Amore e omogenitorialità
Il presidente francese Macron e i diritti assoluti degli adulti. E i bambini?
di Gabriele Soliani
“Due uomini con figli hanno il diritto di essere una famiglia, due donne pure. C’è tanto amore”. Queste le parole del neo presidente francese, Emmanuel Macron nei suoi ultimi comizi. L’amore è dunque una motivazione sufficiente a legittimare ogni cosa? Dove sono i diritti dei più piccoli?
Il neo eletto presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto nei suoi ultimi comizi che la sua “priorità sarà condurre una lotta implacabile contro gli anti-LGBT in tutti i campi”. Ovviamente perché lui ha una sua idea di famiglia che è appunto la sua, ma non quella reale: “In Francia ci sono tantissime famiglie, ci sono coppie dello stesso sesso e coppie di sesso differente. Ci sono diversi tipi di filiazione ma, soprattutto, c’è tanto tanto amore”. E ancora: “Due uomini con figli hanno il diritto di essere una famiglia, due donne pure. C’è tanto amore”.
Come Presidente francese nessuna novità! Anzi, accennando ai successi del presidente uscente Hollande su matrimonio gay, adozione gay, facilitazione dell’utero in affitto, diffusione a scuola dell’ideologia di genere, ha chiarito che: “Difenderò ciò che è stato fatto”. Ha poi aggiunto il suo credo: “Due uomini che si amano e hanno figli, sono anch’essi una famiglia; due donne che si amano e hanno figli, sono anch’esse una famiglia. Riconoscere a loro questo diritto non toglie nulla a quelli e a quelle che non amano questa idea. Significa solo riconoscere infine il loro diritto”. Poi, forse per non deludere le femministe francesi, Macron ha ribadito di essere personalmente contrario all’utero in affitto, ma che comunque favorirà il riconoscimento in Francia dei bambini nati con la maternità surrogata all’estero. I francesi, quindi, potranno ricorrere alla pratica all’estero già sapendo che il Parlamento, pur considerandola illegale, non la vieterà e non la sanzionerà. Dunque una legalizzazione mascherata, ipocrita e contra legem, che contrasta gravemente con la laicité di “difendere la dignità della persona umana e i diritti delle donne”.
Il solito tema che porta a difendere a spada tratta tutte le unioni e a renderle legali è l’amore. Ma sappiamo che lo Stato essendo laico (e quale più de la Republique) non entra e non può legiferare in base all’amore perché non sta a lui quantificare quanto amore c’è fra due individui. L’amore riguarda la loro intima relazione e sono loro a gestirla secondo ciò che si scambiano. Lo Stato non gestisce i sentimenti e non li qualifica. Uno Stato che entrasse fra i sentimenti delle persone sarebbe un tiranno assoluto. Lo Stato neppure ha il diritto di farsi promotore del tipo di amore ritenuto necessario ad un bimbo. Solo mamma e papà che lo hanno generato e partorito lo possono sapere. La laicitè, intesa dalla sinistra francese, ha portato ai diritti assoluti degli adulti. E già questa è una grave discriminazione contro i cittadini più piccoli e indifesi.
In Italia restiamo a ciò che ha stabilito la Corte Costituzionale nel 2016 quando ha sancito che: “In Italia non può essere introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Su questo punto è stata molto chiara ma ha detto anche altro: “Il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso non costituisce in alcun modo discriminazione nei loro confronti”, poiché – si dice nella sentenza – essi hanno altresì diritto ad “un grado di protezione e tutela equiparabile a quello matrimoniale” esclusivamente quando si tratta di diritti fondamentali. Cioè individuali e non come “coppia”. Le convenzioni internazionali non obbligano in alcun modo a introdurre il matrimonio omosessuale, ma lo lasciano alla piena autonomia della legislazione nazionale. In Italia il governo Renzi ha promulgato le unioni civili che non sono, per ora, un matrimonio. Infatti le organizzazioni gay si battono per il cosiddetto “matrimonio egualitario” e sostengono le loro tesi proprio portando ad esempio gli Stati nei quali è legale. Se restassimo fedeli ai veri diritti sapremmo capire meglio, senza cadere in astratti ragionamenti con parvenza di modernità.
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