CORRISPONDENZA FAMILIARE
di don Silvio Longonardi
La santità della porta accanto
29 Ottobre 2018
Otto figli, il lavoro, l’impegno in parrocchia e nel sociale e poi… la Messa quotidiana: non è una storia inventata, ma la vita concreta di Simona e Luigi. Don Silvio: “Qualcuno forse si sta domandando come facciano a tenere insieme queste diverse realtà. La risposta è chiara: al primo posto, come sempre, c'è Dio”.
Cari amici,
proprio in questi giorni, alla vigilia della bella festa di Tutti i Santi, ho ricevuto una lettera che racconta la vita ordinaria di una famiglia che ha scelto di vivere il Vangelo, una famiglia che deve intrecciare gli impegni lavorativi con quelli familiari, la doverosa attenzione ai figli con la disponibilità nei confronti del prossimo, il desiderio di collaborare alla vita parrocchiale con la necessità di non perdere gli appuntamenti della preghiera. Una santità che apparentemente non è fatta di eventi eclatanti e che non riuscirà a guadagnare le prime pagine della cronaca eppure, a ben vedere, si tratta di una santità straordinaria perché è ben lontana rispetto a quegli standard ordinari delle nostre famiglie, anche di quelle più generose. Quest’esperienza rappresenta una fedele icona di quella che Papa Francesco chiama la santità della “porta accanto”: “genitori che crescono con tanto amore i loro figli, uomini e donne che lavorano per portare il pane a casa, malati, religiose anziane che continuano a sorridere” (Gaudete et exsultate, 7).
Nel tessuto delle nostre comunità ecclesiali c’è una santità nascosta che arricchisce la Chiesa e manifesta la bellezza e la forza del Vangelo. Tante volte ci soffermiamo sul male che imperversa, purtroppo, anche tra i figli della Chiesa. Tante volte amplifichiamo il male commesso da alcuni e dimentichiamo il bene seminato con gioia da tanti altri cristiani. Sulla bilancia della storia non c’è paragone, il bene è immensamente più grande, anche se non sempre tutto questo appare.
In questa grande opera di bene, gli sposi sono senza dubbio in prima fila. Ne conosco tanti che vivono con eroica fedeltà la vocazione all’amore e s’impegnano con straordinaria generosità per far crescere i figli, mettendo da parte le loro esigenze. In quest’ampia lista di sposi, Simona e Luigi hanno un posto tutto particolare. Hanno scelto di accogliere la vita con una generosità che supera di slancio i canoni ordinari: hanno sette figli e l’ottavo in arrivo. Non basta dire otto figli occorre anche aggiungere che ogni figlio ha una sua storia e richiede un’attenzione personalizzata. Posso assicurarvi che questa dimensione educativa non manca. Gli innumerevoli impegni legati alla vita familiare non impedisce loro di aprire le porte di casa per rispondere alle diverse necessità (sono un riferimento per i servizi sociali del territorio). Sono attivamente presenti nella vita parrocchiale e da poco hanno assunto la responsabilità di guidare una comunità di sposi…
Qualcuno forse si sta domandando come facciano a tenere insieme queste diverse realtà. La risposta è chiara: la scelta di Dio non resta una generica adesione alla fede ma viene nutrita dalla preghiera domestica e dalla Messa quotidiana. Anche la Messa? Sì, anche la Messa. Anzi, senza questo appuntamento non sarebbe possibile vivere tutto il resto. Stando ogni giorno dinanzi a Dio, ogni giorno ricevono da Lui la grazia e la forza (anche quella fisica) di stare al servizio di tutti. Non voglio dirvi altro, la lettera che ho ricevuto da loro è piuttosto eloquente e ve la consegno come un dono che rischiara questi giorni e che ci prepara a vivere la liturgia di Tutti i Santi non con le immagini di morte ma con la luce di quella santità che è un riflesso della luce eternamente risplende nella Casa di Dio.
Ci affidiamo in modo particolare all’intercessione dei santi Luigi e Zelia Martin. Chiediamo la grazia di non arrenderci alla mediocrità.
Don Silvio
Carissimo don Silvio,
desidero anzitutto dirti che ti abbiamo seguito nel tuo viaggio in Africa, come sempre abbiamo pregato per te e per tutto quello che Dio compie attraverso la tua opera. Vorrei darti un piccolo aggiornamento sulla nostra vita familiare.
Sono iniziate tutte le attività scolastiche e lavorative, come puoi immaginare non è facile stare dietro a tutti gli impegni, ordinari e straordinari. Talvolta la vita è come un puzzle complicato. Personalmente sono molto felice perché la gravidanza mi permette di stare a casa e di seguire ogni cosa con la dovuta attenzione. I ragazzi grandi vivono un anno particolare: Francesco e Giulio sono alla fine del percorso scolastico, devono preparare l’esame finale e pensare con maggiore responsabilità al percorso di studi successivo. Elisabetta va seguita con più attenzione perché si rivela molto fragile. Il contesto scolastico e, più in generale, l’ambiente sociale ci preoccupa perché sembra che tutto sia possibile, tutto si può fare… se le cose non vanno come speriamo, è sempre possibile cambiare. Così pensano i nostri adolescenti, e non hanno affatto consapevolezza che ogni nostra scelta comporta sempre delle conseguenze e non tutte desiderabili. Il problema è che questa mentalità spesso arriva proprio da quegli adulti, come gli insegnanti, che sono per loro un punto di riferimento. A volte, io e Luigi, abbiamo l’impressione di combattere una battaglia contro i mulini a vento.
In ogni caso, non siamo di quelli che si scoraggiano. Anzi cerchiamo di essere sempre presenti e di puntare i piedi anche con le istituzioni. Luigi si ricandida come presidente d’istituto, cercando così di poter portare e proporre idee nuove di cambiamento su alcuni atteggiamenti passati ormai come normali.
Per quanto riguarda le piccole della casa, Lucia ha iniziato la prima elementare. Siamo a fine ottobre ma le insegnanti non sono ancora arrivate e questo rallenta non poco il percorso formativo della classe. Lei comunque è molto serena e felice. Le altre due continuano anche loro molto serene. Sofia dopo alcuni test somministrati a scuola sulla dislessia era risultata con un indicatore un po’ sospetto, abbiamo dato il consenso per un’ulteriore valutazione ed è risultato dislessica. Ma in un successivo confronto con le insegnanti ed altre persone esperte, siamo arrivati alla conclusione che la valutazione è sbagliata. I test somministrati non sono adatti alla sua età. E difatti la maggior parte della classe è risultata in difficoltà. Abbiamo comunque scelto di continuare il percorso riabilitativo. Questa vicenda conferma una mia teoria, come mamma e come insegnante ho l’impressione che, con eccessiva superficialità, oggi si tende ad etichettare come un problema quelle che in realtà sono le fisiologiche difficoltà della crescita.
E ora passiamo alla parrocchia. Abbiamo iniziato gli incontri con le famiglie. Con tanta umiltà e senso di inadeguatezza, affiancati dal don, abbiamo iniziato le catechesi suggerite dalla Fraternità. Siamo 7/8 coppie di diversi anni di matrimonio. Alcune giovani sposi in attesa del primo figlio, altre intorno i 10/ 16/20 e più e addirittura una di 40 anni. Ma è bellissimo come la freschezza delle prime sia supportata dall’esperienza delle altre. Tutte sono presenti in chiesa, non hanno difficoltà a condividere e a mettersi in gioco. Crediamo che sarebbe bello ed importante che conoscessero anche te. Magari poi ne parliamo personalmente e ti racconto meglio.
Per quanto riguarda la mia salute posso dirti che ci sono giorni in cui mi sento un leone e altri in cui mi sento come Zelia [santa Zelia Martin] quando scriveva di non potersi nemmeno guardare allo specchio! Il male c’è e si fa sentire. Per questo ringrazio il buon Dio perché ho trovato delle bravissime dottoresse che, con grande attenzione e dolcezza, seguono il decorso della malattia. Con loro mi sento al sicuro.
In questo puzzle complicato al primo posto, come sempre, c’è Dio. La Messa quotidiana, la vicinanza, il confronto e conforto di tanti sacerdoti e consacrati, rappresentano per noi (me e Luigi) un segno di Dio e comunicano la forza e il coraggio di affrontare ogni cosa. Ogni giorno scopro la grazia di trovarmi davanti a Gesù Eucaristia. E ogni volta ringrazio Dio per avermi dato la gioia di stare ai piedi dell’altare. La piccola Maria ci accompagna ogni giorno, solo in casi rarissimi non viene. Anche Valerio ha preso l’impegno di venire a Messa almeno una volta a settimana. Ma devo aggiungere che tutti i figli, sia pure con ritmi diversi, cercano di condividere il nostro quotidiano appuntamento eucaristico.
Tante cose avrei ancora da dire, ma devo andare… i figli reclamano la mamma. Ci sentiamo presto e speriamo di poterci vedere quanto prima. Ti abbraccio.
Simona
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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