Cannabis Non fumare cannabis migliora la memoria eppure … Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 7 Dicembre 2018 Nessun commento su Non fumare cannabis migliora la memoria eppure … di Gabriele Soliani Uno studio USA ha valutato gli effetti dell’astinenza da fumo di cannabis per un mese. Il risultato? L’assenza di cannabinoidi migliora la capacità di apprendimento. Eppure aumentano, anche in Italia, i negozi che smerciano la cosiddetta “cannabis legale o cannabis light o cannabis per tutti”. Non fumare cannabis per un mese migliora la memoria. Sembra quasi di scoprire… l’acqua calda, eppure è così. Uno studio USA ha valutato gli effetti, in un campione di adolescenti e ragazzi, dell’astinenza da fumo di cannabis per un mese. Il risultato è che non fare uso di cannabis per un mese migliora la capacità di apprendimento di adolescenti e giovani che fumano questa sostanza almeno ogni settimana. È il dato che emerge da uno studio condotto da ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston. Il team guidato da Randi Melissa Schuster ha preso in esame 88 ragazzi dai 16 ai 25 anni. I partecipanti allo studio sono stati divisi a caso in due gruppi. Uno si è astenuto dall’uso di cannabis e l’altro ha continuato. Ogni settimana sono stati analizzati i campioni di urina per verificare i livelli di tetraidrocannabinolo (THC), l’elemento psicoattivo nella cannabis. Leggi anche: Ma la cannabis fa male o no? La memoria, ma non l’attenzione, è migliorata più tra i ragazzi che si sono astenuti dalla cannabis. La memoria dichiarativa, soprattutto quella che codifica le nuove informazioni, è stato l’aspetto della memoria che ha più beneficiato dall’astinenza da cannabis: il gruppo che non ha fumato ha appreso più parole della controparte. L’astinenza dalla cannabis dunque è associata a miglioramenti nell’apprendimento verbale, che avvengono soprattutto nella prima settimana dopo l’ultimo uso. “Questa ricerca fornisce evidenze convincenti che adolescenti e giovani possono aumentare la loro capacità di apprendere nuove informazioni quando smettono di usare la cannabis – affermano i ricercatori – anche se non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda l’aspetto dell’attenzione”. Un limite dello studio è l’assenza di un gruppo di controllo di persone che mai facevano uso della sostanza. Perché allora sono stati aperti 700 nuovi negozi in tutta Italia per la cosiddetta “cannabis legale o cannabis light o cannabis per tutti” in totale assenza di interventi dello Stato? Leggi anche: Legalizzazione della cannabis, un tranello da evitare Sono prodotti derivati dalle inflorescenze della cannabis sativa che hanno un contenuto di delta 9 THC (il principio attivo della sostanza stupefacente) oscillante tra lo 0,2 e 0,6 % e quindi molto meno della Cannabis illegale che naturalmente oscilla tra il 2-6% ma può arrivare anche a molto di più. È per questo che furbescamente vengono denominati light e restano sotto i livelli previsti dalla legge sulla droga. Prodotti però che contengono anche un secondo importante principio farmacologicamente attivo quale è il Cannabidiolo (CBD). In Italia tale pianta sarebbe destinata ad usi agroindustriali e non certo per … essere fumata e la coltivazione e l’utilizzo è regolato dalla legge 242 del 2016, che in questo caso non sembrerebbe proprio essere rispettata. Quello che stupisce è che le vendite continuano e vanno alle stelle. Le offerte sul mercato, sia presso negozi specializzati o addirittura presso alcuni tabaccai e internet, hanno scarse/assenti indicazioni ed informazioni sulle caratteristiche del prodotto, sui possibili danni ed effetti collaterali (che possono esistere), ma soprattutto non viene evidenziato il reale uso che ne fanno i consumatori e cioè l’assunzione tramite combustione e inalazione del fumo derivante o l’ingestione. Non sono riportati gli effetti collaterali che sono possibili anche con queste basse percentuali di principio attivo, anche perché non si tiene in considerazione una legge basilare della farmacologia e cioè che i livelli di assorbimento/accumulo per lungo tempo nei tessuti grassi, e la presenza nel sangue del delta 9 THC, sono molto variabili da persona a persona, come riportato da anni nella letteratura scientifica. Questo avviene anche per basse concentrazioni di THC nel prodotto fumato. I dati scientifici sulla pericolosità dalla cannabis aumentano ogni giorno e i genitori devono essere messi al corrente per poter vigilare (ne hanno il diritto-dovere) sulla salute dei figli. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag cannabis ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 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