CORRISPONDENZA FAMILIARE

di Silvio Longobardi

Sposi e sacerdoti insieme, per rendere più bella la Chiesa

29 Maggio 2017

Nel blog di oggi don Silvio ci regala l’ultima scena di questa intensa e toccante peregrinatio in Italia con l’Urna dei Santi coniugi Martin. La tappa che conclude il viaggio è Ars, patria del noto santo curato e occasione di ripensare al rapporto tra sposi e presbiteri.

Cari amici,

lunedì scorso, 22 maggio, siamo tornati a Lisieux e abbiamo consegnato l’Urna al responsabile del Santuario, riponendola nella grande sala della Basilica, dove si trovano anche i reliquiari di santa Teresa (ce ne sono due che viaggiano per il mondo). In questi giorni sto cercando di mettere in ordine i tanti frammenti di questo viaggio. Ho avuto modo di raccontare ai diversi collaboratoti del Santuario qualcosa di questa esperienza e mi accorgo che nessuno di loro è stupito perché ogni volta che le sante reliquie tornano da un pellegrinaggio ascoltano testimonianze analoghe. Tutto questo dimostra che nel mondo c’è un’enorme sete di Dio.

L’ultima tappa della nostra peregrinatio è Ars, un piccolo villaggio della Francia centro-orientale, reso famoso dal ministero che qui ha esercitato san Giovanni Maria Vianney, da tutti conosciuto come il Curato d’Ars (1786-1859). Abbiamo portato il reliquiario in seminario per consegnare ai futuri preti il Vangelo della santità coniugale e per invitarli a prendersi cura con amore degli sposi che Dio affiderà alle loro cure pastorali. Un passaggio condito di preghiera ma anche di una catechesi serale che ha permesso ai seminaristi di avere una prima conoscenza della testimonianza offerta da questa famiglia santa. “La casa della Santuario familiare ha molte camere, ho detto nella mia introduzione, e tutte sono da esplorare: l’unità coniugale, l’accoglienza della vita, l’educazione dei figli, la vita di preghiera e di carità, il lavoro e l’impegno sociale … Ma questa sera non vi conduco in nessuna di queste stanze, restiamo ancora sulla soglia per richiamare il ruolo e il valore della santità coniugale. A voi il compito, se volete, di continuare questa conoscenza nella speranza che diventi una vera amicizia”.

Il giorno dopo, prima di ripartire per Lisieux, siamo andati a celebrare nel Santuario dedicato al Curato d’Ars, una chiesa costruita ampliando quel piccolo edificio in cui il Santo parroco aveva pregato, predicato e confessato per quarant’anni. Il villaggio contava all’epoca 200 abitanti e sembravano così tanti a quel santo prete che avrebbe voluto vedere tutti i suoi figli infiammati di fede e di carità. Nella Messa ho affidato al Signore tutti i preti che abbiamo incontrato durante la peregrinatio ed ho chiesto per loro la grazia della fedeltà, quella che permette di scrivere pagine di fede autentica attraverso la parola e la testimonianza della vita. In modo speciale ho pregato perché sacerdoti e sposi imparino a camminare insieme, intrecciando i loro passi. Preti a servizio della famiglia ma anche famiglie al servizio dei preti. Preti che sanno parlare agli sposi ma anche sposi che sanno parlare ai preti. Ho chiesto al Signore un’effettiva reciprocità, premessa di quella comunione ecclesiale in cui le diverse vocazioni s’incontrano e si sostengono. 

È certamente interessante capire il legame che Luigi e Zelia hanno vissuto con i sacerdoti che hanno incontrato sul loro cammino. Sappiamo che avevano il loro confessore e fu proprio uno di loro a suggerire di abbandonare la scelta della castità per aprirsi alla vita. i santi coniugi accolsero con docilità questo consiglio ed hanno così donato alla Chiesa tanti fiori profumati, e tra questi Teresa, l’ultima ma anche la più santa di casa Martin. Quanto è importante per gli sposi conoscere preti che sanno ascoltare e orientare i loro passi. Luigi e Zelia hanno chiesto e ottenuto questa grazia inestimabile.

Ho detto ai seminaristi che i nostri santi sposi desideravano ardentemente avere un figlio sacerdote ma non hanno ricevuto questo dono. E tuttavia, siccome Dio esaudisce sempre i nostri santi desideri, ecco che tutto si realizza quando Teresa riceve come fratello spirituale un sacerdote missionario, il p. Adolph Roulland. Ecco quello che gli scrive Teresa: “Se, come credo, mio Padre e mia Madre sono in cielo, devono vedere e benedire il fratello che Gesù m’ha dato. Avevano tanto desiderato un figlio missionario! Mi hanno raccontato che, prima della mia nascita, i miei genitori speravano che i loro voti, finalmente, fossero vicini a realizzarsi. Se avesse potuto penetrare il velo dell’avvenire, avrebbero veduto che in realtà era per mezzo mio che il loro desiderio sarebbe stato soddisfatto. Poiché un missionario è diventato mio fratello, e anche loro figlio e, nelle loro preghiere, non possono separare il fratello della sua indegna sorella” (LT 202, 9 maggio 1897). A partire da questa bella esperienza, ho rivolto questo invito ai seminaristi: “Se desideravano essere genitori di un sacerdote, sono ben contenti se li scegliete come genitori. Pregheranno per voi e non vi faranno mancare le benedizioni di Dio”.

La peregrinatio si concluderà con la Messa di ringraziamento che, mercoledì 31 maggio, celebreremo al Carmelo di Lisieux: nel giorno della Visitazione consegneremo alla Vergine, teneramente amata dalla famiglia Martin, l’esperienza della peregrinatio e tutte le intenzioni di preghiera che abbiamo raccolto lungo la Penisola. E chiederemo alla Madonna di donare a tutti gli amici che abbiamo incontrato – e in speciale modo agli sposi – un cuore missionario, un desiderio ardente di partecipare alla storia di santità che Dio non si stanca di realizzare lungo i secoli. Un caro e affettuoso saluto a tutti coloro che ci hanno accompagnato e sostenuto con la loro preghiera. Vi ricordo che domani, martedì 30 maggio, alle 12.30, parleremo ancora della peregrinatio su Radio Maria, ascoltando alcune esperienze. Il Signore doni a tutti la sua benedizione.

 

Don Silvio




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