Come fare per intrattenere i più piccoli in chiesa? Tablet e smartphone non sono la risposta
È necessario partecipare a Messa con i più piccoli, ma intrattenerli con giochi, merendine e strumenti digitali non è educativo. I bambini vanno istruiti fin da piccoli offrendo loro innanzitutto ragioni di senso. Vediamo insieme come…
Nei giorni scorsi la mia nipotina Chiara di due anni e mezzo, si è esibita in uno spettacolo organizzato insieme a mia figlia Maria Lucia, sei anni e mezzo e sua sorella Camilla, cinque anni. Lo spettacolo riprendeva il saggio di fine anno che le bimbe più grandi avevano fatto a scuola. Chiara aveva sempre assistito alle prove senza mai partecipare fattivamente. Al momento dell’esibizione, tuttavia, la piccola di casa si è esibita perfettamente e senza esitazione. È stata bravissima pur avendo soltanto osservato il comportamento dei grandi.
Quante volte ci sarà capitato di dire o pensare che i bambini sono delle spugne che assorbono tutto! È vero, il bambino memorizza e imita tutto ciò che vede fare. Nel corso della crescita poi imitare i genitori diventerà un’azione sempre più sfumata a favore della propria originalità. Direi che per insegnare uno stile, un atteggiamento, le parole d’ordine sono stabilità e ripetizione. Anche per la fede valgono le stesse regole. I figli ci osservano, ci imitano e poi imparano a camminare sulle proprie gambe, ma hanno bisogno di essere istruiti. Per insegnare loro a pregare dobbiamo trasmettere l’atteggiamento corretto dalla postura, al silenzio interiore.
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Se questo lavoro viene fatto, i genitori con bambini piccoli anche di due o tre anni sono pronti per fare la prova del nove, la più temuta, quella della celebrazione eucaristica domenicale. Spesso mi sento dire da molte madri che non partecipano a Messa perché il figlio è troppo piccolo. Si sentono di impaccio per gli altri fedeli e ad essere onesti, se un bambino comincia a giocare con automobiline e supereroi sul banco non è scorretto pensare che chi vorrebbe pregare è infastidito dalla presenza poco disciplinata del bambino. Il punto è proprio questo: i nostri figli sono decisamente poco disciplinati.
In chiesa i bambini piccoli fanno chiasso, corrono per le navate, mangiano merendine, giocano come se stessero al parco giochi. Di chi è la responsabilità? Non dei piccoli certamente! Se gli adulti glielo lasciano fare e non si sono mai preoccupati di prepararli preventivamente ci ritroviamo bambini che crescono pensando alla chiesa come al parco giochi e quando capiranno che al parco giochi, quello vero, ci sono intrattenimenti più stimolanti, in chiesa non ci vorranno più andare.
Alcuni genitori cercano di risolvere il problema intrattenendo i bambini con giochi silenziosi e la scelta cade quasi sempre su smartphone o tablet. E sempre più spesso capita di vedere bambini nel passeggino o anche più grandicelli totalmente estraniati dal contesto liturgico e assorbiti dal loro strumento digitale. È giusto dunque intrattenere i più piccoli con smartphone e tablet in chiesa? Decisamente no, reputo che la scelta sia diseducativa.
I bambini vanno educati e istruiti fin da piccoli offrendo loro innanzitutto ragioni di senso. Consiglierei di portarli in chiesa non solo per la celebrazione domenicale, ma anche per un saluto a Gesù in un qualsiasi altro momento. Parlare sottovoce trasmetterà al bambino il senso del mistero, conferirà importanza e sacralità al luogo in cui ci troviamo, che non è decisamente uno fra tanti: la chiesa è terra consacrata. Lì c’è la presenza mistica di Gesù in carne e ossa. Mi piace sottolinearlo anche per molti adulti. In chiesa si fa silenzio, perché nel silenzio contemplo il mistero, perché nel silenzio ascolto la voce di Dio, gli permetto di parlare. I rumori, la confusione lasciamoli alla strada. Dio non urla, sussurra e per ascoltarlo dobbiamo tacere fuori e dentro di noi.
A casa poi è possibile fare il gioco del “facciamo finta di stare in chiesa?”. Il figlio più grande interpreterà il ruolo del sacerdote, qualcuno fungerà da assemblea e qui si può chiedere ai bambini di esercitarsi a stare fermi con escamotage del tipo: “Vince chi riesce a stare più tempo seduto e fermo”. Spesso non si arriva al minuto, amici cari, ma non importa, piano piano stabilità e ripetizione premieranno. Si tratta di aiutare il bambino a riconoscere il contesto in cui si trova.
Suggerisco perciò ai genitori che desiderano partecipare realmente a Messa con i figli anche piccoli, di concentrarsi educativamente sul fatto che non occorre portarli con sé in chiesa se non sono disciplinati. Occorre anzitutto aiutarli a familiarizzare e a capire dove si trovano e perché stanno lì altrimenti la partecipazione alla celebrazione eucaristica sarà una brutta e stressante esperienza per i piccoli. Perché un insegnamento porti frutto deve essere impartito nella serenità e in modo gioioso. Durante le celebrazioni, o magari sotto lo sguardo indispettito dei fedeli disturbati non è possibile dare una lezione al bambino, ecco perché suggerisco di scegliere altri orari, perché con calma è possibile far comprendere che si sta in chiesa e che in chiesa ci sono delle regole da rispettare come nella vita. Queste scelte educative portano frutto, trasmettono uno stile.
Cari genitori, non disperate! Si può e si deve andare a Messa con i bambini anche piccoli. Cosa rimane da dirvi ancora? buona eucarestia a grandi e piccini!
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