Olanda: via libera all’eutanasia per le persone anziane afflitte da comunissimi acciacchi

anziano

In Olanda basterà avere problemi di vista, di udito o osteoporosi per richiedere l’iniezione letale. È quanto stabilisce il nuovo codice di condotta inviato a tutti i medici di base del Paese. Nel documento si sottolinea che il criterio in base al quale stabilire se vivere o morire è del tutto “soggettivo”.

Da oggi in Olanda basterà essere anziani e acciaccati per richiedere e ottenere l’eutanasia. A dirlo è il nuovo codice di condotta inviato a tutti i medici di base del Paese dalla commissione di controllo dell’eutanasia. Rispetto a quello del 2015 si evince un rilevante cambiamento: i normali e diffusissimi acciacchi che generalmente sopraggiungono durante la vecchiaia, sono una motivazione sufficiente per accedere al suicidio assistito.

Nel documento di 138 pagine si legge: “Se un paziente vuole ricevere l’eutanasia, le sue sofferenze devono essere di natura medica. Ma non deve per forza essere affetto da una patologia terminale. L’accumulo di difficoltà tipiche della vecchiaia – come problemi di vista, problemi di udito, osteoporosi, artrite, problemi di equilibrio, declino cognitivo – possono causare sofferenze insopportabili senza prospettive di miglioramento. Se una o più condizioni insieme causano al paziente una sofferenza che lui considera insopportabile”, deve essere autorizzata l’eutanasia. Nel documento si sottolinea poi che “il criterio è del tutto soggettivo perché ciò che è sopportabile per un paziente potrebbe non esserlo per un altro”.

E il medico? Qual è il suo ruolo? Questi sarà semplicemente un mero esecutore della volontà del paziente. In questo modo si ribalta non soltanto il ruolo della medicina, ma anche quello della legge, che nel 2002 era stata approvata solo per quei “casi eccezionali” in cui il paziente aveva una prospettiva di vita non superiore a sei mesi a fronte di malattie terminali.

Il nuovo codice di condotta è stato approvato dopo che il Ministero della Giustizia ha aperto cinque fascicoli a carico di altrettanti medici per negligenza e irregolarità nell’applicazione della legge. In particolare, è stata messa sotto accusa la clinica “Fine vita”, che ha concesso l’eutanasia a una donna di 84 anni che non aveva particolari patologie, se non una crescente difficoltà a deambulare. Il suo medico di base le aveva rifiutato l’iniezione letale, proponendole interventi di cura alternativi, lei si era opposta rivolgendosi appunto alla clinica, che ha predisposto tutto per l’uccisione appena un mese dopo la richiesta.

L’eutanasia, come l’aborto sembra rappresentare una strada di non ritorno per le società che la accettano. I numeri, almeno in Olanda per ora, parlano chiaro: solo nel 2002 sono morte con l’eutanasia 1.882 persone. Nel 2017 ben 6.585, cioè il 250% in più. Ormai il 4,4% dei decessi in Olanda si deve all’eutanasia. Numeri da capogiro che indicano come le iniezioni letali somministrate aumentano da 15 anni, al pari degli abusi, che spesso vengono tollerati. Inoltre, secondo uno studio del New England Journal of Medicine (Nejm), intitolato “Decisioni sul fine vita in Olanda”, circa il 23% dei casi non viene riportato (nel 2017 i morti sarebbero dunque 8.100).




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