Festa del papà

Caro papà…

scrivere

di Ida Giangrande

Lotto contro quella mia parte bambina che vorrebbe rinunciare a vivere per esistere solo alla tua ombra. È una lotta spietata che mi spinge a prendere il largo, anche se la vita fa paura. Lo so, sono adulta, forse il tempo delle "letterine" è finito. Ma chi può dirlo? In fondo c’è sempre bisogno di sentirsi dire “ti amo”. Grazie papà!

Si è mai abbastanza grandi per smettere di essere figli? Si è mai abbastanza adulti per smettere di sentirsi bambini? Credo di no e mai come oggi sento il bisogno di dirlo, anzi, di urlarlo ai quattro venti.

È la festa del papà. Sullo sfondo un modello impareggiabile, quello di San Giuseppe; davanti l’esempio del Padre celeste con cui nessuno, ma proprio nessuno può reggere il confronto. Questo non è il momento per tirare le somme, non è il giorno per comprendere, né per recriminare, questo è il giorno dell’amore. Perché non potrò mai smettere di dirti che ti voglio bene papà, al di là di tutto, nessun figlio potrà mai smettere di amare il suo papà.

Lotto contro quella mia parte bambina che vorrebbe rinunciare a vivere per esistere solo alla tua ombra. È una lotta spietata che mi spinge a prendere il largo, anche se la vita fa paura. Lo so, sono adulta, forse il tempo delle letterine è finito. Ma chi può dirlo? In fondo c’è sempre bisogno di sentirsi dire “ti amo”. E probabilmente io avrò sempre bisogno di sentirmi un po’ bambina e sapere che ci saranno due mani pronte a sorreggermi se dovessi inciampare. Una voce rassicurante e forte che traccia la via e mi indica il domani, un domani migliore, anche se spesso non ho il coraggio di guardare.

Di quanti momenti è fatta la nostra vita, caro papà? Momenti belli e altri meno belli, ma tutti conditi da una sola grande certezza: l’amore incrollabile a fondamento di un’intera esistenza.

Grazie per tutto caro papà! Per le cose belle, perché hanno arricchito la mia vita. Per le cose brutte perché mi hanno fortificata. Grazie per tutte le volte che hai pianto in silenzio. Per tutte le volte che hai sorriso quando non ne avevi nessuna voglia. Grazie per essere stato la mia forza, anche quando non ne avevi per te stesso. Mi diranno che bisogna crescere, ma io risponderò che in fondo una parte di me resterà sempre una bambina piccola e insicura che vuole scoprire il mondo senza lasciare la tua mano.

Resta con me anche quando ti sembrerà che non ne abbia bisogno, Resta con me nel silenzio di un dolore acuto, nella gioia di un sorriso. Resta con me come quando ero bambina e insegnami a vivere perché non si smettere mai di imparare. Insegnami a sorridere per le mie figlie quando non ne ho voglia e a piangere in silenzio. Continua a indicarmi la via perché tutti abbiamo bisogno di restare aggrappati alle nostre origini. Ti voglio bene.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.