Anoressia “Vorrei urlarlo a tutti: la bellezza non è un mucchio di ossa che cammina” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 31 Gennaio 2018 2 commenti su “Vorrei urlarlo a tutti: la bellezza non è un mucchio di ossa che cammina” di Elisabetta Cafaro “Dimagrire è lecito ma fino a che punto?” da questa domanda parte la lettera di oggi. Teresa, appena 18 anni, e un passato da bullizzata a causa del suo aspetto fisico. Oggi ne è uscita e alle ragazze che vivono il suo stesso dramma dice: “Amate le vostre maniglie dell’amore. Amatevi e basta”. Quale messaggio educativo stiamo dando ai giovani? Tra le smania di apparire e l’ansia di non essere abbastanza per un mondo che chiede sempre di più, sembra che non abbiano ancora capito cosa significa “essere”. Il problema che la lettera di una mia ex alunna solleva oggi, mi sta molto a cuore. È una piaga nel mondo della Scuola, una piaga spesso nascosta. Nel cuore di un’adolescente qualche chilo di troppo diventa un dramma specialmente se gli amici di classe lo fanno notare in maniera non troppo carina. Teresa oggi è maggiorenne, ma in passato è stata vittima di bullismo a causa della sua forma fisica. Ha vinto la sua battaglia, la risalita non è stata facile, ma c’è un messaggio che vuole lasciare alle ragazze che vivono la sua stessa pena. “Dimagrire è lecito, forse utile, ma fino a che punto?” inizia così la sua lettera. Una domanda che mi interpella profondamente come madre e come insegnante. “Sai prof, non è stato semplice venir fuori dal problema in cui mi sono trovata. Oggi mi sento più serena. Al traguardo dei miei 18 anni finalmente riesco ad esternare le paure, le ansie che per lungo tempo mi sono portata dentro senza mai avere il coraggio di parlarne con nessuno. Paure e ansie che hanno cambiato la mia vita. Cara prof, i miei disturbi alimentari sono cominciati durante il primo anno delle scuole medie. Ero in carne e spesso i miei compagni mi prendevano in giro. Mi davano dei nomignoli stupidi. Per loro era solo uno scherzo, ma per me era il sale sulla ferita. Non riuscivo a seguire un’alimentazione corretta e così un giorno mi chiusi in bagno e vomitai quello che avevo mangiato. Dopo lo feci ancora e ancora e ancora. Vomitare era l’unico modo che avevo per non sentirmi in colpa dopo aver mangiato. Ormai il mio stomaco si era abituato a non ricevere cibo. Riuscivo a stare digiuna anche per due giorni consecutivi. Bevevo tanta acqua e se avevo fame, fumavo. In quel triste periodo mi innamorai di un ragazzo poco più grande di me e mi fidanzai. Iniziai a stare bene. Ero felice. Mi sentivo amata. Ma bastò che lui mi lasciasse per tornare nel baratro. Alle scuole superiori, il problema divenne più serio. Svenimenti, capogiri, debolezza, nervosismo, dolore all’addome. Una mia amica mi convinse a parlarne con qualcuno e così cominciai a vedere uno specialista. Le sedute con lui mi aiutarono a capire che mi stavo facendo del male inutilmente. Non avevo bisogno di cambiare fisicamente, ma caratterialmente. Un poco alla volta capii che non avevo nessuna imperfezione. Mi ricordo che piansi tanto quando iniziai a comprendere che effettivamente stavo morendo per persone che godevano nel farmi soffrire. E cominciai ad aver paura, paura di morire sul serio. C’è voluto tempo, fatica e impegno anche da parte della mia famiglia, ma pian piano sono tornata ad essere felice, a sorridere. Oggi sono una bellissima ragazza di 19 anni che è stata forte e ce l’ha fatta! Vorrei urlarlo al mondo e soprattutto alle ragazzine che vivono il mio stesso problema. Non esiste una ragazza brutta. La bellezza non è essere magre, la vera bellezza è quella che portiamo nel cuore. La bellezza non è un sacco di ossa che cammina. Perché quella non è bellezza. È morte. Accettatevi per come siete! Se non vi accettate così come siete come pretendete di piacere agli altri? Amatevi! Amate i vostri chili in più, le vostre maniglie dell’amore. Amatevi e basta!” Teresa Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO 2 risposte su ““Vorrei urlarlo a tutti: la bellezza non è un mucchio di ossa che cammina”” Questa ragazza ha raccontato come affrontare uno dei mostri più terribili della società moderna: l’ideale di bellezza. Ha abbattuto anche un altro muro: la cattiveria dei codardi che preferiscono distruggere la vita altrui pur di vedere la propria come la migliore. Provano quasi piacere nel vedere l’altro soffrire per nomignoli o battutine, senza pensare alle conseguenze. Nonostante tutto, comunque, lei si è rialzata e si è svegliata dall’incubo che la imprigionava. Questi sono veri modelli da seguire! Ciao. Ho letto la tua lettera che devo dire è bellissima,bellissima proprio perché hai messo in evidenza il fatto che per essere belle noi ragazze non dobbiamo dimagrire,siamo nella fase adolescenziale e non dobbiamo fare questi sbagli. Tutto dipende da quest’età. Volevo dirti semplicemente che io ti comprendo molto bene :anche io sono stata male per amore,e ancora adesso ci sto dentro,me la sono presa e tendo ancora sbagliatamente a prenderla con il cibo; da queste cosa ne sto uscendo grazie anche al supporto della mia famiglia e alcune persone che veramente mi vogliono bene. Il mio problema è stato da sempre la mancanza di autostima ma non per il carattere,per l’esterno. Ma sto imparando,anzi molte volte rifletto che la bellezza non è il mostrare,non è l’apparire,magari può essere questo per la società odierna,ma andando a riflettere sulle cose che dovrebbero essere valorizzate nella società è il dare,ma anche l’ascoltare principalmente quella persona perchè se ci fai caso quando parli con qualcuno non vede se sei grassa o magra ma vede cosa hai dentro. Ti saluto e mi complimento ancora con te per il coraggio che hai avuto a superare questa carenza. Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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Questa ragazza ha raccontato come affrontare uno dei mostri più terribili della società moderna: l’ideale di bellezza. Ha abbattuto anche un altro muro: la cattiveria dei codardi che preferiscono distruggere la vita altrui pur di vedere la propria come la migliore. Provano quasi piacere nel vedere l’altro soffrire per nomignoli o battutine, senza pensare alle conseguenze. Nonostante tutto, comunque, lei si è rialzata e si è svegliata dall’incubo che la imprigionava. Questi sono veri modelli da seguire!
Ciao. Ho letto la tua lettera che devo dire è bellissima,bellissima proprio perché hai messo in evidenza il fatto che per essere belle noi ragazze non dobbiamo dimagrire,siamo nella fase adolescenziale e non dobbiamo fare questi sbagli. Tutto dipende da quest’età. Volevo dirti semplicemente che io ti comprendo molto bene :anche io sono stata male per amore,e ancora adesso ci sto dentro,me la sono presa e tendo ancora sbagliatamente a prenderla con il cibo; da queste cosa ne sto uscendo grazie anche al supporto della mia famiglia e alcune persone che veramente mi vogliono bene. Il mio problema è stato da sempre la mancanza di autostima ma non per il carattere,per l’esterno. Ma sto imparando,anzi molte volte rifletto che la bellezza non è il mostrare,non è l’apparire,magari può essere questo per la società odierna,ma andando a riflettere sulle cose che dovrebbero essere valorizzate nella società è il dare,ma anche l’ascoltare principalmente quella persona perchè se ci fai caso quando parli con qualcuno non vede se sei grassa o magra ma vede cosa hai dentro. Ti saluto e mi complimento ancora con te per il coraggio che hai avuto a superare questa carenza.