Cannabis

Marijuana nei dolci. “Ancora più pericolosa di quella inalata”

di Gabriele Soliani

Non ci sono più dubbi ormai: negli Stati dove la marijuana è stata legalizzata sono aumentati i casi di malattie mentali, incidenti stradali e gravi episodi di violenza. Intanto in Italia già si vendono i dolcetti negli shop a base di marijuana.

Circa dieci giorni fa gli Ordini dei medici degli stati di New York, New Jersey, Connecticut e Delaware hanno ribadito il loro “no” all’uso della marijuana: «Siamo contrari alla legalizzazione dell’uso ricreativo della marijuana. Siamo molto preoccupati dalla mancanza di prove scientifiche a sostegno del consumo ricreativo di marijuana da parte di giovani e adulti. Soprattutto, non è stato dimostrato che la marijuana sia sicura. Bisogna considerare i potenziali effetti che avrà la legalizzazione sul consumo in generale e sui danni che provocherà. Incidenti stradali, creazione o peggioramento di gravi malattie mentali e impatto negativo sullo sviluppo cognitivo. Bisogna considerare le statistiche raccolte in altri stati dove c’è stato un aumento nel consumo della droga da parte dei giovani e negli incidenti stradali. Gli stati che si affrettano a legalizzare la marijuana ignorano come le corporazioni guidate dal profitto abbiano spinto generazioni di americani a fumare sigarette e fare uso di oppioidi, uccidendo milioni di persone e drenando risorse pubbliche. Già dieci stati hanno legalizzato l’uso ricreativo della marijuana. È ora di finirla qui». Credo si debba essere convinti della pericolosità delle nuove mode pro cannabis.

Che la cannabis sia una droga molto pericolosa per la salute è già stato dimostrato. Nei paesi e negli Stati dove è legale l’uso “ricreativo” della marijuana sono aumentati violenza, giro d’affari del mercato nero e incidenti stradali. Le statistiche prodotte dalle autorità locali lo dimostrano. Un nuovo studio pubblicato negli Annals of Internal Medicine ha ora scoperto che la marijuana ingerita attraverso dolcetti è ancora più pericolosa di quella inalata. Il New York Times ha presentato uno studio che analizza le cartelle mediche degli individui che si sono recati al pronto soccorso dell’ospedale dell’Università del Colorado tra il 2014 e il 2016 dopo aver assunto in vari modi la cannabis legale. Su 2.432 casi (verificatosi in un solo ospedale di una singola città di tutto il Colorado), il 10 per cento riguarda persone che hanno ingerito alimenti a base di marijuana, nonostante questi rappresentino meno dell’1 per cento dei prodotti contenenti Thc venduti in Colorado.

Il 50 per cento dei pazienti che hanno ingerito dolcetti alla Thc, contro il 33 per cento di chi ha fumato marijuana, hanno avuto intossicazioni, alterazioni dello stato mentale e ansia. I ricercatori hanno registrato l’insorgere di fenomeni psicotici e depressivi a un tasso molto più alto tra chi consuma prodotti commestibili a base di marijuana rispetto a chi la fuma. Gravi problemi cardiovascolari, compresi infarti, si sono verificati invece in entrambi i gruppi.

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Inoltre, i tre decessi causati direttamente dalla marijuana (un omicidio e due suicidi) si sono verificati dopo l’ingestione di dolcetti alla cannabis. Secondo il dottore e docente universitario Andrew Monte, autore dello studio, gli alimenti a base di marijuana impiegano più tempo a fare effetto. Di conseguenza i consumatori sono portati a ingerire dosi più alte, aumentando così il rischio di overdose. I dolcetti, ha scritto in un’introduzione allo studio Nora Volkow, «sembrano sicuri e innocenti e così la gente è spinta a mangiarne di più». Ma, continua il direttore dell’Istituto sull’abuso di droghe presso l’Istituto nazionale di salute, «lentamente l’organismo assorbe la droga e si comincia a stare male ancora prima del completo assorbimento e questo può portare a fenomeni psicotici». Il dottor Monte, membro del Comitato consultivo sulla salute pubblica in Colorado, sostiene quindi che bisognerebbe proibire la vendita di questi dolcetti. In Italia già si vedono i dolcetti negli shop che vendono le infiorescenze di marijuana ma le persone sono male informate.

 




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