CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Santa Zelia Martin: la fatica e l’abbandono di accogliere un altro figlio

30 Gennaio 2017

Famiglia Martin

Nel blog di oggi don Silvio ci consegna una lettera di Santa Zelia Guérin Martin, mamma di Santa Teresa di Gesù Bambino che tratteggia il profilo di una madre preoccupata per le sue figlie, che cura una ad una con particolare premura ma non chiusa al dono di una nuova vita perché ciò che conta è che “sia fatta la volontà di Dio”.

Cari amici,

Zelia Guérin, mamma di santa Teresa, ha chiuso gli occhi alla vita terrena il 28 agosto 1877, sono passati 140 anni. Per ricordare questa testimonianza luminosa, e aiutarvi a conoscerla sempre meglio, ogni mese vi consegno una delle sue lettere. Quella di oggi appartiene ai primi anni della vita nuziale, casa Martin è già allietata dalla presenza di tre bambine – Maria, Paolina e Leonia – ma un’altra è in arrivo. Zelia è una donna piena di vita, il lavoro assorbe tutte le sue energie e le piccoline contribuiscono a movimentare le sue giornate, come appare dai piccoli dettagli di questa missiva: Maria e Paolina sono vivacissime e non le danno tregua, Leonia invece è sempre ammalata e bisognosa di cure. Tre figlie bastano e avanzano, direbbero oggi molte mamme. E non dobbiamo dimenticare che l’impegno domestico e genitoriale doveva intrecciarsi con il lavoro che assorbiva non poche energie.

Eppure, e con tutta la gioia del cuore, Zelia si prepara ad accogliere un altro figlio. Evidentemente la fatica non la spaventa. L’accoglienza della vita deve essere vissuta con audacia e senza compromessi. C’è un solo ma, una sola ombra: “non posso più allattare”. Non è una piccola cosa per una mamma. In quel periodo non c’era alternativa al latte materno, l’unica via era quella di affidarla ad una balìa. Scelta doverosa e triste. Non è facile consegnare i figli nelle mani di un’estranea! Zelia sa di non poter più dare il latte eppure non si chiude alla vita, non si sente esonerata dal vivere la sua vocazione alla maternità. Anzi, risponde con la sua fede ardita: “Sia fatta la volontà di Dio”. In queste parole inequivocabili s’intravede la sofferenza di una mamma ma anche il desiderio di corrispondere con totalità alla chiamata di Dio, secondo quella misura che Gesù ha rivelato e testimoniato. È questa la fede dei santi.

Accogliere la vita significa permettere a Dio di far risuonare nella storia una parola nuova. Oggi invito ad affidare a santa Zelia tutte le mamme, in particolare quelle che hanno difficoltà ad accogliere la vita e sono tentate di sopprimere quella scintilla che Dio ha già acceso nel loro grembo. Un caro saluto a tutti voi.

Don Silvio

16 maggio 1864

Mi fai sapere che la zia di Parigi deve venire questa settimana: questo fa a noi tutti il più grande piacere e ce ne rallegriamo fin d’ora. Maria non fa che parlarne. Mi chiede se si metterà la tovaglia, se si mangeranno dolci, se si berrà vino e liquore: tutto questo la interessa molto. […] Papà è quasi deciso ad andare a passare alcuni giorni a Parigi, credo che se ne andrà con la zia. Non so se ci sia nulla di nuovo ad Alençon.

Conto che avrai un nipotino – o nipotina – per il mese di ottobre: questo bebè andrà a balia, ahimè!, perché io non posso più allattare. Sia fatta la volontà di Dio.

La piccola Leonia non cresce bene, non pare che voglia camminare. È poco sviluppata, senza tuttavia essere ammalata, è soltanto debole e molto piccola. Ha recentemente avuto la rosolia in forma grave e con fortissime convulsioni. Paolina è sempre la stessa. È molto divertente e birichina. Penso di condurla domani a Le Mans a vedere nostra sorella. Maria non verrà, me ne basta una a tormentarmi! L’altro giorno facevo il mese di Maria con lei e le dicevo di pregare il buon Dio per te; ella ha interrotto piangendo la sua preghiera: voleva vedere il suo «ton-ton»!

 




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.