Maternità surrogata

Le famiglie arcobaleno non esistono: non lo dice solo il ministro Fontana…

di Gabriele Soliani

Le dichiarazioni di Lorenzo Fontana, neo ministro per la famiglia e la disabilità, hanno suscitato una reazione forte e anche prevedibile dal mondo Lgbt. Eppure, a ben guardare, non è solo lui a sostenere che le “famiglie arcobaleno” non esistono.

La risposta del neo ministro Fontana per la famiglia e la disabilità sulle famiglie arcobaleno ha suscitato reazioni prevedibili. Forse la risposta del neo ministro poteva essere più esauriente se avesse citato la petizione del gennaio scorso 2018 delle associazioni come Arcilesbica, Se non ora quando, di Susanna Tamaro e Marina Terragni contro la maternità surrogata. Che tra l’altro hanno detto che non avrebbero votato nelle elezioni del 4 marzo per chi appoggia l’utero in affitto.

Afferma la petizione: “Siamo una rete di associazioni, gruppi e singole che intendono far valere – tra i principi fondativi della nostra civiltà e di una visione ricca della libertà delle donne – il rispetto della personalità femminile, la procreazione come atto libero non soggetto al mercato e la salvaguardia dell’umanità del bambino che non può essere oggetto di scambio”. 

Infatti le famiglie arcobaleno si formano solo in questo modo, oltre alla minoritaria adozione del figlio del/della partner, cioè con la compravendita dell’utero e dei gameti. C’è andata molto più pesante la Corte Costituzionale, in una recente sentenza, sostenendo che la maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità delle donne e mina nel profondo le relazioni umane”.

D’altra parte la maggioranza del popolo italiano, come un recente sondaggio ha rilevato, resta fermamente contraria alla surrogata. Un fenomeno che non è solo italiano, e che negli scorsi anni ha avuto particolare rilevanza negli Stati Uniti e in Francia. Proprio qui, nel paese della Manif pour tous e delle politiche laiciste di Francois Hollande, ha fatto clamore la posizione contro la maternità surrogata portata avanti della filosofa Sylviane Agacinski, moglie dell’ex primo ministro socialista, Lionel Jospin, che ha promosso nel 2015 un manifesto contro l’utero in affitto.




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