CORRISPONDENZA FAMILIARE
di don Silvio Longobardi
Fidanzamento: consigli d’uso
6 Novembre 2017
Una coppia di giovani innamorati, desiderosi di vivere il fidanzamento alla luce della fede, chiede a don Silvio alcuni suggerimenti. Don Silvio: “Una lettera non può dire tutto. Ma queste sono le premesse per fare un buon cammino”.
Cari amici,
mi avete chiesto di darvi alcuni consigli per vivere il vostro fidanzamento. Vi ringrazio per la fiducia e accolgo con grande piacere il vostro invito anche perché non siete prossimi alle nozze ma volete fare del fidanzamento un vero cammino di fede e di amore. Anche se ciascuna coppia ha una sua storia, vi sono sentieri comuni che tutti sono chiamati a percorrere.
Siamo abituati a vivere l’amore nella scia dei sentimenti e dimentichiamo che l’amore viene da Dio e solo grazie a Lui può crescere. Il primo impegno è stare insieme dinanzi a Dio, sotto il Suo sguardo. No, non basta andare a Messa insieme, occorre avere e coltivare la certezza che Dio solo può accendere il fuoco e custodire la fiamma di quella realtà misteriosa che si chiama amore. Non dimenticate però di portare la legna. Custodire e far risplendere il fuoco dell’amore dipende anche da voi.
Ciascuno di voi trovi il tempo di stare con se stesso! Si diventa coppia non solo quando si sta insieme, quando si ha l’occasione di parlare e condividere, quando si ha la possibilità di collaborare ad uno stesso progetto di carità … ma anche quando ciascuno di voi, separatamente, s’impegna a costruire la sua personalità. Si prepara per la persona amata, coltiva la sua anima e la arricchisce, mette alla prova il suo carattere. Lo stare insieme diventa una vera condivisione quando ciascuno ha qualcosa da raccontare, qualcosa da dire e da dare. Quante volte l’amore si perde nelle banalità!
Date il giusto spazio al dialogo di coppia, imparate a leggere gli eventi, non solo quelli a voi più vicini ma anche quelli che riguardano la vita sociale. Avete una diversa sensibilità, il vostro modo di giudicare cose e persone non è sempre lo stesso, anzi il più delle volte dovete constatare una differenza più o meno accentuata. Accoglietevi nella diversità ma fate in modo che le diverse lingue non diventino una Babele … chi ama è capace di raccordare le voci e gli animi in una più grande sinfonia. È questa la grande sfida che accompagnerà tutta la vita.
Non trascurate la preghiera, chiedete al buon Dio di accompagnare i vostri passi, invocate la luce per non smarrire la strada. La Parola di Dio vi aiuta a cercare l’essenziale e mette nel cuore desideri e parole che arricchiscono il vostro dialogo di coppia e il vostro progetto di vita. Che bello incontrare fidanzati che non hanno la presunzione di sapere già tutto ma si lasciano guidare da chi, in nome di Dio, sa indicare con chiarezza la strada da percorrere e i pericoli da evitare.
Ricordate che il cammino che avete iniziato non ha come meta la celebrazione nuziale e neppure la casa in cui già sognate di abitare insieme. Queste sono soltanto tappe di un’avventura che troverà il suo punto di arrivo nell’eternità. “Purché giunga in Paradiso con il mio caro Luigi …”, scriveva Zelia nei primi anni di matrimonio. Beati voi se questa certezza non solo accompagna fin d’ora i vostri passi ma diventa il criterio decisivo delle scelte che farete. Ve lo auguro di tutto cuore.
Una lettera non può dire tutto. Ma queste sono le premesse per fare un buon cammino. La Vergine Maria, che ha conosciuto e gustato la forza santificante dell’amore sponsale, vi prenda per mano. Un caro e affettuoso saluto.
don Silvio
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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