L’appello del Papa
Papa Francesco: “Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage avvenuta ieri in Siria”
a cura della Redazione
L’appello del Santo Padre per la popolazione siriana e per le vittime del terrorismo: “Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra”.
Qual è il segreto nascosto nella Prima Lettera di san Pietro Apostolo? Questo scritto affonda le sue radici direttamente nella sorgente del Cristianesimo: la Pasqua. Il centro della buona notizia è tutta qui, nella Resurrezione del Signore. Basterebbe ricordalo ogni giorno per ritrovare la speranza e la gioia del cammino. Dalle parole del Papa: “Cristo è veramente risorto, e questo è un bel saluto da darci nel giorno di Pasqua: Cristo è risorto! Cristo è risorto! come tanti popoli fanno. Ricordarci che Cristo è risorto, è vivo fra noi, è vivo e abita in ciascuno di noi. È per questo che san Pietro ci invita con forza ad adorarlo nei nostri cuori (cfr v.16). Lì il Signore ha preso dimora nel momento del nostro Battesimo, e da lì continua a rinnovare noi e la nostra vita, ricolmandoci del suo amore e della pienezza dello Spirito. Ecco allora perché l’Apostolo ci raccomanda di rendere ragione della speranza che è in noi (cfr v.16): la nostra speranza non è un concetto, non è un sentimento, non è un telefonino, non è un mucchio di ricchezze! La nostra speranza è una Persona, è il Signore Gesù che riconosciamo vivo e presente in noi e nei nostri fratelli, perché Cristo è risorto”.
Se siamo la dimora di Gesù, abbiamo dunque la responsabilità di testimoniarlo agli altri, a quelli che incontriamo sul cammino. “La speranza che abita in noi, quindi, non può rimanere nascosta dentro di noi, nel nostro cuore: ma, sarebbe una speranza debole, che non ha il coraggio di uscire fuori e farsi vedere; ma la nostra speranza, come traspare dal Salmo 33 citato da Pietro, deve necessariamente sprigionarsi al di fuori, prendendo la forma squisita e inconfondibile della dolcezza, del rispetto, della benevolenza verso il prossimo, arrivando addirittura a perdonare chi ci fa del male. Una persona che non ha speranza non riesce a perdonare, non riesce a dare la consolazione del perdono e ad avere la consolazione di perdonare”.
Dobbiamo dunque imparare a fare il bene anche se questo vuol dire soffrire per il bene, soffrire per il Vangelo. “Cari amici, comprendiamo anche perché l’Apostolo Pietro ci chiama «beati», quando dovessimo soffrire per la giustizia (cfr v.13). Non è solo per una ragione morale o ascetica, ma è perché ogni volta che noi prendiamo la parte degli ultimi e degli emarginati o che non rispondiamo al male col male, ma perdonando, senza vendetta, perdonando e benedicendo, ogni volta che facciamo questo noi risplendiamo come segni vivi e luminosi di speranza, diventando così strumento di consolazione e di pace, secondo il cuore di Dio”.
Al termine della catechesi l’accorato appello per le popolazioni colpite dal terrorismo e dalla guerra: “Il mio pensiero va in questo momento al grave attentato dei giorni scorsi nella metropolitana di San Pietroburgo, che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione. Mentre affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento.
Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio, altresì, gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione”.
Per leggere la catechesi di papa Francesco clicca sul link che segue:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2017/documents/papa-francesco_20170405_udienza-generale.html
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