Vita

L’embrione è già vita umana? Sì, lo dicono i medici…

di Gabriele Soliani

L’aborto è un omicidio, a dirlo è Bertrand de Rochambeau, presidente del Sindacato nazionale dei Ginecologi francesi. Ma le femministe non sono d’accordo e continuano ad urlare che l’embrione non è vita anche contro ogni evidenza.

Sarà per un caso ma anche i ginecologi francesi hanno avuto il loro… 11 settembre di triste memoria. Durante l’intervista al programma televisivo Quotidien il presidente del Sindacato nazionale dei Ginecologi francesi, Bertrand de Rochambeau ha spiegato di essere un obiettore di coscienza perché “ora non faccio più cose in cui non credo. Il nostro compito non è rimuovere delle vite”. In Francia nel 2016 si sono praticati 211.900 aborti, più del doppio di quelli praticati in Italia.

La giornalista Oberti, scandalizzata, ha ribattuto che “un nascituro non è una vita in senso giuridico. Fare un aborto non è un omicidio”. Convinta e coraggiosa la risposta del medico: “E invece sì, Madame”. Oberti l’ha pungolato spiegando che “è falso, per il codice penale non è così. Tutte le donne, e io sono una di loro, non ritengono quando hanno un embrione nel ventre di ospitare una vita”. “Beh”, replica calmo e tranquillo il ginecologo, “questa è la sua opinione. Io, in quanto medico, non sono obbligato a pensarla come lei. E la legge protegge questa mia posizione. E anche la mia coscienza”. Le persone a favore dell’aborto incondizionato coma la giornalista Oberti sembrano a volte “fuori dal mondo” e addirittura dicono che… “tutte” le donne non ritengono una vita l’embrione nel grembo. Tutte? Proprio tutte?

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Su andiamo signora Oberti, siamo seri! La calma risposta del ginecologo Bertrand de Rochambeau ha fatto rabbrividire i giornali e le femministe. Quelle del governo principalmente. Il ministro della Salute, Agnès Buzyn, e il segretario di Stato per l’uguaglianza tra uomini e donne, Marlène Schiappa, hanno immediatamente emesso un comunicato stizzito: “Condanniamo fermamente le parole del presidente di Syngof e siamo determinate a proteggere dovunque il diritto all’aborto. Ogni donna deve poterlo esercitare liberamente”.

Il Presidente del Sindacato nazionale dei Ginecologi non ha detto di volere impedire a qualcuno di abortire, ha solo spiegato perché è diventato un obiettore di coscienza. L’obiezione è un diritto garantito (per ora) in Francia dall’articolo 2212-8 del codice della sanità pubblica, dove si precisa che “un medico non è mai tenuto a praticare un’interruzione di gravidanza”, così come “ostetriche, infermieri e ausiliari medici non sono tenuti a concorrere a questo atto medico”.

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La legge parla chiaro e va rispettata anche dalle ministre abortiste. Quello che brucia non sono i distinguo sulla legge ma il fatto che Bertrand de Rochambeau ha osato definire l’aborto un omicidio. La legge lo consente ma definire “vita umana nel grembo” e “omicidio” per le femministe francesi è insopportabile. Il ginecologo ha ragione, lo capiscono anche le femministe abortiste. L’unico modo per accettare in coscienza che “non sia omicidio” è quello di ripetere ossessivamente che l’embrione non è vita. Altrimenti per la ragione, anche delle femministe, sarebbe un assurdo inammissibile. Ed è tanto più inaccettabile quanto più sono perfettamente consapevoli che il ginecologo ha ragione. Per avere ragione le femministe abortiste gridano che l’embrione non è vita, vogliono avere molti dalla loro parte, non dissuadono le donne a non abortire se sono incerte se farlo o no. È una vera e propria ideologia. Pur d’aver ragione continuano a dire che non è vita un embrione umano. Poi però il ministero francese della Salute ha lanciato da poco una campagna per consigliare alle donne di “non bere alcol in gravidanza”. Perché? Perché può far male al bambino. Le contraddizioni non hanno fine e a farne le spese è sempre il piccolo essere umano concepito. Il ginecologo Bertrand de Rochambeau con la sua calma ha fatto più rumore del previsto.




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