Verona
Marina Casini, MpV: “A Verona le reazioni a cui stiamo assistendo sono scomposte e becere”
di Ida Giangrande
Non si placa la polemica per la mozione approvata dal consiglio comunale di Verona che cerca di aiutare le donne a non abortire. Cosa c’è di sbagliato nel voler aiutare una madre a mettere al mondo il proprio figlio? Lo abbiamo chiesto a Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano.
Verona – Nei giorni scorsi, il consiglio comunale ha approvato durante la notte, con 21 voti a favore e sei contrari, una mozione della Lega sottoscritta dal sindaco Federico Sboarina, che dichiara Verona “città a favore della vita” e sostiene associazioni cattoliche che mettono in campo iniziative contro l’aborto.
A votare a favore anche una consigliera del Partito democratico, la capogruppo Carla Padovani, che travolta dalle polemiche ha dichiarato: “La vita è valore universale e non di partito. Ho votato secondo coscienza”. Ma evidentemente la coscienza non basta, perché la capogruppo è stata poi sfiduciata dai consiglieri del suo stesso partito.
Ma, tanto per vederci chiaro, cosa prevede il testo? Inserire nell’assestamento di bilancio, finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, e promuovere il progetto regionale “Culla Segreta”. Cioè, se la logica non mi inganna, si tratta del tentativo di eliminare le cause che spingono le donne ad abortire. Cosa c’è di sbagliato? Quale sarebbe il diritto negato? Da quando aiutare qualcuno a far nascere un bambino è un reato?
A Verona si discute da mesi sul diritto all’interruzione di gravidanza, il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, ex vicesindaco della città, lo scorso luglio ha dichiarato: “Lo Stato aiuti le donne a non abortire” ad aiutare le donne a diventare madri. Aiutare le famiglie a generare figli, cosa più che mai urgente, dato che siamo uno dei Paesi tra i più vecchi in Europa.
Inquietante la risposta delle donne. Alcune attiviste del movimento femminista “Non una di meno” si sono presentate al consiglio vestite da ancelle con costumi simili a quelli della serie Tv “Handmaid’s Tale”, nella quale una società governata da estremisti religiosi toglie alle donne ogni diritto e le obbliga a stupri rituali per generare figli. Dopo l’approvazione della mozione, ovviamente, sono state fatte allontanare dall’aula.
Insomma mi pare di capire, correggetemi se sbaglio, che le donne vogliono essere aiutate sì, ma ad abortire? Ho voluto ascoltare il parere di una delle donne più impegnate nella difesa dei diritti del nascituro e ancora una volta, come mi capita sempre quando la ascolto, la chiarezza delle sue idee mi raggiunge in maniera fresca e diretta.
“Le reazioni a cui stiamo assistendo sono scomposte e becere” – sottolinea Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano – “esprimono una totale cecità di fronte al fatto che quando si parla di gravidanza non si parla solo di donne, ma anche di figli in viaggio verso la nascita. E sono proprio loro, i bambini, a pagare sempre il prezzo più alto. Queste reazioni ci fanno capire che siamo dalla parte giusta. Effettivamente rivedendo al situazione, la cosa assurda è che la mozione passata a Verona non tende a smontare la legge 194, si è parlato semplicemente di prevenzione post-concezionale”. Sulla questione Padovani, la Casini ha dichiarato: “Sono convinta che la consigliera abbia fatto benissimo ad agire secondo coscienza e auspico che resti ferma nella sua posizione”.
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