Il Ministro Fontana: “No all’utero in affitto. La Legge lo vieta”
No alla gestazione per altri, no al riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso, sì al rafforzamento dell’indennità di maternità: queste le linee guida del Ministero per la Famiglia e per la Disabilità presentate dal ministro Fontana in Parlamento. Uno scacco allo coppie omosessuali? No, semplicemente il rispetto della Legge.
Se una legge c’è va rispettata, altrimenti a cosa serve? Sembra questa una delle possibili letture delle dichiarazione del ministro per la Famiglia e per la Disabilità, Lorenzo Fontana. Presentando le linee guida del dicastero ha sottolineato: “Rilevo come l’attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in conto cosa sta accadendo in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso, facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere”.
In piena adesione con quello che è l’ordinamento del nostro Paese, il Ministro specifica: “Contrasterò in tutti i contesti possibili la pratica dell’utero in affitto, vietata dal nostro ordinamento, anche penalmente”. Una posizione quella del vicesegretario leghista che viene ampiamente sostenuta dal suo leader di partito, nonché vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Fino a quando io sarò ministro, gameti in vendita e utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati – afferma, nel corso di un question time in Senato – difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma e un papà”.
In concreto, fa sapere Salvini, il Viminale ha chiesto all’Avvocatura dello Stato di “dare le sue valutazioni legali”, prima di «definire linee di indirizzo che ho intenzione di diramare alle prefetture e agli enti locali interessati». Uno dei “punti fermi”, secondo Salvini, è l’indicazione negli atti di nascita, “quali genitori”, della “madre partoriente e del padre biologico”. Alcuni ufficiali di stato civile, prosegue il ministro, “hanno correttamente opposto il diniego alle trascrizioni ritenendole contro la legge, mentre altri sono andati, a mio avviso, oltre le norme vigenti”.
La reazione furiosa del Pd non si fa attendere. Come prevedibile c’è chi corre a chiamare in causa il “Medioevo” e che come Monica Cirinnà, madrina della legge sulle unioni civili del 2016, si rivolge a Salvini dicendo: “Il Ministro sa benissimo, e lo ha ammesso in Aula, che il governo non può intervenire, tramite i prefetti, sugli atti dello stato civile”. Quindi? Lo stralcio della stepchild adoption nel testo di legge sulle unioni civili era una presa per i fondelli? Un subdolo escamotage per eludere il sistema normativo italiano e mettere a tacere il fronte opposto?
Secondo l’avvocato Alexander Schuster, legale di numerose vicende giudiziarie che coinvolgono coppie omosessuali, “le adozioni in casi particolari oggi tutelano 100 bambini, le trascrizioni da atti stranieri di bambini con due genitori dello stesso sesso sono una cinquantina. E sommando questi casi alle tutele per l’effetto Appendino, possiamo stimare che oggi i bambini con due padri o due madri registrati siano fra i 250 e i 300, mentre quelli in attesa sono diverse migliaia”.
Nelle linee guida del suo ministero, Fontana parla poi di interventi per snellire le procedure di adozione e di “un sistema fiscale a misura di famiglia”, da inserire “nel solco della flat tax”, insieme a misure come “asili gratuiti”. Infine, il ministro annuncia “un disegno di legge delega del governo” per redigere “un Codice delle disabilità”, ma solo dopo che sarà “definita la legge di bilancio per il 2019”. Il testo punterà a “potenziare l’assistenza sanitaria domiciliare” e a “favorire l’inclusione scolastica e universitaria delle persone disabili”.
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