Assemblea dei Vescovi

Il bilancio di Bagnasco: “Non sostenere la famiglia è suicida”

a cura della Redazione

70esima Assemblea Generale dei Vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco nella sua ultima relazione da presidente della Cei: “Sono urgenti politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole. Non sostenere la famiglia è suicida”.

“Insieme abbiamo camminato e parlato alle nostre comunità e al Paese […] insieme, continueremo a dire con umile audacia: debole è la nostra voce, ma fa eco a quella dei secoli”. Questo, in sostanza, il bilancio del cardinale Angelo Bagnasco di un decennio che lo ha visto alla guida della Conferenza episcopale italiana. Con questa ultima Prolusione da presidente, Bagnasco ha aperto la seconda giornata dell’Assemblea dei vescovi italiani, in corso in Vaticano. Nella sua relazione si è rivolto direttamente alle famiglie, ai giovani, ai poveri, ai migranti e ai sacerdoti.

“Non è possibile che le politiche familiari siano sempre nel segno di piccoli rimedi, quando sono necessarie cure radicali”, ha detto a proposito della situazione in cui versano molte famiglie italiane. Il crollo demografico, primo problema dell’Italia insieme al dramma della disoccupazione stanno abbattendo anche il desiderio di far famiglia. Secondo Bagnasco è necessario: “Non arrendersi alle logiche inique di un’economia scivolata nella finanza”. Parole di ammirazione e di affetto per la famiglia: “Siate la risposta concreta e alternativa all’individualismo radicale che respiriamo, e che spinge a vivere isolati gli uni dagli altri in nome di una autonomia che ci distrugge […] Sono urgenti politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole. Non sostenere la famiglia è suicida”.

In questi lunghissimi e duri anni di crisi, la povertà è cresciuta, insieme alle disuguaglianze e alla disoccupazione. Bagnasco si rivolge direttamente ai poveri per ricordare la lunga e consolidata tradizione di presenza e di intervento per aiutare a fronteggiare la crisi, a partire dalle “reti virtuose” delle parrocchie, delle associazioni, dei volontari, attraverso le Caritas, gli uffici per i migranti, la pastorale del lavoro e della salute, i volontari. Ai sacerdoti Bagnasco dice: “Noi apparteniamo a voi come voi appartenete a noi”.

Poi il congedo: “Concludo questi dieci anni con un profondo e commosso ringraziamento a ciascuno di voi: abbiamo camminato insieme, arricchendoci vicendevolmente. Sempre più uniti, abbiamo compiuto la traversata a cui l’ora ci chiamava”.




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