Escalation di abusi e violenze? È urgente ripartire dalla relazione di coppia

Troppo sesso libero e con sconosciuti, eccessivo desiderio di andare oltre i limiti, perversioni, violenze. Forse è il caso di ripartire dai piccoli gesti in famiglia.

Un gioco di seduzione dove luci ed ombre si susseguono a scatti ed ecco che in una notte qualsiasi, si consuma l’ennesimo caso di violenza. Questa volta succede a Parma. Solo poche settimane fa un noto imprenditore della zona ha violentato una ragazza insieme al suo pusher nigeriano per tutta la notte.

L’incubo, secondo la ricostruzione, è iniziato nella serata tra il 18 ed il 19 luglio: la giovane di appena 21 anni si era accordata con l’imprenditore 46enne per una serata insieme. Dopo aver trascorso alcune ore in un locale, i due si sono recati nell’attico di lui. Ad un certo punto il 46enne ha chiamato il suo pusher che è arrivato con la droga, e da qui quella che doveva essere una serata a due e diventato il set di un film dell’orrore. Non mi soffermerò a descrivere i dettagli, anche perché credo che sia stato già fatto più che a sufficienza. Ma il quadro che emerge è agghiacciante.

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Ormai il motivo è quasi sempre lo stesso e si ripete come una litania. Giovani donne, in qualche caso minorenni, abusate dalla brutalità di uno sconosciuto di turno al quale, forse troppo ingenuamente, avevano dato fiducia. Dall’altro lato ci sono gli uomini sempre più violenti e dominatori. Il tutto condito da una libertà erotica selvaggia e indiscriminata, che ha fatto del rapporto sessuale una specie di gioco di società.

Sia nell’uno che nell’altro caso ci troviamo di fronte a una tragedia umana che merita una riflessione educativa. Al di là delle responsabilità penali, evidentemente chiare, c’è da porsi qualche domanda come genitori. Cosa possiamo e dobbiamo fare, perché i nostri figli, maschi e femmine, imparino a rispettarsi l’un l’altro?

La psicanalisi ci dice che la violenza si apprende dall’infanzia. È da bambini che conosciamo la sopraffazione e non è sempre necessario assistere a botte, violenze o percosse. Spesse volte la violenza assume i contorni di una presunta normalità. L’elemento chiave allora è l’esempio quello che diamo nelle piccole occasioni della vita di tutti i giorni come uomo, come donna, ma soprattutto come sposi. Ora il fatto di cronaca citato ha certamente altre cause più profonde e remote ma tentiamo di lasciarci interrogare da questi eventi come genitori. 

I figli crescono per imitazione dei genitori. Qualcuno vorrebbe dire che non è così, ma la verità delle cose è questa ed è attestata da una letteratura psichiatrica e neuropsichiatrica lunga di secoli.

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Lo squilibrio nella coppia, il modo di parlarsi, quello di litigare, il turpiloquio con cui spesso i padri commentano le starlette della televisione, e quella facilità con cui si lascia che i nostri figli usino contenuti pornografici definendola una cosa normale. Tutto questo contribuisce a creare nel figlio/adolescente l’immagine di una donna oggetto da usare a proprio comodo. Piccoli abusi che preparano il terreno ad abusi più grandi, violenti e invasivi.

E cosa dire delle madri che esibiscono il proprio corpo come adolescenti in piena crisi ormonale? Che usano i social per mettersi in vetrina, che ammettono una relazione erotica senza inibizioni e che reputano di non dover negare nessuna esperienza alle figlie. Tutto è lecito? Tutto è possibile? Oppure noi per primi, cari genitori, abbiamo dimenticato che abbiamo delle responsabilità precise, come padri e madri, ma principalmente come coppia? 

Allora posso tentare alcuni suggerimenti coniugali che hanno una ricaduta educativa. Aspetti apparentemente innocui ma che se non ci sono in una relazione coniugale e genitoriale contribuiscono a creare un rapporto uomo/donna poco rispettoso di entrambi. 

Si potrebbe partire dall’imparare a dirsi grazie. Ciò che l’altro fa per me è sempre un dono e non può mai essere una pretesa. Nella prospettiva dei figli questo atteggiamento di accoglienza e gratitudine reciproca aumenta la consapevolezza che essere nati è la scelta di coppia di amanti che si sono donati l’uno all’altro e non un imprevisto o un incidente di percorso.  

Cercare di valorizzarsi reciprocamente. È più bello sentire un marito o una moglie che valorizza il proprio coniuge piuttosto che denigrarlo. Quante volte volano appellativi come ad esempio “sei imbranato”, “ma stai zitta non capisci nulla”, “muori o va’ a quel paese”? Nella prospettiva dei figli percepire la stima reciproca tra i genitori fa aumentare lo loro autostima e rafforza la stabilità dell’esistenza. 

Guardarsi con gli occhi dell’amore. Sì è possibile anche dopo tanti anni di matrimonio e con i figli ormai grandi. Basterebbe chiedersi: come abbiamo custodito la magia dell’innamoramento? Come è maturata nelle vicende della vita?

Tutte queste cose, cari genitori, non sono attività da svolgere come una specie di commedia davanti ai figli. È necessario imparare ad amarsi indipendentemente da loro, perché i nostri figli sono in grado di distinguere la verità dalla finzione.




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Giovanna Pauciulo

Sposa e madre di tre figli, insieme al marito Giuseppe è referente della Pastorale Familiare per la Campania, ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. Conduce su Radio Maria la trasmissione “Diventare genitori. Crescere assieme ai figli”. Collabora con Punto Famiglia su temi riguardanti la genitorialità e l’educazione alla fede dei figli. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018).

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