Scuola

Mattarella: “Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo”

bullismo

(Foto: GagliardiImages / Shutterstock.com)

a cura della Redazione

In occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico che si è svolta a Portoferraio insieme al ministro dell’Istruzione Bussetti, il Presidente Sergio Mattarella ha espresso cordoglio per il giovane 14enne vittima del lato oscuro del web e ha sottolineato alcune importanti criticità della relazione scuola-famiglia.

“Tutti a scuola”, si chiama così la manifestazione che un tempo era ospitata nel cortile del Quirinale, ma da quattro anni è diventata itinerante e che quest’anno si è svolta al palazzetto dello sport di Portoferraio, sull’Isola d’Elba.

Interessante il discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inaugurato il nuovo anno scolastico senza evitare di sottolineare alcune criticità dell’universo della scuola soffermandosi con particolare attenzione sulla relazione genitori-insegnanti. “Le connessioni digitali sono grandi finestre aperte sul mondo, e sul nostro tempo. – Ha detto – Ma esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat”.

Il riferimento esplicito è al giovane 14enne Igor Maj morto per aver seguito le indicazione di un gioco autolesionistico diffuso in rete. “Sono vicino – ha aggiunto il capo dello Stato – al profondo dolore della famiglia del giovane per questa morte assurda e crudele. Dobbiamo chiederci che cosa va fatto per evitare tragedie di questo genere. Le fragilità dei nostri giovani devono poter essere accompagnate e sostenute, poste al riparo da insidie gravi, talvolta mortali, veicolate sulla rete. Le famiglie non possono essere lasciate sole in questa opera. La scuola può far molto per aiutarli”.

“I giovani corrono avanti. Gli adulti, tuttavia, devono cercare di tenere il loro passo e di accompagnarli – ha detto poi il presidente della Repubblica – Il web è spazio di libertà e, per definizione, non merita censure. Ma non deve, in alcun modo, trasformarsi in un mondo parallelo e incontrollato in cui succede impunemente di tutto. Una comunità che si rispetti deve saper proteggere i propri giovani da simili insidie”. “Governo e Parlamento – ha concluso – sono chiamati ad affrontare questo problema sociale”.

Poi il riferimento esplicito ad uno dei grandi problemi della scuola di oggi: “Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo, il cui rifiuto, cresce sempre di più nell’animo degli studenti, a scuola e nel web”. “Gli strumenti digitali – ha ricordato il capo dello Stato – possono amplificare violenze e soprusi, anche in modo drammatico. Ma possono anche aiutarci a combatterli. La scuola è animata dalle energie e dalle motivazioni di chi vi studia e di chi vi lavora, con dedizione e spirito di sacrificio: presidi, insegnanti, personale non docente. Al tempo stesso, però, deve poter contare sulla collaborazione delle famiglie”.

Ma famiglie e insegnanti sembrano sempre più due eserciti schierati su un campo di battaglia. Cosa è possibile fare dunque? “Condivisione, partecipazione, dialogo, fiducia sono elementi decisivi per consentire alla scuola di raggiungere i suoi obiettivi. – Ha spiegato il Presidente – Non possiamo ignorare che qualcosa si è inceppato, che qualche tessuto è stato lacerato nella società. Alcuni gravi episodi di violenza (genitori che hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli) rappresentano un segnale d’allarme che non va sottovalutato”, ha concluso Mattarella.




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