4 Gennaio 2017

4 Gennaio 2017

Incontri che in-segnano

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Il commento

Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: Ecco l’agnello di Dio!” (1, 35-36). Nella vita di ciascuno vi sono incontri che segnano e perciò in-segnano la strada, danno un preciso orientamento alla vita. È accaduto così anche per Andrea e Giovanni. Quel giorno ascoltarono un annuncio, non era una parola qualsiasi ma un chiaro invito che veniva da colui che avevano scelto come Maestro, riconoscevano in lui un profeta, un uomo che parlava in nome di Dio. La parola del Battista invitava a guardare oltre, indicava un altro uomo che passava: “Ecco l’Agnello di Dio” (1,35). I discepoli non faticano perciò a comprendere il significato delle parole oscure. Il futuro si fa loro incontro, la speranza si pone sulla loro strada. È questo il momento decisivo. 

Un incontro è sempre un appello alla libertà: a volte è una parola enigmatica, dice e non dice; altre volte è come una luce che risplende ma solo per un attimo. La Parola di Dio si può perdere nei labirinti della nostra esistenza, si può confondere tra le tante parole che ogni giorno ci raggiungono. Quante volte Dio accende la luce e noi la spegniamo. Andrea e Giovanni sono discepoli del Battista e quindi appartengono a quel gruppo di persone che hanno già accolto l’invito di Dio. Sono già in cammino. Eppure accolgono quell’appello, accettano la sfida e decidono di seguire quell’uomo. Gesù non li attende, anzi cammina per la sua strada. Se vogliono capire perciò devono andare, anzi devono correre dietro di Lui. Non sanno chi è, non sanno neppure dove va. Si fidano di una parola. E trovano così la risposta alle loro domande.

Teresa di Lisieux ha ricevuto il battesimo il 4 gennaio 1873, due giorni dopo la nascita. È stata avvolta dall’amore che purifica e riveste di grazia. Ha saputo custodire l’innocenza perché non ha mai smesso di cercare Dio e di trovare in Lui la forza per vincere la sua fragile umanità. Affidandoci alla sua intercessione, è questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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