nella fedeltà. 

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A dire il vero oggigiorno l’anello al dito è cosa abbastanza rara, anche fra gli sposi cristiani. Si sentono ragionamenti del tipo “mi dà fastidio mentre lavoro”; “non sono più abituato”; “l’ho messo nel cassetto del comodino e non lo trovo più”. Spesso si vedono donne-mogli che insieme all’anello nuziale infilano nell’anulare altri anelli che impediscono di scorgerlo bene. Eppure deve essere un segno distintivo che manifesta la nostra scelta così come l’abito delle consacrate e dei sacerdoti rivela a loro stessi e agli altri la loro scelta definitiva.

Quando inizia la crisi matrimoniale uno dei primi gesti che viene fatto è proprio quello di togliere l’anello. Lo fa specialmente chi dice di non essere più innamorato e chi, ovviamente, inizia una storia parallela. Non è un’esagerazione affermare che l’anello matrimoniale al dito possa essere anche un deterrente per chi cerca di affascinare e corteggiare una donna o un uomo sposato e non è sbagliato affermare che l’anello al dito aiuta a respingere i possibili corteggiatori e corteggiatrici. 

Ho notato che alcuni calciatori pur di non toglierlo lo coprono con una fascetta ed altri che lo baciano dopo aver fatto un goal. È molto bello il gesto. I figli lo notano di sicuro e pian piano capiscono che la loro vita viene proprio da quella promessa, suggellata con un anello d’oro infilato al dito mentre si pronunciano parole di amore e di fedeltà.

 




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