Sessualità Può un “amico di letto” contenere in sé il mistero autentico dell’amore? Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 28 Marzo 2018 Nessun commento su Può un “amico di letto” contenere in sé il mistero autentico dell’amore? di Carmen Miranda* psicoterapeuta e operatrice di biofertilità Relazioni sessuali facili e a buon mercato, una moda in voga non solo tra i giovani ma anche tra i coniugi. Guardiamo al significato dell’atto sessuale nella cornice del sacramento del Matrimonio. “Ho un amico di letto bellissimo, ma nel 2019 mi sposo”: esordisce così la voce di una ragazza a Radio deejay. La sento di sfuggita mentre salto fuori dalla macchina in una delle mie giornate piene di appuntamenti e cose da fare. La notizia non mi sconvolge affatto, anche se una parte di me rabbrividisce. Oggi ormai la tendenza più affermata è utilizzare la sessualità come un bene di consumo. Per capire cosa c’è di tanto inquietante nell’affermazione della ragazza dobbiamo tornare alle radici dell’unione carnale celebrata nel matrimonio. Anzi, farei meglio a dire non più celebrata nel matrimonio perché è dalle stanze della coniugalità che la relazione sessuale ha cominciato ad essere sempre più svalutata fino a diventare il mero espletamento di un bisogno. Mi soffermo sulla sessualità coniugale, tenendo conto che la questione “prematrimoniale” aprirebbe un articolo a parte. Nella mentalità comune si è sempre pensato che la camera da letto è una stanza asettica dove non entra alcun “peccato”, ma talvolta nemmeno alcun “sentimento”. La camera nuziale, dunque, è spesso sentita come uno spazio ad uso esclusivo degli sposi senza accesso a Dio. Questo è quello che riecheggia in gran parte della cultura odierna. In realtà senza Dio l’atto sessuale in sé perde la sua caratteristica di dono e tutto si trasforma nel solo godimento. Il sentimento dell’amore viene by-passato al corpo senza tener conto della persona. La totalità si perde e si consegna all’altro solo una parte di sé, quella materiale, fatta di sensi e di muscoli. Per comprendere a pieno la totalità dovremo partire da Amore e Responsabilità di Wojtyla. In questo libro, interessantissimo per chi vuole approfondire l’argomento, Karol Wojtyla afferma che il significato pieno della sessualità racchiude non solo un aspetto filosofico e antropologico ma anche elementi teologici e spirituali. L’uomo e la donna nell’amarsi offrono se stessi all’altro, fino a costruire la comunione sacramentale degli sposi che riflette l’unione di Cristo e della Chiesa. Il donarsi sessualmente non è semplicemente uno scambio di effusioni, ma in virtù del Sacramento, rappresenta e comunica la grazia del sacrificio di Cristo per la Chiesa, e perciò possiede un carattere sacerdotale. Un atto che porta in sé la capacità di rendere genitori, gli sposi. A volte proprio in mancanza di un buon accompagnamento spirituale, tendiamo a “sbrigare” il nostro dovere coniugale non apprezzando a pieno le sue caratteristiche fondamentali. Perdiamo la consapevolezza che quel dono ci unisce al nostro sposo e ci apre a nuovi orizzonti. Siamo spesso accompagnati da una grande paura dell’amore, troppo preoccupati di non soffrire per un sentimento non ricambiato o rifiutato. Spesso non osiamo donare per non disattendere le nostre aspettative e finiamo col vivere un amore al limite del “necessario”. Così dimentichiamo che il dono, anche se non accettato dall’altro, viene accettato da Gesù Cristo. Forti di questo, possiamo osare e fare il primo passo nell’amore. Dobbiamo credere fermamente che l’amore che ci unisce al coniuge non parte dalle nostre carenze ma da una traboccante pienezza: il dono d’amore ricevuto da Cristo. Riscoprire la propria sessualità nel matrimonio diventa per un credente, un “bene” necessario da ricercare. E come tutte le cose importanti, anche questa richiede fatica e volontà. Ma portiamo nel cuore la consapevolezza che ritrovato il cammino, si ritrova la pace per poter “gustare” nella pienezza lo sposo che il buon Dio mi ha affidato e insieme aprirci ad una fecondità che supera il corpo fino a raggiungere la santità. C’è, dunque secondo voi, amico di letto che possa contenere in sé questo grande mistero d’amore? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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