I giovani e la fede
“Stavo scivolando nelle sabbie mobili, ma grazie al Signore ho ripreso in mano la mia vita”
di Elisabetta Cafaro
Oggi per il blog “Grazie prof!”, la testimonianza del giovane Carmine: “Prof, Gesù è venuto nelle profondità degli abissi in cui mi trovavo, mi ha preso per mano e mi ha portato verso la luce”.
Leggo la lettera di Carmine in una giornata molto calda di mezza estate, una di quelle giornate in cui sei immersa a riflettere sul tempo che passa e sulla vita. Momenti carichi di tutto e di niente, in cui ogni cosa si infrange come l’onda sulla scogliera, ma solo per ricomporsi come in un puzzle.
Quando mi trovo le parole di questi ragazzi tra le mani, mi rendo conto che nulla capita a caso e che spesso un blog, una lettera, la semplice disponibilità ad ascoltare può essere l’occasione che uno di loro stava aspettando per condividere il proprio mondo interiore, per raccontarsi.
“Ciao prof, mi chiamo Carmine, ho 24 anni e sono il fratello di Claudio un suo alunno. Le scrivo per dirle che seguo con molto interesse il blog di Punto Famiglia: “Grazie prof!”. Trovo che questa pagina sia davvero una finestra variegata e vivace sul mondo dei giovani. Una finestra che dona serenità e speranza, dove a parlare siamo proprio noi, i ragazzi d’oggi. Noi che viviamo nel sogno di “poi”. Noi che spesso non sappiamo in cosa credere. Noi che abbiamo bisogno di un paio d’ali per imparare a volare.
Trovo i suoi articoli molto profondi, carichi di umanità. Ogni sua parola raggiunge e tocca quel mondo misterioso chiamato anima, facendo emergere l’invisibile che è nel cuore.
Prof, un giorno anche io come purtroppo capita a tanti giovani, ho abbandonato il Signore. Ero convinto di essere ormai “adulto”, di poter fare la mia strada da solo. Problemi familiari, delusioni dovute ad alcune amicizie terminate, avevano determinato la mia depressione. I miei errori di quegli anni sono pagine di un libro che voglio decisamente chiudere.
In quel periodo di profonda confusione i miei genitori, i miei fratelli, i miei parenti non riuscivano più a capirmi. Mi sentivo perso non sapevo in che direzione andare, non sapevo cosa volevo, non mi importava niente della scuola, non riuscivo a dimostrare le mie capacità, la mia intelligenza, anzi, non mi interessava mostrare nulla a nessuno.
Il ragazzo solare e sorridente che tutti conoscevano stava scivolando nelle sabbie mobili, nelle viscere delle tenebre. Mi dava fastidio qualsiasi cosa. Mi sentivo perseguitato. Ero entrato in uno stato depressivo molto brutto. Degenerativo. Un tunnel senza via d’uscita.
Poi l’incontro decisivo, quello che ti cambia la vita. Dietro sollecitazione della mia famiglia che è molto cattolica e di un mio amico, ho iniziato il cammino con i Neocatecumenali.
Questo cammino mi ha portato a ritrovare la “stella” guida più importante. La stella che ha illuminato di nuovo la mia vita: la fede nel Signore.
Prof non potevo ricevere dono più bello! Una vera grazia. Sono uscito dal buio. Finalmente sapevo cosa fare e che cosa mi mancava. Stavo riprendendo in mano la mia vita.
Gesù è venuto nelle profondità degli abissi in cui mi trovavo, mi ha preso per mano e mi ha portato verso la luce. Stretto a lui con un amore che non credevo possibile sono “risalito” da quel terribile vortice in cui ero precipitato.
Nella comunità catecumenale ho compreso che bisogna condividere le nostre esperienze, le gioie e i dolori come fratelli. Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata. Quando si sogna da soli tutto resta solo un sogno, quando si sogna insieme comincia la realtà. Regalare il proprio dolore agli altri è il più bell’atto di fiducia che si possa fare. Quando qualcuno condivide, tutti vincono. Il più grande aiuto? La Parola del Signore che celebriamo ogni volta che ci riuniamo.
Oggi sono un giovane sereno lavoro con papà e mamma, coltiviamo fiori. Nel periodo estivo c’è anche Claudio che ci aiuta. A chi mi chiede del futuro, rispondo con certezza che: “Il futuro lo affido nelle mani di Dio, l’unico che può rendere la vita di ogni uomo un capolavoro”.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
3 risposte su ““Stavo scivolando nelle sabbie mobili, ma grazie al Signore ho ripreso in mano la mia vita””
Dalla più grande sofferenza è possibile vivere una grande gioia,solo se siamo,vogliamo essere consapevoli delle sofferenze, di ogni uno di noi. Per poi vivere le delusioni della vita e trasformarle in una gioa Grande, Miracolosa.Tutti possiamo farcela.
Anche donando il perdono, la pace con Gesù.
Il Signore è grande ed è sempre vicino a chi ne ha bisogno.Ci aiuta a ritrovare noi stessi quando siamo in difficoltà,quando non sappiamo più che fare e dove andare.Lui è la nostra guida,sopratutto per noi giovani perchè più esposti al pericolo.Leggendo questa lettera mi sono molto immedesimato nelle sofferenze di Carmine in quanto anche io e tutta la mia famiglia siamo stati messi a dura prova,ma grazie a Dio,alle preghiere e alla fiducia che abbiamo riposto in lui,abbiamo superato l’ostacolo e abbiamo raggiunto la cima senza mai perdere il controllo di noi stessi.Tutti,ma particolarmente noi giovani,dovremo essere più vicini al Signore,avere fede in lui,perchè solo così si può dare un sapore alla vita,quel giusto valore che possa guidarci verso un futuro di speranza e gioia di vivere.
Grazie al Signore riusciamo a costruirci solide ali per volare. Certe volte tentiamo a spezzarle..ma il signore con la sua “colla” di amore, riassembla tutti i pezzi caduti e li riattacca rafforzandoli. Carmine ha imparato a non spezzare le sue ali ma a riempirle della forza che Dio ci da e così ha imparato a volare bene. Dio insegna tutti noi a volare con ali solide e forti e nei momenti difficili lui e li che ci sorregge senza farci cadere! Le nostre “Ali della vita” le ha costruite lui a ognuno di noi. Dal resto anche la rondine spinge i suoi piccoli giù dal nido per farli volare..ed anche il Signore ci soprona a volare, a toccare il cielo non con un dito..ma con il nostro cuore!.