Lotta alla pedofilia

Mons. Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone: su pedofilia e abusi è vitato chiudere gli occhi

a cura della Redazione

Nella diocesi di Bolzano-Bressanone, si è tenuto, nei giorni scorsi, il convegno annuale sul tema della pedofilia e degli abusi dentro e fuori la Chiesa. Il vescovo, Mons. Ivo Muser: “Come Chiesa abbiamo una responsabilità che ci obbliga a garantire ai bambini e ai giovani una crescita tutelata e intatta”.

Gli abusi sui minori fuori e dentro la Chiesa sono un crimine contro Dio e contro gli uomini. Per Mons. Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone è vietato chiudere gli occhi.

“Il potere del silenzio è stato spezzato e la realtà tenuta nascosta è stata resa pubblica attraverso i media. Lo dico con convinzione: la bomba è scoppiata. Era doloroso e altrettanto imbarazzante, ma è bene che questa bomba sia scoppiata”. Parla così il vescovo intervenendo al Convegno “Succede frequentemente e ovunque”, organizzato dal gruppo di lavoro “Prevenzione di abusi sessuali e violenze”.

Secondo Muser: “La conoscenza degli sconvolgenti fatti a livello mondiale ha permesso di rompere un tabù, che per troppo tempo ha escluso la sofferenza delle persone colpite e del loro ambiente. Finalmente sono state ascoltate le vittime, sia in ambito ecclesiale sia sociale”.

Tutto questo ha portato a un cambio di prospettiva nella Chiesa, nel quale la diocesi altoatesina ha svolto un ruolo di apripista, istituendo per prima in Italia uno sportello per la denuncia degli abusi e l’assistenza alle vittime.

“Come Chiesa e altrettanto a livello di società – ha concluso Muser annunciando anche altre iniziative nella vicina diocesi di Trento – abbiamo una responsabilità che ci obbliga a garantire ai bambini e ai giovani una crescita tutelata e intatta. La tutela è un lavoro di priorità assoluta che richiede un esame di coscienza sincero e radicale, sia a livello personale che a livello strutturale, cioè come Chiesa in tutte le sue strutture”.

Urgente è passare dal “chiudere gli occhi” a una cultura del “tenere gli occhi aperti” con un’attenta presenza e avvalendosi di una consulenza e di un accompagnamento avveduti e competenti. “È assolutamente necessario – conclude la Chiesa altoatesina – un fermo no alla prassi del tacere e del nascondere. Per passare alla prassi dell’opzione dei deboli e della verità perché solo la verità, anche se ci fa soffrire, ci rende liberi”.

Fra gli altri relatori erano presenti al convegno anche Heinrich Keupp, psicologo e professore emerito della Ludwig-Maximilians-University Munich che ha parlato del tema “Violenza sessuale nelle istituzioni religiose – risultati e contributi per il lavoro di prevenzione” e Federica Santangelo, docente della facoltà di scienze politiche presso l’università di Bologna. Keupp ha presentato due studi in merito alla rielaborazione di violenze e di abusi sessuali che sono stati effettuati presso i Conventi benedettini a Ettal (Baviera) e a Kremsmünster (Alta Austria). In tale contesto egli ha indicato che questa rielaborazione porta lo sguardo ad un passato che per molto tempo è stato represso e tale sguardo si riferisce sia ai turbamenti dei bambini e dei giovani, sia al contesto di violenza. In questo modo si può stabilire un percorso di prevenzione.

“La violenza sessuale: diffusione, vittime, fattori” questo era il titolo, invece, dell’intervento di Federica Santangelo, in cui la relatrice ha parlato di un’indagine condotta a livello europeo dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali sulla violenza sessuale nei confronti delle donne. L’indagine svolta ha indicato che in Europa una donna su tre è vittima di violenza. Il 33% di tutte le donne di età compresa tra i 15 e i 74 anni ha subito violenza (sono 62 milioni di donne interessate). “Non possiamo più ignorare le conseguenze gravose per le nostre famiglie, le nostre comunità, la società in generale”, ha concluso la relatrice Santangelo.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.